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08/11/2010 10:04 CEST - Fed Cup

Schiavone rompe il ghiaccio

TENNIS - Francesca Schiavone non ha bisogno di spremersi al massimo per piegare Coco Vandeweghe, prima statunitense dal 1995 a debuttare direttamente in finale. L'azzurra chiude 6-2 6-4  in 83 minuti. Determinante il maggior tasso tecnico dell'azzurra contro un'avversaria che dà il meglio di sé quando può giocare da ferma. Per la Schiavone successo numero 450 in carriera. Alessandro Mastroluca

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"Non è facile danzare", cantava Ivano Fossati, "con la faccia da ballerino di fila". E non è facile giocare, come ha dovuto fare Coco Vandeweghe, con il ruolo di comprimaria se non di vittima un po' già scritto. La prima statunitense a debuttare in Fed Cup direttamente in finale dai tempi di Chanda Rubin (1995), Coco non riesce a ribaltare la logica e le 107 posizioni di differenza nel ranking si sentono tutte. Per un'ora la partita della statunitense è tutta corse, rincorse e affanni, poi arriva la breve illusione del break nell'ottavo gioco del secondo set. E' solo l'inizio della fine, però, per la giovane Vandeveghe. Il primo punto per l'Italia diventa realtà nel giro di 83 minuti: Francesca vince 6-2 6-4. Ed è festa doppia per lei, che celebra il successo numero 450 in carriera.

La Schiavone, reduce dal Masters e da quella vittoria agrodolce su Elena Dementieva all'ultima partita della carriera, si è limitata a viaggiare col limitatore inserito per evitare sbandate. L'azzurra ha chiuso con 17 vincenti, a 15, e 18 errori contro i 36 dell'americana. L'azzurra ha servito con il 54%, ma ha perso solo un punto con la prima di servizio.

Vandeweghe ha il suo punto di forza del servizio, e lo dimostra subito aprendo con un ace il match. Ma è proprio il servizio a tradirla sul 40-40: con due doppi falli di fila matura subito il break per Francesca Schiavone.

Un "braccino" che dimostra tutta la giovane età, tennistica più ancora che anagrafica, di Coco, che ha iniziato a giocare a tennis solo a undici anni, ma solo a 13 ha deciso definitivamente di abbandonare il basket che tanti successi ha dato allo zio Kiki (giocatore NBA, manager dei Denver Nuggets, general manager e coach dei New Jersey Nets).

Una poliedricità sportiva che ha ereditato da mamma Tauna, presente sugli spalti, capace di vincere medaglie olimpiche nel nuoto (nel '76) e nella pallavolo (nel 1984).

A metà stagione Coco ha deciso di cambiare regime di allenamento: si allena solo part-time con il coach che l'ha seguita da sempre in California, Robert Van't Hof, ex coach anche di Lindsay Davenport, cui si è affiancato Tom Gullikson. E proprio come Lindsay, Coco quando riesce a giocare "da ferma" fa davvero male. Ma Francesca ha pochi rivali nella reattività di movimenti, e sul 2-0 30-15 (servizio Vandeweghe) scatena il primo applauso convinto del pubblico: l'americana chiude con la volée a campo aperto dopo un paio di ottimi recuperi dell'azzurra. Schiavone ha preparato bene il match, sa che Coco ha una buona profondità di colpi ma non troppa mobilità, né laterale né verticale, e fa ricorso a tutto il suo arsenale di rovesci slice a uscire e tagli in back per tenere la palla bassa e forzare l'avversaria in avanti.

Paga soprattutto la propensione di Francesca ad aggredire la rete, a prendere l'iniziativa non appena l'avversaria accorcia. La bresciana lavora al fianco l'avversaria, la costringe a rincorrere, inseguire e spesso a sbagliare, soprattutto col dritto, colpo col quale mostra impacci davvero eccessivi. Il quinto errore non forzato di Coco, un dritto affannato e scentrato, vale il secondo break e tre quarti di primo set per Francesca che allunga 4-1.

Poi, se la statunitense affossa anche le volée alte a campo aperto (come sul 4-1 30-15), mostrando poco tocco e colpevole rigidità di schiena, allora il cammino di questa finale si fa sempre più semplice e in discesa. Il primo set scivola via così in minuti. Francesca si limita all'ordinario ( 8 vincenti, 8 errori, nessun punto perso con la prima di servizio e uno solo con la seconda oltre all'unico doppio fallo) e chiude 6-2 in 34' dopo il 18mo errore gratuito della Vandeweghe che non controlla un dritto dal centro a seguito di un colpo profondo dell'azzurra che trova Coco ancora troppo statica.

Il secondo set prosegue sullo stesso schema. I giudici di linea chiamano fuori una palla di Francesca che l'Hawk Eye conferma buono prima che Coco strappi un dritto inside-out da sinistra. Risultato: break Schiavone anche in avvio di secondo set. Francesca ha anche la palla per il secondo break di fila, ma Coco si tiene in linea di galleggiamento con un ace esterno (che il Falco conferma buono) e un'accelerazione di dritto dal centro sul rovescio dell'azzurra.

L'americana però sale di livello e si prende anche gli applausi di Francesca per un rovescio lungolinea all'incrocio delle righe per il 2-1 40 pari. La Schiavone, che nel game si è trovata sotto 15-30, è comunque uscita senza regalare palle break dal turno di battuta più lottato del match.

La Schiavone, però, non tiene più i suoi turni di battuta con la stessa facilità del primo set, le rotazioni sono meno efficaci e le palle viaggiano un po' meno. Nell'ottavo gioco, complici due doppi falli, si ritrova sotto 0-40. Annulla la prima palla break costruendo un gran punto chiuso con uno smash lungolinea, cancella la seconda costringendo l'avversaria a tentare un per lei improbabile rovescio in back difensivo, ma sul terzo non sfonda da fondo e scentra di dritto: Coco brekka, e il pubblico si esalta. 4-4 dopo 75 minuti di gioco.

Ma il passaggio a vuoto è questione di un attimo. Stuzzicata, punta nell'orgoglio, Francesca azzanna di nuovo, spinge, attacca e forza all'errore decisivo di rovescio Coco: il controbreak diventa realtà. Francesca Schiavone serve per il match e tiene a zero. "Sono molto contenta di come ho giocato" ha detto a caldo a fine partita, "soprattutto nel primo set. Nel secondo lei ha mostrato di essere una buona giocatrice. Gli scambi sono stati brevi ma intensi, io ho cercato di giocare bene da subito. Sono contenta di esserci riuscita".

Alessandro Mastroluca

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker