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14/10/2010 11:58 CEST - APPROFONDIMENTI

Verdasco, (N)ando' sei finito?

TENNIS - Dopo una grande stagione sulla terra battuta, dove ha anche raggiunto la sua prima finale in un Master 1000, Fernando Verdasco si è perso. Da Wimbledon in poi quasi soltanto delusioni, da ultima la brutta sconfitta con De Bakker a Shanghai. E' finito anche fuori dai primi otto della Race. Probabile causa l'eccessiva attività nella prima parte della stagione. Nicola Gennai

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Saranno state le foto stile “Titanic” col suo amico Feliciano a Formentera quest’estate a dargli alla testa. Sarà stato un capello più lungo del solito. Sarà stata l’assenza di una partner fissa ufficiale. Insomma, quale che sia stata la causa, gli ultimi mesi tennistici di Fernando Verdasco Carmona sono stati davvero un mezzo disastro.
Per capirlo, basta citare qualche statistica: negli ultimi nove tornei giocati (ovvero da Wimbledon in poi), il bel Nando ha collezionato ben cinque sconfitte al primo turno (non sempre da avversari irresistibili: Fognini, Fish, Becker, Kohlschreiber, De Bakker) e ha lasciato per strada altri match contro tennisti davvero alla sua portata (vedi Robredo a Bastad). Come parziale consolazione è arrivato ai quarti di finale a New York per il secondo anno consecutivo (dopo essersi salvato per miracolo con Ferrer in ottavi), trovandosi però di fronte quell’ostacolo insormontabile che di nome fa Rafa Nadal.
 

A chiosare il calo di rendimento di Nando da giugno in poi, è di pochi giorni fa la cacciata dal monte dei magnifici otto della Race del madrileno, che si è visto soffiare l’ultima posizione utile per arrivare a Londra dal suo amico “eeeeeeeeeeee” (come il verso che fa David quando colpisce la pallina) Ferrer.
 

E dire che l’aspirante fotomodello spagnolo, che fa sognare le appassionate/i di tutto il mondo con la sua carnagione scura, i suoi occhioni da pantera e il suo fisico scolpito (a ben guardare però, ha una discreta propensione alla buzza), aveva pure disputato un’ottima prima parte di 2010, toccando vette inimmaginabili di gioco e risultati sulla terra rossa. Poi, dall’erba in avanti, una sorta di oblio, dovuto forse anche all’eccessiva attività dei primi mesi dell’anno, che lo ha di fatto prosciugato a livello fisico e mentale. Da gennaio a giugno, infatti, Nando ha disputato la bellezza di dodici tornei (almeno due “inutili”, Acapulco e Nizza), nei quali si è comunque tolto delle belle soddisfazioni. Dopo un onestissimo ottavo di finale a Melbourne (sconfitta in 5 da due set sotto contro Davydenko), il figlio dei ristoratori Jose e Olga, aveva poi conquistato il torneo di San Jose, battendo in finale Andy Roddick. La stagione sul cemento era poi proseguita tra alti e bassi (più bassi che alti): fuori con Chardy al primo turno a Memphis, fuori per due volte per mano di Tomas Berdych a Indian Wells (mattanza 60 63 al terzo turno) e Miami (64 67 46 in quarti). Ma era sulla terra che, come accennato, si sarebbe visto il Nando che non t’aspetti. Finale a Montecarlo (prima finale in un Master 1000, che però lo spagnolo ricorderà più per l’unico game vinto contro Nadal che per il traguardo raggiunto), vittoria a Barcellona su Soderling, semifinale a Roma, pausa fisiologica con un ottavo a Madrid, finale a Nizza con tanto di principio di rissa con Gasquet, il pubblico e tutto il popolo francese. Ecco, forse la chiave del proseguo della stagione di “Louis” Verdasco (che fa coppia con “Vuitton” Lopez, cit. di una telecronaca di Federico Ferrero) è racchiusa in questo (come già detto inutile) torneo e in generale nel tour de force autoinflittosi sulla terra.

Includendo anche l’ottavo a Parigi perso da Almagro, in un mese e mezzo, dall’11 aprile alla fine di maggio, l’iberico ha difatti preso parte a ben 6 tornei, giungendo in fondo a tre di essi e in semi in un altro, per un totale di 24 partite giocate. Da non sottovalutare il fatto che Montecarlo, Barcellona, Roma si giocano in successione, così come Madrid, Nizza e Parigi. L’unica settimana di stop Nando se l’è concessa tra il Foro Italico e il torneo di casa. Un po’ troppo poco. Sicuramente lo spagnolo non pensava di arrivare così avanti in così tanti tornei sul rosso, però rimodulare la programmazione non è reato e soprattutto è sintomo della consapevolezza di essere un grande giocatore. Cosa che evidentemente Verdasco non crede o non sente di essere.
 

Tornando al presente, ovvero alla (brutta) sconfitta patita ieri contro il modesto De Bakker, c’è solo da sperare che lo stimolo di riprendersi quell’ottavo posto utile per il Master di Londra doni di nuovo un po’ di vigore al bel Fernando. Quello visto ultimamente pare davvero rimasto sullo yacht di Formentera a fare il verso a Kate Winslet e Leonardo di Caprio.


 

Nicola Gennai

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker