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24/09/2010 21:07 CEST - Rassegna stampa del 24-09-2010

Dopo undici anni riecco Muster: “Ho solo finito le vacanze” (Martucci)

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Rubrica a cura di Alberto Giorni

Dopo undici anni riecco Muster: “Ho solo finito le vacanze” (Vincenzo Martucci, La Gazzetta dello Sport del 24-09-2010)

Come Borg. Come Navratilova, Hingis, Clijsters ed Henin. In modo anche più eclatante, ma sempre a nome di tutti gli ex atleti, prigionieri di un sogno, e perciò incapaci di vivere una vita comune, senza scariche di adrenalina a centomila, senza piedistalli e scorciatoie. Troppo normale. Thomas Muster, l’ultimo dominatore della terra rossa prima di Rafa Nadal, ha dato l’ennesimo calcio alle consuetudini e al giudizio degli altri, e, a 42 anni, è ripartito all’inseguimento della pallina gialla in gare professionistiche ufficiali. Dopo 11 anni. Bazzecole. Perché il tempo è una misura relativa, come sottolinea il mancino austriaco, con quel suo sorrisino equivoco: «Ufficialmente, non mi sono mai ritirato, dopo quel match, avevo detto: "Vado in vacanza". Così ora sto solo tornando». E, quindi, quella sconfitta di primo turno nel maggio 1999 al Roland Garros (2-6 6-1 6-2 7-6 contro Nicolas Lapentti), dopo un anno di sconfitte, è un episodio assolutamente relativo per chi, a dispetto dei puristi, il 12 febbraio 1996 è salito al numero 1 del mondo e ha vinto il primo torneo sul veloce indoor, a Essen nel 1995, dopo 34 su terra e cemento. Per poi arrivare a quota 44 titoli Atp. Sfide Thomas non è uno qualsiasi. Tre mesi dopo essere stato investito da un automobilista ubriaco al torneo di Key Biscayne, si presentò al Roma col gambone sinistro ingessato e, al microfono in campo, promise al pubblico: «Tornerò l’anno prossimo e vincerò il titolo». E lo fece davvero. Anche se, handicappato da quel grave incidente, si dedicò totalmente alla superficie meno dura, la terra rossa, vincendo, nel 1995, addirittura 40 partite consecutive. Comprese le 7 per aggiudicarsi il Roland Garros (battendo in finale Chang). E così ancora nella sua esistenza di sfide continue con se stesso. Come quando è sparito due anni in Australia, ammaliato dall’incantevole Noosa, sulla Sunshine Coast. E, lui sempre così tirato a puntino fisicamente, in campo, per essere pronto a qualsiasi rimonta, è tornato irriconoscibile: ingrassato (120 chili) da montagne di birre, offuscato da troppe sigarette, marito e padre. Ma deciso in un amen di tornare il bell’atleta di sempre, per tuffarsi nel Senior Tour e, altrettanto velocemente, uscirne, deluso. Come può un guerriero accettare lo spirito da esibizione degli ex pro? Perché Il suo mentore, l’ex giornalista Ronnie Leitgeb, non vuole parlarne: per lui, Thomas era «Il Mostro» e non può accettare l’idea di vederlo arrancare dietro ragazzini di 18 anni nei tornei Challenger di Braunschweig, Kitzbuehel, Como, Fiume e Lubiana, dove ha appena vinto la partita dal ’99 (contro la wild card locale, Borut Puc). Ma l’ex compagno di allenamenti, il faentino Andrea Gaudenzi, non si stupisce affatto dell’ultima sfida di Tommaso: «Di chiunque altro direi: "Ma chi glielo fa fare?". Di lui ho sempre ammirato la competitività estrema e ho sempre saputo che ha bisogno di un obiettivo. Si vede che, fuori dal tennis, non ha trovato quello che cercava. E allenarsi quattro ore al giorno come venti anni fa è l’unica cosa che lo fa star bene con se stesso. Si è dato un anno di tempo: il suo 2010 sarà questo, lo conosco. A prescindere dai risultati. Quando si mette una cosa in testa fai fatica a fargli cambiare idea. E poi che cosa fa di male? Gioca solo a tennis». Estremi Muster se ne frega dell’immagine. «E’ sempre stato bianco o nero», sottolinea sempre Gaudenzi ex pro, ora manager Bwin. Non ha problemi economici, ha investito oculatamente i 12 milioni di dollari di soli premi che ha guadagnato. Soffre la noia, la routine, il già visto. «E’ sempre stato così: grande disciplina, impegno, autocontrollo e poi, ogni tanto, prende la tangenziale» (…)

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker