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01/10/2010 10:57 CEST - CIRCUITO WTA

Francesca in fuga verso il Masters

I risultati di Tokyo alimentano le chances della Schiavone di volare a Doha: sarebbe la quinta italiana (uomini compresi) a riuscirci, ma la prima donna a entrare tra le “Magnifiche Otto”. E potrebbe diventare la prima a vincere una partita al Masters. Riccardo Bisti

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Nel pomeriggio di Giovedì, Eurosport ha deciso di trasmettere in diretta entrambe le semifinali, inizialmente programmate in differita alle 10 del mattino. L'appuntamento è alle 6 su Eurosport 2 (canale 212 di Sky) con Azarenka-Wozniacki e Schiavone-Dementieva. La finale, al contrario, potrebbe andare in differita. Un ringraziamento a Jacopo Lo Monaco che ci ha informato della variazione con grande tempestività.

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L’eventuale qualificazione di Francesca Schiavone per i Sony Ericsson Championships di Doha sarebbe un evento storico. In realtà non sarebbe la prima volta che un’italiana si qualifica per il Masters di fine anno: Raffaella Reggi ci è arrivata in tre occasioni (1986, 1987 e 1989), Silvia Farina in due (2001 e 2002), ma era un torneo diverso. All’epoca entravano le prime 16 del mondo e si giocava con la formula dell’eliminazione diretta a partire dagli ottavi di finale. Nel 2003 si è passati all’attuale sistema che premia solo le prime otto e si gioca con la “consueta” formula del Round Robin, che ha poco a vedere con lo spirito del tennis ma è tollerabile se proposta una sola volta all’anno. Va da sé che entrare al Masters è oggi molto più prestigioso rispetto a qualche anno fa. Se Francesca dovesse farcela, sarebbe la prima azzurra ad entrare tra le “Magnifiche Otto”. la sua impressa assomiglierebbe a quelle compiute da Adriano Panatta e Corrado Barazzutti negli anni 70. Adriano giocò il Masters ATP nel 1975, perdendo da Ashe, Nastase e Orantes. L’attuale capitano di Coppa Davis si qualificò nel 1979, quando perse da Dibbs, Gottfried e Ramirez. Se consideriamo anche i risultati di Reggi e Farina, il bilancio dell’Italia parla di una sola vittoria a fronte di 11 sconfitte. Il turno passato da Raffaella Reggi ai Virginia Slims Championships del 1987 avvenne però grazie al ritiro di Hana Mandlikova. Non è mai successo che un italiano/a stringesse la mano all’avversario/a dopo aver provato la libidine del matchpoint vincente.

Ottime possibilità
Questa Schiavone può farcela. Prima di volare con la fantasia, vale la pena riportare l’attuale situazione. Grazie alla bella semifinale di Tokyo, Francesca ha scavalcato Jelena Jankovic nella “Race 2010” (la classifica che tiene conto dei soli risultati ottenuti nel 2010) ed è volata in settima posizione. Adesso se la vedrà con Elena Dementieva, attualmente nona. Francesca ha un vantaggio rassicurante (625 punti, frutto principalmente della vittoria nello scontro diretto al Roland Garros) ma il match è ugualmente importante, tanto che mette in palio 225 punti (le semifinaliste ne prendono 395, la finalista 620. La vincitrice del torneo ne intascherà 900, comprensivi di un assegno di 350.000 dollari). Una vittoria contro la Dementieva, e a maggior ragione un successo finale le darebbero la quasi certezza di volare a Doha. In caso di sconfitta, le azioni della russa salirebbero notevolmente. Va poi seguita Victoria Azarenka che, dopo essersi ripresa dalla lieve commozione cerebrale patita a New York, a Tokyo sta maciullando le avversarie e in semifinale se la vedrà con Caroline Wozniacki, numero 1 virtuale e già certa di un posto a Doha. Ad ogni modo, le speranze di farcela sono altissime: dopo Tokyo, da qui alla fine del tour mancheranno solo cinque tornei. L’unico con punti veramente “pesanti” è Pechino, poi c’è Mosca e tre eventi minori (Osaka, Linz e Lussemburgo). Per superare la Schiavone, Dementieva e Azarenka dovrebbero ottenere risultati di rilievo.

Può evitare la bagarre finale
Diamo un’occhiata alle giocatrici in lizza per un posto a Doha: Wozniacki e parte, ne daremmo per certe altre quattro: le sorelle Williams, Kim Clijsters e Vera Zvonareva. Il loro vantaggio sul “cut-off” è ampio, difficile da colmare. Resterebbero tre posti, per i quali stanno lottando Stosur, Schiavone, Jankovic, Dementieva, Azarenka e (con meno probabilità) Li, Peer e Radwanska. Tra loro, sono proprio Schiavone, Dementieva e Azarenka le più in forma. La Stosur e la Jankovic sono lontane dalla migliore condizione. La serba non si è ancora del tutto ripresa dall’infortunio alla caviglia patito a Portorose (a Tokyo ha perso dalla Kanepi), mentre l’australiana si è fatta addirittura battere da Julia Goerges, che vale la top 10 solo nella classifica dell’avvenenza. Mai dire mai, soprattutto quando si parla di tennis italiano, ma il bottino accumulato e l’attuale stato di forma fanno pensare a una Schiavone quasi certamente qualificata. Al contrario, è possibile che Stosur e Jankovic finiscano in bagarre con Azarenka e Dementieva, pronte a sferrare l’attacco finale al torneo di Mosca. Ma sono solo supposizioni, anche perché Tokyo si deve concludere e Pechino metterà in palio una montagna di punti.

Verso la Storia
Al di là di questo, la presenza della Schiavone a Doha sarebbe storica e sublimerebbe una stagione indimenticabile, in cui ha toccato vette inesplorate per il nostro tennis. Come detto, la scommessa sarebbe vincere (almeno) una partita al Masters, impresa che le consentirebbe di piantare l’ennesimo mattoncino in una scalata che la sta eleggendo, giorno dopo giorno, migliore tennista italiana di sempre. Se va avanti così, e se saprà confermarsi anche nel 2011, le si potrebbero aprire spiragli affascinanti come essere paragonata a Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, i più forti e titolati italiani di sempre. A Doha, tra l’altro, potrebbe ritrovare Flavia Pennetta. L’altra azzurra di Fed Cup si è infatti qualificata per il Masters di doppio (cui partecipano quattro coppie) insieme a Gisela Dulko. Subito dopo Doha, le due potrebbero saltare insieme sul primo aereo per gli Stati Uniti, dove andremo all’assalto degli Stati Uniti delle sorelle Williams. Ma questa è un’altra, bellissima, storia da raccontare.

Riccardo Bisti

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker