Italiano English Français
HOMEPAGE > > E Toni Nadal dice: "Rafa, poi smetto"

15/10/2010 18:03 CEST - TONI NADAL

E Toni Nadal dice:
"Rafa, poi smetto"

TENNIS - Lo zio-coach del numero uno del mondo, in un intervista in lingua spagnola, racconta alcuni retroscena della sua vita al seguito di Rafa e svela che potrebbe smettere di allenare i professionisti dopo il ritiro del nipote. "Nessuno mi ha chiesto di essere allenato e credo che non succederà mai". Il sogno è quello di dedicarsi ai giovani e magari tirare su un nuovo Rafa "Ma sarebbe complicato". Danilo Princiotto

| | condividi

Rafa e lo zio Antonio (da tutti conosciuto come Toni) sono due personalità molto simili, dedite al sacrificio e al lavoro duro, ore e ore per raggiungere un obiettivo che è sempre lo stesso: migliorarsi torneo dopo torneo e dare sempre il 100%, nel tennis come nella vita. Probabilmente Toni pensa anche a come sarebbe difficile trovare in un altro ragazzo delle qualità umane, ancora prima che tennistiche, che si eguaglino a quelle del nipote, quando ammette che nessuno avrebbe mai intenzione di ingaggiarlo come allenatore. L’intesa tra Rafa e Toni va al di là di un rapporto basato su interessi economici e non può essere messa in crisi da nessun fattore esterno. L’attuale numero uno del mondo, nonostante stia continuando ad ottenere immense soddisfazioni dal tennis, non ha mai smesso di tenere i piedi ben saldi per terra e ha sempre accettato i consigli dello zio. Risultato? Una crescita costante, anno dopo anno. Ancora oggi zio Toni non fa mistero di essere molto duro con Rafa anche dopo una vittoria; il rapporto tra i due è rimasto uguale fin dall’inizio, quando il mancino di Manacor prese per la prima volta in mano una racchetta all’età 3 anni: un rapporto tra zio allenatore e nipote giocatore. Niente di più e soprattutto niente di meno. Anche per questo zio Toni è stato facilitato nel suo lavoro, potendosi esclusivamente concentrare sul miglioramento del gioco del giovane Rafa, senza mai doversi preoccupare di sfuriate giovanili o problemi di altro genere. Un rapporto di fiducia reciproca che non è facile instaurare con un altro giocatore.

Toni Nadal, al contrario del nipote, non tollera scaramanzie e vaghe superstizioni, e lo dimostra apertamente quando risponde in modo diretto ad alcune domande sul suo futuro e sulle proprie impressioni:

- Come iniziò a giocare a tennis Toni Nadal?

- A me piacevano tutti gli sport. Quando ero giovane, tra la mia gente non si giocava molto a tennis però nella nostra famiglia piaceva questo sport, così come tanti altri. Soprattutto il calcio (come sappiamo il fratello Miguel era giocatore della nazionale spagnola). E io praticavo calcio, nuoto e tennis. Andando avanti col tempo ho capito che ciò che mi avrebbe dato più felicità era continuare a giocare a tennis. Ed è a quello che mi sono dedicato.

- E sulla scelta di allenare Rafael?

- Io ero allenatore del tennis club di Manacor, tra la mia gente; e Rafael iniziò a frequentare quel luogo. Mi accorsi, quando aveva 10-11 anni, che cresceva bene e che necessitava di una persona disposta a seguirlo più del dovuto; io godevo di una posizione economica sufficiente e decisi così di dedicarmi interamente a lui e non fare nient’altro. Non c’era la possibilità di sapere se Rafa fosse diventato un campione, io ci ho voluto credere.

- Ha mai pensato di non essere all’altezza di un campione come Nadal, di non riuscire ad allenare il miglior giocatore al mondo?

- Sarebbe stupido pensarlo dopo tutto ciò che ha vinto Rafael. Se si perde, molti pensano che non sono stato un buon allenatore; se invece si vince l’allenatore non ha poi tutta questa importanza.

- Cosa fa durante i tornei giocati da suo nipote?

- Mi piace passeggiare.

- Vede i video dei rivali di Rafa?

- No. Qualche volta vedo le partite in diretta ma nient’altro.

- Ci può dire qualcosa di più a riguardo?

- Certo. Richiamo sempre Rafael a fare solo ed esclusivamente il suo gioco. Abbiamo già abbastanza problemi per questo, non possiamo permetterci di guardare il rivale di turno.

- Rafael è un appassionato di videogames. Ha mai giocato con lui?

- Sono stato sconfitto molte volte.

- Come trascorre il suo tempo quando sta a casa? Momenti di relax?

- Passo molto tempo con la mia famiglia, con i miei figli, che è ciò che più mi piace. Ho una vita familiare molto normale, a volte gioco a golf con mio fratello, ma niente di più.


- E’ vero che suo nipote ha molte manie in campo?

- No non credo.

- Lei prega?

- No, non molto.

- Quando Rafael si ritirerà, Toni Nadal continuerà ad allenare?

- Non credo che qualcuno mi voglia come allenatore

- Non crede? Ha mai ricevuto un offerta da parte di qualche giocatore?

- Assolutamente no, mai successo. Mi piacerebbe adottare o un giovane o essere inserito nella Federazione con i ragazzi. Però questo è un desiderio personale e probabilmente non è condiviso dalla federazione. Si, mi piacerebbe aiutare i giovani.

- Magari dare il via alla creazione di un nuovo Rafael Nadal?

- Sarebbe complicato. Ci vorrebbero molte ore.

Danilo Princiotto

comments powered by Disqus
TV Tennis
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Agassi non ha bisogno di effetti speciali...

Quote del giorno

"Non so quale sia il segreto per vincere uno Slam; sai, non ne ho mai vinto uno".

Andy Murray dopo la sconfitta con Wawrinka agli US Open

Accadde oggi...

17 Ottobre 2004

 Il qualificato num. 185 del mondo Jerome Haehnel è l'inatteso vincitore del suo primo titolo Atp a Metz, in Francia. Batte in finale il connazionale Richard Gasquet col punteggio di 7-6, 6-4. Era la prima finale per entrambi i tennisti.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker