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20/10/2010 13:05 CEST - CIRCUITO WTA

Serena, bye 2010 Fed Cup in arrivo

TENNIS - Serena Williams si è nuovamente strappata il tendine del piede, tanto da doversi sottoporre a un secondo intervento. Salterà sia il Masters di Doha che la finale di Fed Cup contro l’Italia, che gli Stati Uniti dovranno giocare di nuovo con le seconde linee (mancherà anche Venus). La compattezza del team azzurro, dunque, dovrebbe bastare per portare a casa la terza Fed Cup in cinque anni. In finale abbiamo sempre trovato squadre dimezzate, ma la colpa non è certo delle azzurre. Riccardo Bisti

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Mancava solo l’ufficialità, adesso è arrivata: Serena Williams saluta il 2010. La rivedremo solo l’anno prossimo, quando dovrebbe esordire alla Hopman Cup (è iscritta in coppia con John Isner). Tramite un comunicato, Serena afferma di essersi nuovamente strappata il tendine infortunato nel “mitologico” infortunio di Monaco di Baviera. Il 15 Luglio si sottopose ad una prima operazione: la notizia è che Lunedì è finita nuovamente sotto i ferri. Dopo tre mesi di assenza, Serena aveva ricevuto una wild card per il torneo di Linz ma ha dato forfait perché aveva sentito male al piede al termine dell’ultimo allenamento. “Probabilmente ho chiesto troppo a me stessa”. L’annuncio di Serena giunge due settimane dopo quello di Venus, pure lei ai box fino al 2011 per problemi ad entrambe le ginocchia (nel suo caso, tra l’altro, si era anche parlato di un possibile ritiro). L’effetto immediato sarà la rinuncia ai Sony Ericsson Championships di Doha (in cui è campionessa uscente) e alla finale di Fed Cup contro l’Italia, cui aveva dato disponibilità insieme alla sorella. Il più contento è Corrado Barazzutti: salvo sorprese, Schiavone e company dovrebbero aggiudicarsi la terza Fed Cup in cinque anni.

Sei tornei, due Slam
Serena non gioca dall’8 Luglio, quando all’indomani dell’infortunio ha ugualmente partecipato all’esibizione di Bruxelles contro Kim Clijsters (il match con più pubblico nella storia, con 35.681 paganti). L’ultima apparizione ufficiale è la finale di Wimbledon, dove aveva maciullato Vera Zvonareva aggiudicandosi il 13esimo Slam in carriera. Dopo la prima operazione e diverse apparizioni pubbliche (ma solo ad eventi mondani), Serena aveva ripreso ad allenarsi a Settembre e aveva accettato una wild card per Linz proprio nel giorno in cui Caroline Wozniacki le aveva scippato la leadership mondiale. Poi è arrivata la ricaduta: nel comunicato diffuso ieri, ha detto: “E’ con profonda frustrazione che mi ritiro dai WTA Championships e dalla finale di Fed Cup. Spinta dal desiderio di un pronto ritorno alle competizioni, mi sono allenata troppo e mi sono nuovamente strappata il tendine del piede. Come risultato, ieri mattina mi sono dovuta sottoporre a un altro intervento per metterlo a posto. Ringrazio tutti per il sostegno in un momento così difficile e guardo avanti con forza e determinazione”. Il 2010 di Serena è stato incredibile: ferma tra Febbraio e Maggio per problemi al ginocchio, ha giocato appena sei tornei ma firmato mezzo Grande Slam, vincendo in Australia e a Wimbledon. Ha inoltre collezionato tre titoli in doppio, specialità in cui ha vinto 18 partite su 19 in coppia con Venus.

Italia nettamente favorita
Nonostante il fattore campo e la superficie (sintetico indoor), l’Italia passa dunque nettamente favorita per la finale in programma a San Diego i prossimi 6-7 Novembre. La povera Mary Joe Fernandez, capitana-mamma del team americano, ha affidato al sito USTA il suo commento, sentito e banale. “E’ un vero peccato non avere Venus e Serena. Eravamo impazienti di averle tra noi. Auguriamo loro un pronto recupero. Noi siamo entusiasti di essere in finale per il secondo anno consecutivo e daremo il massimo, come sempre, per creare un’altra sorpresa”. Mentre il team italiano è inciso nella pietra (Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci), c’è attesa per conoscere le scelte della Fernandez. Melanie Oudin ha vissuto una pessima stagione, Bethanie Mattek è stata l’eroina contro la Russia ma ha limiti precisi, mentre la doppista Liezel Huber può diventare pericolosa solo se le sue compagne vinceranno due singolari: difficile, improbabile. L’anno scorso il team era completato da Alexa Glatch e Vania King, giocatrici che non possono rappresentare una minaccia per le azzurre. Fossimo in Mary Joe, daremmo un’occhiata al vivaio. La giocatrice più in vista è la giovanissima Coco Vandeweghe, già a ridosso delle top 100 e autrice di discreti risultati. Ci sono poi Christina McHale ed Alison Riske. Giocatrici di prospettiva, ma un po’ poco per pensare di fermare la corazzata azzurra. Dovrebbe dunque arrivare la terza Fed Cup su tre con una finale giocata contro avversarie dimezzate (Belgio senza Clijsters, Usa senza Williams già l’anno scorso), ma va dato atto alla nostra squadra di avere una compattezza granitica che non ci ha mai indeboliti, nemmeno nei momenti di difficoltà (il capitombolo di Napoli contro la Spagna). Una compattezza che ha fatto la differenza e che, probabilmente, la farà ancora una volta.

Riccardo Bisti

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker