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14/10/2010 12:00 CEST - Da Laver a Nadal

Grande Slam: impossibile?

TENNIS - La vittoria di Nadal a New York, pur permettendo allo spagnolo di completare il “Career Grand Slam”, non gli consente di fregiarsi del mitico obiettivo della conquista dei quattro tornei dello Slam nella stessa stagione. Chi, si è avvicinato maggiormente al traguardo? Da Rod Laver in poi...Un excursus storico. Cesare Boccio

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La stagione 2010 di Rafael Nadal verrà certamente ricordata come una delle più trionfali della storia del tennis Open; tre vittorie su quattro prove del Grande Slam: Parigi, Londra e New York, con l'ulteriore aggiunta di un quarto di finale a Melbourne a gennaio...; una sequenza di successi straordinaria ma comunque non tale da consentirgli di vantare il più prestigioso traguardo del nostro sport, ovvero il grande slam annuale...o per meglio dire dell'anno solare, come certamente preciserebbe Rino Tommasi. Probabilmente in pochi, il 9 settembre 1969, data della finale di Forest Hills (sede dello Us Open dell'epoca) in cui il grande Rod Laver sconfisse in finale il connazionale Tony Roche (7-9, 6-3, 6-1, 6-2), avrebbero immaginato che l'australiano sarebbe rimasto per lunghissimo tempo il detentore di questo record. In questi 41 anni di tentativi si sono succeduti tanti campioni, ma quali di questi possono affermare di essersi avvicinati davvero al mitico Rod? Procediamo in ordine cronologico prendendo in considerazione solo i tennisti che hanno veramente mostrato di essere competitivi su tutte le superfici; perciò non troverete degli illustri esclusi quali Pete Sampras (mai veramente a suo agio a Parigi) o Ivan Lendl, grande campione ma sinceramente non in grado, nonostante i suoi sforzi lodevoli, di vincere in finale a Wimbledon contro dei fuoriclasse dell'erba quali Becker e Cash.

Jimmy Connors – 1974

Beh...in questa rassegna storica come poteva mancare il mitico "Jimbo", eroe di diverse generazioni di appassionati! Nel 1974, il campione statunitense riuscì niente meno che a vincere tre prove: Australian Open, Wimbledon e Us Open, mentre non potè partecipare al Roland Garros poiché già dal 1972 rifiutò di associarsi alla neonata ATP e quindi venne escluso dal torneo in aperto contrasto con gli organizzatori. La stagione si aprì con la vittoria a Melbourne sconfiggendo in finale l'australiano Phil Dent per 7-6, 6-4, 4-6, 6-3; proseguì a Wimbledon e agli Us Open dove umiliò letteralmente in entrambe le finali il grande Ken Rosewall con i punteggi, rispettivamente, di 6-1, 6-1, 6-4 a Londra e 6-1, 6-0, 6-1 a Forrest Hills! Alla luce di questi risultati si può certamente sostenere che Connors, nonostante soffrisse di una particolarissima idiosincrasia per la terra rossa, di sicuro avrebbe potuto essere un grande protagonista anche a Parigi... perciò probabilmente solo la sfortuna gli impedì di riuscire nell'impresa.

Bjorn Borg – 1978, 1979, 1980

Incredibile ma vero! Nemmeno uno dei più grandi tennisti della storia, dominatore assoluto della sua epoca fino all'esplosione di John Mcenroe, ha raggiunto l'”aureo” obiettivo. Negli anni 1978, '79 e '80 l' “orso” svedese, come simpaticamente lo chiamava Gianni Clerici, si affermò come il miglior tennista del circuito, non limitandosi a vincere numerosi tornei e ad impartire lezioni di tennis ai colleghi...Borg rivoluzionò questo sport incrementandone il ritmo di gioco ed elevando gli aspetti atletico e mentale come due capisaldi della preparazione. Nonostante ciò non riuscì mai a vincere più di due tornei dello Slam nello stesso anno, anche se va considerato un aspetto non marginale. Infatti in quegli anni, fino al 1985, la sequenza delle prove dello Slam non è quella che conosciamo oggi; si cominciava con il Roland Garros, si proseguiva con Wimbledon, Us open e si terminava una stagione estenuante con gli Australian Open in prossimità della fine dell'anno, tanto è vero che Melbourne era diventato territorio di conquista per giocatori di secondo piano (con tutto il rispetto..Brian Teacher, Johan Kriek...e forse Vilas, non avrebbero mai vinto in presenza dei migliori). Di conseguenza Borg si sarebbe scomodato a parteciparvi solo in caso di vittoria nei primi tre tornei, impresa che non gli è mai riuscito. Nel 1978, dopo aver vinto il Roland Garros battendo Vilas 6-1, 6-1, 6-3, Wimbledon vincendo in finale contro Connors per 6-2, 6-2, 6-3, si incagliò nello stesso americano che lo sconfisse nello Us open per 6-4, 6-2, 6-2. Nel 1979, vittoria a Parigi contro il paraguaiano Victor Pecci 6-3, 6-1, 6-7, 6-4, a Wimbledon sul “cannoniere” Roscoe Tanner al quinto per 6-7 6-1 3-6 6-3 6-4, ma poi superato nuovamente a New York nei quarti di finale dallo stesso Tanner con il punteggio di 6-2, 4-6, 6-2, 7-6. Da ultimo, il 1980, caratterizzato dalla netta superiorità a Parigi dove battè Vitas Gerulaitis 6-4, 6-1, 6-2, e dalla splendida finale di Wimbledon vinta su John Mcenroe al termine di uno degli incontri più intensi della storia del tennis (1–6, 7–5, 6–3, 6–7(16), 8–6); ma ancora una volta dovette arrendersi a Flushing Meadows contro super Mac in una partita, se possibile, ancora più bella e spettacolare sul piano tecnico di quella di Wimbledon (7–6, 6–1, 6–7, 5–7, 6–4). Pur ragionando a posteriori (è troppo semplice...e soprattutto con i se e con i ma non si va da nessuna parte) chi scrive ritiene che se lo svedese fosse riuscito a conquistare il torneo di New York in quegli anni, molto probabilmente il Grande Slam sarebbe stato suo! L'Australian Open non avrebbe certo costituito un ostacolo insormontabile, tutt'altro.

John McEnroe – 1984

Il 1984 resterà impresso nella memoria di tutti come l'anno di John McEnroe, forse insieme ad Edberg il più grande tennista serve & volley di sempre; raggiunse per la prima volta la finale dell'Open di Francia, venendo sconfitto da Ivan Lendl in un match combattuto nel quale vinse i primi due set 6-3, 6-2 ma subì la rimonta del cecoslovacco che, dopo 4 sconfitte in altrettante finali dello Slam, riuscì a prevalere effettuando una rimonta incredibile, vincendo i restanti set per 6-4, 7-5, 7-5. Di quella partita, Rino Tommasi dirà, e continua a sostenerlo ancora oggi nelle sue interviste, che McEnroe perse dopo aver mostrato al pubblico di tutto il mondo, nei primi due set, il miglior tennis mai giocato sulla terra battuta! Questa sconfitta impedì a McEnroe di conquistare quel titolo che rincorse vanamente per tutta la carriera e pose fine alla sua striscia di 39 vittorie consecutive. Si rifece a Wimbledon, battendo nettamente Connors con il punteggio di 6–1, 6–1, 6–2. Vinse anche il quarto US Open della sua carriera prendendosi la rivincita su Lendl in soli tre set (6-3, 6-4, 6-1). Durante tutta la stagione McEnroe vinse in totale 13 tornei ATP su 15 a cui prese parte ed ebbe un bilancio di 82 vittorie e 3 sconfitte su 85 partite disputate. Per lo stesso motivo che condizionò Borg, anche Mcenroe decise di non partecipare all'Australian Open stante l'impossibilità di raggiungere l'agognato Grande Slam!

Mats Wilander – 1988

All'inizio del 1988 nessuno, nemmeno il più spericolato degli scommettitori di oltremanica avrebbe scommesso una sterlina sulla stagione di Mats Wilander; tre tornei dello Slam vinti in un'epoca caratterizzata da un elevatissimo livello di competitività in presenza dei vari Lendl, Becker, Edberg, Cash. Proprio l'australiano fu la prima vittima illustre dello svedese di Vaxjo, in finale all'esordio del nuovissimo Flinders Park di Melbourne sul cemento; vittoria in cinque set 6–3, 6–7, 3–6, 6–1, 8–6 dopo aver superato in semifinale il connazionale Edberg sempre al quinto. Dominio imbarazzante per gli avversari anche al Roland Garros vinti sconfiggendo il padrone di casa Leconte davanti ad un pubblico inferocito che non perdonerà mai cotanto sgarbo al talentuoso beniamino (7–5, 6–2, 6–1). Da ricordare anche la semifinale disputata contro l'astronascente Andre Agassi, con un incredibile 6-0 al quinto set!! Purtroppo per il simpatico Mats (che ancora oggi imperversa sui nostri schermi con la sua rubrichetta “Game, Set and Mats”, in onda su Eurosport) a Wimbledon subì una cocente sconfitta dal raffinatissimo “gattone” Miloslav Mecir nei quarti per tre set a zero (6-3, 6-1, 6-3), spegnendo così qualunque velleità di Grande Slam. Non bisogna però dimenticare quella che fu “la partita” per antonomasia del 1988, la finale di Flushing Meadows vinta al quinto su Lendl per 6–4, 4–6, 6–3, 5–7, 6–4 al termine di una maratona della durata di oltre 5 ore e che gli permise di raggiungere il primo posto nel ranking ATP.

Roger Federer – 2004, 2006, 2007, 2009

Siamo ai giorni d'oggi, un periodo segnato dalla classe cristallina di Roger Federer. Di lui si potrebbe dire metaforicamente che, non solo gioca meravigliosamente bene a tennis...ma che sia una sorta di personificazione del tennis, un manuale tecnico vivente. Il 2004 fu il primo anno di assoluta supremazia dello svizzero, il quale vinse a Melbourne in finale contro Safin per 7-6, 6-4, 6-2, subì una dura lezione “terraiola” da Guga Kuerten a Parigi al terzo turno (6-4, 6-4, 6-4), trionfò a Wimbledon su Roddick (4-6, 7-5, 7-6, 6-4) ed infine a New York su Hewitt con un emblematico 6-0, 7-6, 6-0. Ancora tre prove dello Slam su quattro nell'anno di grazia 2006 (92 vittorie e sole 5 sconfitte! L'unico in grado di avvicinare il record di Mcenroe 1984), iniziato sconfiggendo all'Australian Open il sorprendente cipriota Baghdatis in quattro set (5-7, 7-5, 6-0, 6-2), e proseguito mostrando enormi progressi anche sulla terra battuta, da sempre il tallone di Achille di Roger, giocando probabilmente la migliore partita della sua carriera sul rosso contro Nadal in finale a Roma (sconfitta al tie-break del quinto alla fine di un incontro entusiasmante) e perdendo dallo spagnolo anche a Parigi ma, stavolta, deludendo i suoi ammiratori (1-6, 6-1, 6-4, 7-6). Successivamente, vinse nettamente Wimbledon e Us Open battendo in finale Nadal e Roddick in quattro set in entrambi i casi, in due partite vinte più nettamente di quanto non dicano i punteggi (6-0, 7-6, 6-7, 6-3 a Londra e 6-2, 4-6, 7-5, 6-1 a New York). Alla luce di questi dati statistici, e soprattutto ricordando la cifra di gioco espressa dallo svizzero durante il 2006, si può ritenere che si sia trattato del tentativo più serio di conquista del Grande Slam da Laver a oggi. Nel 2007 di nuovo in trionfo 3 volte su 4, in finale su “mano de pedra” Gonzalez in Australia (7-6, 6-4, 6-4), nuova sconfitta da Nadal a Parigi (6-3, 4-6, 6-3, 6-4), vittoria soffertissima a Wimbledon sempre sullo spagnolo al quinto set (7-6, 4-6, 7-6, 2-6, 6-2) ed infine il benvenuto dato a Djokovic tra i neofinalisti dello slam con un secco tre set a zero a New York (7-6, 7-6, 6-4). A parere del sottoscritto non va dimenticato nemmeno il 2009, seppur caratterizzato dalla vittoria di sole (si fa per dire...) due prove su quattro (vittoria clamorosa al Roland Garros sulla vittima sacrificale Robin Soderling per 6-1, 7-6, 6-4 e a Wimbledon al fotofinish su uno sconsolato Roddick 5-7, 7-6, 7-6, 3-6, 16-14), va però precisato che negli altri due slam Roger raggiunse comunque la finale venendo battuto da Nadal all'Australian Open al quinto set all'esito di una partita che secondo alcuni commentatori dell'epoca avrebbe potuto determinare la fine agonistica del fuoriclasse svizzero (7-5, 3-6, 7-6, 3-6, 6-2), se si considera l'impressionante forza morale e atletica messa in mostra dal campione di Manacor in quell'occasione. Beh...poi va ricordata la clamorosa sconfitta agli Us Open per mano di Del Potro per 3-6, 7-6, 4-6, 7-6, 6-2 che ha impedito a Federer di incrementare ulteriormente il suo spaventoso curriculum di trofei dello slam.

Rafael Nadal – 2010

Anche Rafa, come Roger, dopo lo stop causato dal problema ai tendini delle ginocchia veniva dato per finito, ma ha smentito i detrattori inanellando nel 2010 una serie impressionante di vittorie che lo hanno condotto ad eguagliare i tre slam su quattro già raggiunti da Connors, Wilander e Federer. La stagione non inizia nel migliore dei modi, costretto a ritirarsi contro Murray nei quarti di finale dell'Australian Open per un riacutizzarsi dello stesso problema alle ginocchia, Nadal si vendica di Robin Soderling (che lo sconfisse negli ottavi a Parigi 2009) battendolo nettamente in finale sempre al Roland Garros per 6-4, 6-2, 6-4. Nuovo successo anche a Wimbledon sul talentuoso ma discontinuo ceco Berdych 6-3, 7-5, 6-4 per poi terminare con la recentissima vittoria sul serbo Djokovic nel catino dell'Arthur Ashe stadium dopo un match molto tirato, conclusosi al quarto set con il punteggio di 6-4, 5-7, 6-4, 6-2. Resta da chiedersi cosa avrebbe potuto fare Nadal se non avesse sofferto dei suoi reiterati problemi fisici; è probabile che, godendo di una perfetta condizione, sarebbe stato pienamente competitivo anche a Melbourne ma, si ribadisce, si tratta di supposizioni o comunque di valutazioni ex post che lasciano il tempo che trovano.

2011 ?

In proiezione futura, non si può omettere di ritenere che Nadal abbia tutte le carte in regola per collezionare tutti i quattro storici tornei, anche se, la storia del tennis insegna che per raggiungere questo risultato non è sufficiente il solo talento ma è altresì necessario unire alle capacità tennistiche, una perfetta condizione fisica ed atletica che consenta al tennista di manterere uno standard accettabile durante tutta la stagione oltre che un livello di concentrazione mentale pressochè costante in tutte le fasi degli incontri. Tutti questi fattori sussisteranno contemporaneamente nel Nadal 2011? E soprattutto, chi ha il coraggio di escludere quella vecchia volpe di Roger Federer? Di sicuro la sfida si preannuncia ancora avvincente.
 

Cesare Boccio

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13 Ottobre 1985

 

Il team cecoslovacco di Fed Cup si aggiudica il terzo titolo consecutivo della gara a squadre grazie alle vittorie di Hana Mandlikova ed Helena Sukova sulle avversarie statunitensi.
-1985. With singles victories by Hana Mandlikova and Helena Sukova, Czechoslovakia captures its third consecutive Federation Cup title defeating the United States.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker