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21/10/2010 13:17 CEST - COPPA DAVIS

Capitan Rafter. E in Italia Barazzutti…

TENNIS - John Fitzgerald si è dimesso da capitano della Davis australiana. Il suo posto verrà preso da Pat Rafter, desideroso di vincere quell’Insalatiera che gli è sempre sfuggita da giocatore. In sella dal 2001, Fitzgerald vanta una vittoria e una finale, proprio come l’altro dimissionario Patrick McEnroe. In Italia Barazzutti guida il team da 10 anni, ma non si dimetterà prima del 2012. E Binaghi lo vorrebbe più a lungo: “Speriamo che ci ripensi”. Riccardo Bisti

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A quasi 10 anni dal ritiro, Pat Rafter torna nel grande tennis. L’ex numero 1 del mondo (nonché vincitore di due Us Open consecutivi) è il nuovo capitano del disastrato team australiano di Coppa Davis, da tre anni infognato nelle serie inferiori. Un affronto inammissibile per chi ha vinto 28 insalatiere (solo gli Stati Uniti hanno vinto di più, con 32 successi) e ha sfornato alcuni dei più grandi campioni di sempre, dominando la scena soprattutto negli anni 50 e 60. L’ultima batosta è arrivata un mese fa, quando il team guidato da John Fitzgerald si è arenato contro il Belgio a Cairns. Avanti 2-1 dopo il doppio, i canguri hanno patito l’infortunio di Lleyton Hewitt, costretto a dare forfait nell’ultima giornata. I sostituti (Peter Luczak e Carsten Ball) non sono stati all’altezza e hanno condannato l’Australia ad un altro anno di purgatorio. Il mandato di Rafter, infatti, inizierà l’8 Luglio 2011, quando i suoi affronteranno la vincente del derby Cina - Taipei. Rafter succede a John Fitzgerald, capitano dal 2001 e con il quale nutre un rapporto speciale. Fu proprio Fitzgerald a metterlo in campo nella finale del 2001 contro i francesi. Rafter sognava di alzare l’insalatiera prima di ritirarsi, desiderio alimentato dall’infortunio alla spalla che nel 1999 gli impedì di giocare la finale di Nizza. Per assecondarlo, Fitzgerald lo mise in campo sia in singolare che in doppio. Battè Grosjean, ma poi fece un disastro con Hewitt e il sogno svanì. Adesso ci riproverà, anche se in un ruolo diverso.

Niente gelosie
La notizia è che il primo sponsor di Rafter è proprio Fitzgerald, che dopo 10 anni al timone del team ha capito che era il momento di cambiare aria. Vincitore nel 2003 e finalista nel 2001, “Fizzy” ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di lui, non potevamo trovare una persona migliore. Ci è voluto un po’ per convincerlo, ma alla fine è una vittoria di tutti”. Rafter sarà coadiuvato da Tony Roche, grande giocatore e grandissimo coach. “Con la sua esperienza potrà aiutarlo, credo siano la coppia ideale. Per me è stato un onore guidare questa squadra, il ricordo più bello è ovviamente la vittoria del 2003” ha concluso Fitzgerald. Entusiasta anche Lleyton Hewitt, di nuovo motivato a giocare in Davis grazie all’amicizia che lo lega a Rafter e alla stima verso Roche “Non vedo l’ora di lavorare con Pat, e l’esperienza di “Rochey” sarà un grande valore aggiunto”. Per Rafter non sarà un esordio assoluto in panchina, poiché quest’anno ha già guidato l’Australia nella Davis Cup Junior. In questa vicenda colpisce la totale sinergia e l’assenza di gelosie tra i vari componenti del tennis australiano. Non solo Fitzgerald ha capito che andare avanti non aveva più senso, ma si è addirittura adoperato affinchè Rafter accettasse. Lo stesso Todd Woodbridge, coach del team sotto la direzione Fitzgerald, ha detto che il duo Rafter-Roche è una specie di “Dream Team”.

Barazzutti e gli altri capitani
Impossibile non pensare al caso italiano, anche perché Fitzgerald e Barazzutti sono in sella proprio dal 2001. In 10 anni di capitanato, “Fizzy” ha ottenuto i sopracitati successi, poi ha pagato i ritiri di Rafter, Philippoussis e dei Woodies. Ben diversa la situazione di Corrado Barazzutti, il cui miglior risultato è stata la promozione in Serie B nel 2004 (al termine di un drammatico spareggio contro la Polonia), parziale indennizzo all’umiliazione del 2003, quando perdemmo in Zimbabwe toccando il punto più basso nella storia del tennis italiano. Senza approfondire le scelte quantomeno discutibili della gestione Barazzutti (la terra battuta per ospitare per ospitare la Finlandia nel 2002 e –incredibile- la Spagna di Nadal nel 2005), è interessante fare un paragone tra “Barazza” e i capitani delle altre squadre. Un paragone che si rende necessario proprio perché nel giro di un mese sono giunte le dimissioni di due capitani in sella dal 2001, stesso anno del tecnico friulano: Fitzgerald, appunto, e Patrick McEnroe (a nostro parere uno dei migliori capitani degli ultimi anni, capace di ricreare uno spirito Davis negli Stati Uniti). Per capirci qualcosa, abbiamo messo a confronto Barazzutti con i capitani delle prime 20 squadre del Ranking ITF (l’Italia è scesa in 21esima posizione dopo la sconfitta in Svezia). Per ogni capitano segnaliamo età, inizio del mandato e miglior risultato ottenuto.


Squadra Capitano  età 
 In sella dal 
 Miglior risultato
Spagna  Albert Costa  35  2009  Vittoria
Repubblica Ceca   Jaroslav Navratil  53  2006  Finale
Argentina  Modesto Vazquez  61  2009  Semifinale
Serbia  Bogdan Obradovic  44  2007  Finale
Francia  Guy Forget  45  1999  Vittoria
Stati Uniti *  Patrick McEnroe  44  2001  Vittoria
Russia  Shamil Tarpischev  62  1997  Vittoria
Croazia  Goran Prpic  46  2007  Semifinale
Israele  Eyal Ran  37  2005  Semifinale
Germania  Patrick Kuhnen  44  2002  Semifinale
Svezia  Thomas Enqvist  36  2010  Permanenza WG
Cile  Hans Gildemeister  54  2005  Due quarti
India  Shiv Prakash Misra  68  2008  Promozione WG
Belgio  Reginald Willems  33  2009  Promozione WG
Austria  Gilbert Schaller  41  2007  Promozione WG
Kazakistan  Yegor Shaldunov  35  2008  Promozione WG
Romania  Andrei Pavel  36  2009  Promozione WG
Ecuador  Raul Viver  49  1994  Due promozioni WG
Svizzera  Severin Luthi  34  2005  Promozione WG
Australia *  John Fitzgerald  49  2001  Vittoria
Italia  Corrado Barazzutti  57  2001  Promozione Gruppo 1 

Nota: le promozioni sono considerati risultati migliori rispetto alle salvezze. I capitani di Stati Uniti e Australia si sono appena dimessi. In Australia è già stato nominato Pat Rafter, mentre non si conosce ancora il successore di Patrick McEnroe.

Solo tre capitani sono in carica da più tempo: Raul Viver, Shamil Tarpischev e Guy Forget. I primi due casi non sono paragonabili all’Italia. Il primo guida un minuscolo paese ed anzi ha ottenuto due grandi risultati: la disponibilità incondizionata di Nicolas Lapentti e un paio di promozioni nel Gruppo Mondiale. Tarpischev fa il bello e il cattivo nel tennis russo, tanto da essere contemporaneamente presidente federale e capitano di Fed Cup. L’unico caso vagamente assimilabile è quello francese, con Guy Forget in sella dal 1999. Va però detto che in questi anni ha ottenuto una vittoria (2001) e due finali, di cui una ancora da giocare. Inoltre gode della fiducia incondizionata dei suoi giocatori: basti pensare alle scene di giubilo dopo il trionfo di Lione contro l’Argentina. In Francia c’è poi la figura del vicecapitano, ricoperta da Lionel Roux, che si occupa di tenere i rapporti con i giocatori, motivandoli a “fare squadra” anche quando non sono disponibili e/o convocati. A Lione c’erano gli infortunati Tsonga e Benneteau, e lo stesso Gasquet ha accettato l’esclusione dal quartetto titolare, giunta all’ultimo momento. In Italia questo ruolo è scoperto, e fatichiamo ad immaginare la presenza di un giocatore infortunato in panchina solo per sostenere i compagni…C’è poi il fattore anagrafico: con l’arrivo di Rafter, l’età media dei top-20 capitani è scesa sotto i 45 anni. Barazzutti ne ha 57, e solo tre capitani sono più anziani di lui: il già citato Tarpischev, l’argentino Modesto “Tito” Vazquez e l’indiano Shiv Prakash Misra.

Barazzutti fino al 2012
Dati a Barazzutti i giusti meriti per il lavoro con il team di Fed Cup (i risultati parlano per lui, e in virtù di questi si è creato un credito infinito e merita di andare avanti), nonché per l’effetto benefico sortito su Francesca Schiavone, aiutata a tirare fuori il meglio, non c'è dubbio che il decennio alla guida della Coppa Davis sia stato al di sotto delle aspettative. In una recente intervista apparsa sul Corriere dello Sport, Corrado ha detto che pensa di dimettersi nel 2012, dopo le Olimpiadi. Barazzutti gode certamente di più fiducia dal presidente Angelo Binaghi ("Spero che Corrado ci ripensi, vogliamo che resti con noi") che di buona parte dell'opinione pubblica. Sul nome del possibile erede, tra l’altro, sono entrambi d’accordo: Francesca Schiavone. Ma il domani è già oggi, e che a quanto si sa la Schiavone non ha nessuna intenzione di ritirarsi. Preso atto che Andrea Gaudenzi, il più carismatico tra i notri ex giocatori, si è dedicato ad altro, chi scrive pensa che il successore ideale sarebbe Davide Sanguinetti. Rimasto nell’ambiente (allena Go Soeda, peraltro già portato al best ranking a 26 anni di età), avrebbe tutte le qualità per essere buon capitano e, aspetto fondamentale, ha un buon rapporto con tutti i migliori giocatori. Nel ruolo che riveste oggi, peraltro più che dignitoso, sembra onestamente un po’ sprecato.

Riccardo Bisti

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker