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12/10/2010 11:51 CEST - IL CASO

Il doping della discordia

TENNIS - L’antidoping continua a “pescare” personaggi di secondo piano. Gli ultimi casi riguardano i carneadi Dejan Katic, Andrei Plotniy e Mohammed Mohazebnia. Con loro c'è stata grande fermezza, la stessa non riscontrata con nomi più famosi. Possibile che si dopino solo gli “sfigati”? Riccardo Bisti  Leggi (nei commenti) la risposta di Ubaldo a Ricky

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Dejan Katic, Serbia, numero 787 ATP. Andrei Plotniy, Russia, numero 1317. Mohammed Mohazebnia, Iran, numero 1601. Cos’hanno in comune, oltre alla sfortunata condizione di tennisti mai riusciti ad emergere? Semplice: sono gli ultimi ad essere finiti nel mirino dell’antidoping. Leggendo le loro storie si mischiano sentimenti di pietà e tristezza. E’ probabile che abbiano commesso qualche leggerezza, ma è evidente la disparità con personaggi più famosi che, finiti a loro volta nel mirino, se la sono cavata con sconti e riduzioni. Lo scorso mese di Giugno, Dejan Katic era impegnato in un torneo Future nei pressi di Belgrado. Lo hanno sottoposto ad un test antidoping, da cui sono emerse tracce di efedrina. Inizialmente gli hanno dato un anno di squalifica (che sarebbe scaduto il 6 Giugno 2011): il tribunale aveva deciso di credere alla versione dei fatti secondo cui la sostanza si trovava in una medicazione regolarmente prescritta. La prima sentenza è uscita il 3 Settembre scorso. Con sorprendente velocità, 20 giorni dopo è arrivata la sentenza dell’appello che ha raddoppiato la squalifica, portandola a due anni. La sentenza iniziale era stata contestata dall’agenzia antidoping serba, poiché si era scoperto che il medicinale indicato da Katic non conteneva efedrina. Il giocatore, dunque, non è più stato in grado di giustificare la presenza della sostanza proibita nel suo corpo. Katic tornerà a giocare nel Giugno 2012.

Quei tornei di troppo...
Nel 2009, Katic aveva rappresentato il Circolo Tennis Monza nel nostro campionato di Serie A2. In questi due anni non potrà sfogarsi nemmeno nelle gare a squadre, poiché la squalifica comporta l’esclusione da tutte le manifestazioni approvate non solo da ATP, WTA ed ITF, ma anche dalle federazioni nazionali. Dovrà evitare di commettere la leggerezza di Andrei Plotniy, 22enne russo (n. 1317 ATP) la cui storia ha dell’incredibile. Trovato positivo al challenger di Astana del Novembre 2009, era stato condannato a 15 mesi di stop. Nel periodo compreso tra il 19 Maggio e il 22 Agosto, tuttavia, ha giocato cinque tornei in Germania, l’equivalente dei nostri Open, in luoghi dimenticati da Dio: Stadlohn, Waging am See, Winnenden, Hamm e Dulmen. Dimenticati da tutti ma non dall’ITF, che ha “scovato” queste partecipazioni e non ha fatto altro che applicare gli articoli M10.1 e M10.5 del regolamento antidoping, che vietano espressamente di giocare qualsiasi torneo durante il periodo della squalifica. In caso di infrazione, la squalifica riparte daccapo dal giorno dell’ultimo match giocato. Plotniy sarebbe tornato a giocare il 1 Febbraio 2011, invece adesso dovrà restare fermo fino al 22 Novembre 2011. Traduzione: un’altra stagione buttata via. Anche in questo caso, l’ITF non ha fatto sconti: a seguito della lettera dell’avvocato del giocatore, in cui si diceva che Plotniy non sapeva del divieto e che solo un organizzatore (su cinque!) lo aveva informato del rischio, la Federazione Internazionale gli ha chiesto di dimostrare di non aver commesso una negligenza significativa. La sua difesa si è basata sulla poca chiarezza delle regole: a suo dire, non si capiva esattamente quali fossero i tornei cui non poteva prendere parte, tanto da credere che la limitazione fosse limitata al suo paese d’origine (la Russia). L’ITF non ha dato credito a questa versione, né a quelle secondo cui l’agente del giocatore lo avrebbe rassicurato a giocare questi tornei. Ogni atleta è responsabile in prima persona della sua condotta e dei suoi comportamenti. Per questo si è deciso di far scattare nuovamente i 15 mesi di squalifica a partire dall’ultimo match giocato.

Senza l'aiuto di Allah
Sa tanto di beffa, per Plotniy, la pubblicazione dei prize-money che gli sono stati confiscati dai tornei “incriminati”. Vale la pena riportarli.

Stadlohn 0 $
Waging am See 1.400 $
Winnenden 275 $
Hamm 400 $
Dulmen 600 $

2.675 dollari, una miseria anche per un giocatore che in tutta la carriera ne ha guadagnati 21.150, doppi compresi. Il regolamento consente l’appello presso la Corte Arbitrale di Losanna entro 21 giorni dal deposito della sentenza. Chissà se Plotniy ci proverà. Non va meglio all’iraniano Mohammed Mohazebnia, numero 1601 ATP con un best ranking al numero 927. A 28 anni non è mai riuscito a sfondare, tanto che il suo miglior risultato è un quarto di finale a un Future giocato in Burundi, dove ha perso contro l’ugandese Duncan Mugabe. Quest’anno ha giocato in Coppa Davis nel raggruppamento Asia-Oceania, dove ha aiutato il suo Iran a salire nel Gruppo II grazie alle vittorie contro Kuwait, Libano e Vietnam. Nell'occasione è stato sottoposto a un controllo che ha rilevato tracce di clembuterolo, sostanza presente in alcuni medicinali contro l’asma. Il povero Mohazebnia, 15.513 dollari guadagnati in tutta la carriera, è stato squalificato per due anni. Chissà se tornerà a mettere piede sui campi in sterco di cavallo dei Future africani. Più probabile che resti in un club di Teheran, magari ad allenare le ragazze del team di Fed Cup che sono costrette a giocare con incredibili tute che coprono tutto il corpo per rispettare i dettami dell’Islam.

Perchè solo i pesci piccoli?
Queste tre storie sono lo specchio di una lotta al doping che ha diviso gli appassionati in due frange: c’è chi crede all’integrità morale del nostro sport, e che i vari Katic, Plotniy e Mohazebnia (più Wayne Odesnik – mai trovato positivo – Kristina Antoniychuk e tutti i pesci piccoli) siano gli unici a doparsi. Ma c’è anche chi non ci crede, e pensa che ci sia una sorta di “protezione” nei confronti dei più forti (nonostante le durissime norme di reperibilità WADA). Non sappiamo come stiano veramente le cose, probabilmente non lo sapremo mai. L’unica verità è sotto gli occhi di tutti: l’antidoping si scatena contro pesci piccoli, anzi piccolissimi, senza sconti. A Katic hanno raddoppiato la pena in venti giorni, Plotniy è stato condannato per aver giocato alcuni tornei parrocchiali, Mohazebnia probabilmente aveva un po’ di asma…Eppure sono stati affossati, probabilmente senza la possibilità di appellarsi al costosissimo CAS di Losanna. Tanto caro che Xavier Malisse (uno che ha fatto semifinale a Wimbledon) disse che non vi avrebbe fatto ricorso se la sua squalifica di un anno fosse stata confermata. “Costa troppo, non ho soldi”. Chi lo ha fatto ha avuto sostanziosi sconti di pena, ma poi è finito in bancarotta (vedi Mariano Puerta). Le condanne a questi “poveracci” hanno l’effetto di stroncargli la carriera, mentre non abbiamo la certezza che accada lo stesso con giocatori più famosi. Il fatto è che non abbiamo la certezza nemmeno del contrario.

Riccardo Bisti

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13 Ottobre 1985

 

Il team cecoslovacco di Fed Cup si aggiudica il terzo titolo consecutivo della gara a squadre grazie alle vittorie di Hana Mandlikova ed Helena Sukova sulle avversarie statunitensi.
-1985. With singles victories by Hana Mandlikova and Helena Sukova, Czechoslovakia captures its third consecutive Federation Cup title defeating the United States.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker