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20/10/2010 00:16 CEST - L'EDITORIALE

A me Murray piace molto

TENNIS - E' un grande campione, prodotto di...se stesso e non di una federazione o di un coach. Roger ha commesso qualche errore, ma il merito è anche dello scozzese che, recuperando palle impossibili, gli ha messo pressione costringendolo a prendere troppi rischi. Le straordinarie qualità e i meriti di Murray prescindono dalla finale di oggi.. Poteva essere italiano? All'interno, le dichiarazioni di Murray nel dopo-partita. Ubaldo Scanagatta  

 

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Al contrario della stragrande maggioranza dei lettori di Ubitennis, o forse dovrei dire di chi invia post a questo sito, a me Andy Murray è sempre piaciuto non molto, ma di più.

Tanti gli hanno rimproverato una condotta di gara spesso troppo passiva, e io pure fra questi, ma lo scozzese è sicuramente un giocatore molto completo che pone grossi problemi a chi lo deve affrontare. E uno capace di porre problemi anche ad un campionissimo come Federer, adesso battuto otto volte su tredici, non può non essere un grande campione anche lui.

Prima di tutto Andy lo è perché è anche (almeno sul campo) molto intelligente. Un’intelligenza tennistica superiore alla media. Fin da quando lo vidi battagliare con Rafa Nadal ad un Australian Open ricordo che mi venne spontaneo paragonarlo a Gattone Mecir, per la sua straordinaria capacità di alternare in modo abbastanza imprevedibile, per nulla banale o scontata, accelerazioni di colpi anticipati e soprattutto piatti _ quindi per ciò stesso molto più penetranti di un qualsiasi colpo liftato o tagliato: la velocità di alcuni suoi rovesci stamani a Shanghai è stata misurata a 160 km orari _ a colpi improvvisamente senza peso capaci di destabilizzare il ritmo di qualunque avversario.

Straordinario nei recuperi riesce a far giocare sempre un colpo in più all’avversario, che non può non innervosirsi nel vedersi ritornare sempre indietro la palla, soprattutto se si chiama Federer che non c’è abituato. Non basta quel che per solito è un vincente, e nemmeno due: ce ne vogliono almeno tre. E’ dura, molto dura, anche perché per recuperare campo quando lo ha perso lo scozzese è capace di giocare quel dritto alto e molle ma profondo sul rovescio di Federer (o di qualunque tennista destro) che non è facile da attaccare.

Se a tutte queste caratteristiche che ne fanno un campione, cui per ora è sfuggita la vittoria in uno Slam solo perchè due volte in finale si è trovato ad affrontare un grande Federer e non...Cincirinella, si aggiunge che Murray

a) è probabilmente il miglior ribattitore del circuito;

b) che la sua diagonale rovescia è paragonabile per efficacia al Nadal che sfrutta il vantaggio d’essere mancino per creare difficoltà al rovescio di Federer;

c) che riesce a tirare passanti diabolici anche con il suo colpo meno incisivo, il dritto, come ha fatto vedere oggi sia correndo in laterale _ esempio il passing straordinario lungo linea che pur giocato in posizione assai squilibrata lo ha portato al setpoint nel primo set _ che correndo in avanti _ esempio il passante incrociato stretto anch’esso straordinario sulla volee smorzata di Roger sul setpoint _ Alla fine non sai se restare indietro ad aspettare che sbagli e non sbaglia quasi mai, oppure se attaccarlo espondendosi ai suoi passanti. E' un dilemma tattico che può confondere qualsiasi avversario.

d) che è miglioratissimo al servizio rispetto ai tempi cui mi riferivo del suo match perso al quinto con Nadal in Australia 3 anni fa 6-1 al quinto, tant’è che stamani ha servito mediamente la “prima” a 20 km orari più veloce di Roger e soprattutto ha rinforzato la seconda, conquistando infatti più del 50 per cento dei punti anche quando ha dovuto farvi ricorso;

e) che in quanto a tocco, e la grande efficacia delle sue smorzate lo dimostra, solo lui può competere con Federer (più di Nadal che pure ne ha, più di Djokovic che ne ha così così, più di Del Potro, Roddick e altri che ne hanno molto meno)

f) che atleticamente è proprio un altro rispetto a quello che scoppiò contro Nadal e comunque sulla distanza dei due set su tre è fortissimo perché riesce a mantenere sia spunto di velocità che concentrazione mentale….

BEH ECCO perché CHIUNQUE DISCUTA OGGI LE QUALITA’ DI CAMPIONE DELLO SCOZZESE SECONDO ME …CI VEDE POCO. Risulti o meno simpatico alla gente.

Vorrei sottolineare che nel sostenere quanto sopra non mi sono fatto influenzare, in tutto quanto scrivo adesso, dalla partita di stamani e dalla formidabile prestazione dello scozzese, un tantino agevolata anche dall’insolito nervosismo di cui è rimasto presto Federer, subito indietro di un break all’avvio e certo consapevole di avere di fronte un giocatore che è uno dei pochi ad aver un record favorevole nei suoi confronti e d’averci perso anche nell’ultimo duello, la finale di Toronto.

Non mi sono fatto influenzare dalla finale di Shanghai perché so bene che le singole partite possono essere frutto anche di giornate straordinarie di uno dei due contendenti _ Murray raramente l’avevo visto così aggressivo fin dal primo uno-due _ o da giornate di vena incerta dell’altro: Federer non avrebbe dovuto perdere quattro punti di fila e il servizio all’avvio, era avanti 40-15 nonostante un doppio fallo. E poi il suo match è sempre stato in salita anche se, come ha detto lui stesso “Ho avuto le mie occasioni”._Ben sei.

Una partita può anche prendere una piega importante (se non decisiva) perché un giudice di linea, lo stesso, sbaglia due volte, la prima non vedendo una risposta FORSE fuori forse sulla riga di Djokovic, la seconda costringendoti a rigiocare un punto già vinto su una volee-schiaffo di Roger _ dopo di che lo svizzero ha perso la trebisonda e una serie di sette,otto punti consecutivi fino al 4-1 per Murray _ ma, ribadisco, bisogna prescindere dallo sviluppo e dall’esito di un singolo match.

Per finire, dopo questo peana intonato alle qualità spesso misconosciute _ da troppi di voi _ di Andy Murray, concludo aggiungendo un’altra osservazione già fatta tante volte, una sorta di chiodo fisso: Murray non è il prodotto di una scuola tennistica, di una federazione.Non è necessario esserlo.

Murray è il prodotto di…se stesso, tutt’al più anche della madre e di una famiglia che ha creduto in lui e nella sua voglia di arrivare, nella sua decisione di andare a lavorar duro e a migliorarsi in Spagna _ è certo lì che ha sviluppato quel tocco, quel timing perfetto nel decidere quando giocare le smorzate _ nella sua testardaggine alla ricerca di una soluzione tecnica soddisfacente magari non ancora raggiunta, visto l’avvicendarsi dei coach, ma mai abbandonata, anzi lungamente cercata.

Un tipo deciso e tosto come Murray, ecco dove volevo arrivare, si è fatto da solo e avrebbe potuto benissimo venir fuori anche in Italia. Uno come lui _ credo _ non si sarebbe fatto condizionare né dalla Federazione, né dalla stampa, né da nessuno.

In Italia forse sfuggire a quei condizionamenti negativi è un po’ più difficile, c’è minor rispetto in genere verso l’autonomia e l’indipendenza di un giocatore che ha il diritto di programmarsi come gli pare senza che un dirigente dilettante possa mettere bocca, o un giornalista voglia consigliarlo sul daffarsi, ma prima o poi un Murray consapevole di non dover guardare in faccia a nessuno e fare quel che si sente, allenarsi dove vuole e con chi vuole, giocare in nazionale oppure no (Murray non ha giocato in Davis e il Regno Unito è in serie C…ma gli inglesi hanno un grande campione di cui sono orgogliosi) potrebbe nascere anche in Italia. Questa, almeno, è la mia speranza.

Per concludere, le dichiarazioni rilasciate da Murray nel post-match: “Mi piace giocare contro Federer. È sempre molto difficile affrontarlo, ma adoro giocare contro di lui. Ogni volta è una grande sfida. Non ho paura d'incontrarlo e so che per poter vincere contro di lui devo produrre il mio miglior tennis. Non so se ho il gioco adatto per batterlo, ma so che oggi ho realizzato una delle mie migliori performances di sempre. Sono molto soddisfatto del livello di gioco che ho espresso in questo torneo. Contro Roger, bisogna andare a cercare la palla, giocare con molto anticipo. Ho anche risposto bene al suo servizio, ma ho concesso qualche opportunità di troppo sul mio. Per fortuna la mia seconda palla quest'anno è migliorata molto”.

Ubaldo Scanagatta

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker