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05/11/2010 19:21 CEST - Coppa Davis

Tsonga: Rien n'est (im)possible

TENNIS - Mercoledì il numero 1 francese ha fatto sapere che la sua stagione agonistica si è conclusa. Dopo due mesi di assenza ed una semifinale conquistata a Montpellier, Tsonga ha avvertito un riacutizzarsi del problema al ginocchio sinistro: 6 settimane di stop. Salterà quindi Bercy e la finale di Coppa Davis. Andrà ugualmente a Belgrado a sostenere i compagni. "E' il momento peggiore della mia carriera" da Parigi, Davide Zirone

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Jo-Wilfried Tsonga
Jo-Wilfried Tsonga

Mercoledì 3 novembre, ore 11. In una sala stampa piena di giornalisti all’interno del lussuosissimo hotel parigino Park Hyatt Vendôme, fa il suo ingresso un tristissimo Jo-Wilfried Tsonga che di lì a poco avrebbe annunciato ufficialmente la fine della stagione agonistica con consecutiva assenza al Masters di Bercy e all’attesissima finale di Coppa Davis a Belgrado, con un’espressione perentoria: “E il momento più brutto della mia carriera!”

Ma facciamo un passo indietro. Dopo Wimbledon, il francese ha dovuto prendere due mesi di stop per l’infiammazione del tendine rotuleo del ginocchio sinistro ed era tornato in campo il mese scorso nel torneo di Tokyo, in qualità di campione in carica, perdendo al primo turno contro Jarkko Nieminen. Successivamente ha preso parte al torneo casalingo di Montpellier dove ha raggiunto le semifinali inchinandosi al connazionale Gaël Monfils. Ed è proprio da qui che è iniziata la ricostruzione di Tsonga davanti ai giornalisti. “Venerdì a Montpellier contro Gilles Simon (nei quarti, ndr) ho avvertito dei piccoli dolori e la sera avevo qualche fastidio al ginocchio, ma non pensavo che fosse nulla di grave ed ho deciso di giocare contro Monfils. Probabilmente così ho peggiorato le cose.” E infatti il 2 novembre, dopo gli esami di rito, i medici non lasciano nessuna speranza: nel referto, infatti, viene riportata una rottura di qualche fibra per 5 millimetri di spessore e 5 millimetri di altezza, della faccia profonda del tendine rotuleo sinistro al livello dell’inserzione sulla rotula. La diagnosi è ovvia: sei settimane di riposo assoluto ed è altrettanto facile capire come quel “sogno da bambino” non potrà essere esaudito fra il 3 ed il 5 dicembre 2010.

“E difficile dirlo, volevo giocare la finale di Davis a tutti i costi; ed adesso ho tanti rimpianti. Ma con tutto quello che mi è già successo, provo a farmene una ragione. Non devo far altro che provare a darmi una seconda chance… la vita è quella che è, spesso non possiamo controllarla interamente.” C’è tanta amarezza nello sguardo di Tsonga, che aveva fatto di tutto per disputare la Davis. “Ho fatto il massimo per cercare di tornare in campo in tempo. Ho lavorato molto ed ho preso tutti rischi possibili pur di essere pronto per questo torneo. Stavolta non ho avuto fortuna, ma spero che un giorno verrò ricompensato per i miei sforzi.” Gli fa eco il suo coach Eric Winogradsky: “Il tempo a disposizione non era sufficiente, in questi casi occorrono dai sei ai nove mesi per una cicatrizzazione ottimale. Di sua spontanea volontà ha voluto provare ad esserci ma quando ha provato a spingere sul ginocchio o a correre, quest’ultimo gli ha fatto capire di non essere ancora pronto.” A poco saranno servite le telefonate affettuose e tempestive di Guy Forget e Gaël Monfils, se non a convincerlo ad andare comunque a Belgrado a sostenere i suoi amici…. E pensare che lo slogan del suo sponsor dice “Impossible is nothing”!

Per la cronaca, un altro giocatore francese ha dichiarato conclusa la propria stagione, si tratta di Jérémy Chardy. Tuttavia ciò non dovrebbe influire sulla finale di Coppa Davis, visto che i transalpini verranno probabilemente rappresentati dai semifinalisti Llodra, Monfils, Simon e Clement. Senza Tsonga e Gasquet, sapranno essere degni eredi dei moschettieri Borotra, Brugnon, Cochet e Lacoste?

Davide Zirone

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker