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31/10/2010 16:27 CEST - WTA Finals

Wozniacki va
Kim, paura in auto

TENNIS - La numero uno del mondo chiude 7-5 6-0. Partenza aggressiva della danese, che brekka subito, 4-1, palla del 5-2.. Poi ha un passaggio a vuoto a metà del primo set. Zvonareva va a servire per il set sul 5-4 ma si fa strappare il servizio dopo aver avuto due setpoints. Qui il match diventa un monologo di Wozniacki che vince i successivi otto giochi. Le dichiarazioni di Caroline  e l'incidente in auto di Kim. Ubaldo Scanagatta

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Il tipico match femminile, e un tipico match da Zvonareva, sia detto senza offesa, quello cui hanno dato vita Caroline Wozniacki e Vera Zvonareva nella seconda semifinale del Masters Wta a Doha. 

Quando dico tipico dico che non c’è tecnico – né tantomeno giornalista _ che possa spiegare razionalmente (e facilmente) quel che accaduto: né certe alternanze inspiegabili nel punteggio, né soprattutto il 6-0 patito nel secondo set patito dalla Zvonareva che ha fatto in tutto soltanto sei punti, evidentemente incapace di dimenticare di aver avuto due setpoint nel primo sul 5-4 dopo aver rimontato da 1-4.

Non si può commentare un match del genere senza alludere alle incredibili fragilità psiconervose di una tennista che pure a 26 anni è arrivata a disputare la sua miglior stagione, a raggiungere la sua miglior classifica (n.2 del mondo e se la Wozniacki avesse fallito la qualificazione per l semifinali poteva addirittura diventare n.1!).

Non c’è una ragione tecnica plausibile, infatti, che possa spiegare come Vera abbia potuto sbagliare palle comodissime come la volee facile facile ciccata che le è costato il primo break (2-0 per la Wozniacki) o anche quella che ha concesso alla solida Wozniacki di trasformare il setpoint del primo set e raggiungere così il 7-5 che ha praticamente la partita.

Che la Zvonareva sappia giocare un gran tennis non c’è dubbio, e se qualcuno quel dubbio lo aveva l’avrebbe dovuto cancellare quando _ sia pur con la parziale complicità della Wozniacki che ha pure lei avuto il suo piccolo vuoto…appunto tipico di tanti match femminili _ Vera ha salvato autorevolmente più palle importanti, dello 0-4 e del 2-5 nel primo set, per poi arrampicarsi sul 4 pari e sorpassare la n.1 del mondo del 2010 fino a conquistarsi due setpoint…

Dopo di che, però, splass, eccola subire una serie impressionante (ma quanti sono stati 10 punti a 1, 12 punti a 2?) nelle fasi finali del primo set finalmente perso 7-5.

Beh, allora a quel punto una tennista che è n.2 del mondo, che è da una vita sulla breccia a giocare partite importanti, che ha battuto 3 volte su 6 la Wozniacki e 2 su 4 quest’anno…che ti aspetti che faccia? Che se ne vada di testa? Che si arrenda?

No che non te l’aspetti. E invece, anche qui per carità va dato atto alla Wozniacki di avere una testa da venticinquenne e non da ventenne….tanta è la concentrazione con la quale capisce l’importanza di quei primi games del secondo set _ la Zvonareva esce dal campo e dal Masters, commette il terzo doppio fallo sull’1-0 per Caroline e cede di schianto, senza reagire, salvo che nelle espressioni del visino in cui affiora un misto di rabbia, lacrime ed impotenza. Inspiegabile impotenza, per una giocatrice dle suo calibro. Salvo che soltanto un psicologo, o forse il bel ragazzo “prelevato” in un negozio di Abercrombie&Fitch, la stenda su un bel lettino e ci pensi lui ad aiutarla a risolvere i suoi problemi psicologici.

LE DICHIARAZIONI DI CAROLINE WOZNIACKI

Da Barbara Schett la Wozniacki, appena battuta la Zvonareva, naturalmente si presenta sorridente:
“Mi sono trovata sotto nel punteggio, dopo essere stata ben avanti, e riuscire a rigirare la partita non è stato semplice…Così ora mi trovo di nuovo in un’importante finale e contro la Clijsters, come un anno fa a new York. Ci tenevo a far bene con Verra, sapevo che sarebbe stata dura. Per raggiungere quest’importante obiettivo ero determinatissima: infatti…ci sono voluti 12 minuti e 22 punti per fare il primo game. Subito una battaglia come nel match di Pechino. Oggi le palle erano più pesanti, più umide, si giocava talvolta più corto e per questo bisognava stare più attente con le gambe e sforzarsi di entrare più dentro il campo per anticipare…, per fortuna ho i piedi veloci…”
Schett: _ E un rovescio infallibile, in cross come lungo linea, sempre così profondo…
Wozniacki: “Dopo il 4-1 per me e poi i due setpoints per lei che ho avuto la fortuna di annullare, anche prendendo un bel rischio con un rovescio lungo linea, ho subito pensato appena vinto il primo set che avrei dovuto stare attentissima nei primi games del secondo…difatti è andata così. Sapevo che più si allungavano gli scambi più lei si sarebbe innervosita. Io invece so di poter stare a lungo senza farmi prendere dal panico, aspettavo la mia occasione per poi chiudere il punto…. Sapevo che lei avrebbe fatto di tutto per variare il gioco, e che io dovevo essere soltanto e soprattutto paziente. Sono molto contenta adesso…”.
Ragazzi, Caroline ha la maturità di una ragazza molto più grande dei suoi 20 anni, non ci sono cavoli.
Anche sulla finale sta ben attenta a non sbilanciarsi, da matura professionista: “Kim mi ha battuto un anno fa a New York, non so ancora quale sarà la mia strategia di gioco”.
E non le si strappa di più. Oggi alle 16 vedremo.
Mentre chi vorrà vedere su Twitter il messaggio di Kim Clijsters _ mi dicono, ma io nemmeno so andarci _ potrà scoprire le foto del suo incidente in macchina prima di giocare la sua semifinale.

La cronaca del match

Inizio balbettante di Vera, che con tre errori gratuiti regala altrettante palle break nel secondo gioco: Wozniacki ne approfitta e alla seconda chance entra e brekka con un vincente di dritto. La numero uno del mondo continua a stupire per la potenza e la precisione dei colpi in avvio, ma qualcosa all'improvviso si inceppa. E' il servizio a tradirla per prima, e una risposta vincente di rovescio regala alla russa la sua quinta palla break nel settimo gioco, la prima che Zvonareva riesce a trasformare.

Wozniacki, apparsa più aggressiva e propositiva del solito, preferisce far passare la marea tornando a suo consueto atteggiamento più difensivo. Ma Zvonareva martella; Wozniacki sbatte una racchetta a terra ma non può evitare che una risposta lungolinea di rovescio valga a Zvonareva il secondo break di fila e la possibilità di servire per il set.

Sembra che il match sia appena iniziato per la russa: invece è solo l'inizio della fine. Wozniacki dà il meglio di sé quando è spalle al muro, e lo dimostra ancora una volta. Si procura una palla break costringendo la russa a affossare a rete un colpo non impossibile dopo uno scambio interminabile e la trasforma con un incrociato di rovescio imprendibile.

Da qui c'è solo Wozniacki, che vince tutti gli ultimi otto giochi dell'incontro. Zvonareva è scorata, si fa brekkare nel dodicesimo game, e il punto che chiude il set (primo set point) è eloquente: prova a prendere campo, la russa, ad avvicinarsi a rete, ma non trova di meglio che sparacchiare un diritto con poche idee e ancor meno fiducia oltre la riga di fondo.

Il secondo set è accademia, e quando anche l'Hawk Eye dà ragione alla danese nel secondo gioco del secondo set (su una palla che ha pizzicato la riga per non più di qualche millimetro) Zvonareva inizia a capire che forse le divinità del tennis hanno votato per la vittoria di Wozniacki. La russa procede in una partita in cui non ha più speranze, un incubo breve e terribile. E l'ultimo dritto gettato in corridoio assume quasi il significato di un gesto liberatorio.

Tra la danese e il Masters c'è solo Kim Clijsters, che l'ha battuta nell'unico precedente, la finale degli Us Open 2009.

In caso di vittoria Caroline Wozniacki potrebbe alzare il trofeo del WTA Tour Championships prima di aver vinto uno Slam. L'ultima a riuscirci, curioso incrocio del destino, è stata proprio Kim Clijsters nel 2002.

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker