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25/10/2010 22:16 CEST - WTA Championships

Un Masters non vale uno Slam

26 Ottobre

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Il Masters, vale a dire la manifestazione di chiusura della stagione tennistica, ha cambiato negli anni molte volte la sua denominazione e la formula senza peraltro riuscire ad ottenere il fascino che i criteri di selezione avrebbero meritato. Sia nella versione maschile che in quella femminile, che sta iniziando a Doha, ci sono due problemi che il Masters non è mai riuscito a risolvere. Uno è la data, inevitabilmente collocata alla fine della stagione, quando però i tennisti sono stanchi e spesso non al meglio della condizione. L’altro problema è naturalmente la formula che è perfetta per un torneo di esibizione ma tradisce lo spirito del gioco, da sempre basato sul principio dell’eliminazione diretta. Molti sostengono che i Masters costituiscono anche una variante ma è inutile che io sottolinei gli evidenti difetti che la formula dei gironi inevitabilmente comporta. E’ un peccato perché il tennis meriterebbe di avere un suo campionato del mondo. I Masters garantiscono la qualità ma non credo che ci sia un giocatore o una giocatrice che preferirebbero vincere il Masters piuttosto che uno solo dei quattro tornei del Grande Slam.

In ogni caso ha perfettamente ragione Francesca Schiavone ad essere orgogliosa di essere stata la prima italiana a qualificarsi da quando il formato del Master femminile è stato ridotto da 16 ad 8 giocatori. Nel settore maschile c’erano riusciti una volta ciascuno Adriano Panatta e Corrado Barazzutti anche se poi al Madison Square Garden, dove in quel periodo si giocava il Masters degli uomini non sono riuscito a vincere una sola partita. Francesca Schiavone ha le qualità per giocare alla pari con tutte le altre qualificate anche se ce ne sono alcune (la Zvonareva ad esempio) più ostiche di altre. Le Williams, capricciose come sempre, hanno vinto in carriera 18 titoli del Grande Slam ma hanno pagato il loro debito con il Masters con tre vittorie (due Serena, una Venus) ma lo hanno tradito con molte rinunce, non tutte giustificate. Peraltro proprio l’assenza delle due sorelle rende la competizione più incerta ed equilibrata. Al limite tutte le otto qualificate hanno la possibilità di vincere senza che il loro eventuale successo possa determinare una clamorosa sorpresa.

Rino Tommasi

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker