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07/11/2010 04:07 CEST - FINALE FED CUP

Flavia va, Fed Cup a un passo

TENNIS - La Pennetta annulla un setpoint nel primo set (in cui era stata avanti 5-1), vince il tie-break poi domina alla distanza contro una Mattek-Sands colta dai crampi. Flavia è parsa stanca, ma alla fine la prima a cedere è stata l'americana. L'Italia è avanti 2-0, le terza Fed Cup in cinque anni è ormai in cassaforte. Il primo matchpoint lo giocherà Francesca Schiavone nel primo match di Domenica. Riccardo Bisti

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Nei loro più arditi pensieri, le americane speravano di scippare la Fed Cup all’Italia vincendo i due punti contro Flavia Pennetta e trionfare nel doppio. Un progetto legittimo ma ambizioso, onestamente fuori portata per le ragazze di Mary Joe Fernandez. Per dare un senso a questa finale, Bethanie Mattek (signora Sands da un paio d’anni) avrebbe dovuto battere Flavia Pennetta. Dei quattro singolari, era forse il più equilibrato. L’americana aveva battuto Flavia quattro anni fa a Los Angeles, e tanto bastava per alimentare certe speranze. Dopo un primo set combattuto, tuttavia, Bethanie si è sciolta e ha finito col perdere con il punteggio di 7-6 6-2. La serie tra Stati Uniti e Italia, probabilmente, si è chiusa con il setpoint annullato dalla Pennetta sul 6-5 Mattek nel primo set. Dopo essere stata avanti 5-1, Flavia si era fatta riacchiappare e superare da una giocatrice priva di potenza ma con la giusta grinta e due gambe rapidissime, fasciate dal ginocchio in giù da due improbabili calzettoni da baseball. Sul 30-40, l’italiana (vestita di fucsia…) ha giocato un rischioso attacco incrociato di dritto. La sorte le ha dato una mano, facendolo rimbalzare sulla riga. Il passante di Bethanie era alto, lento, facile preda per la volèe italiana. 40-40, tie-break, 7-4 Flavia, bye bye America. Non crediamo che l’esito del match sarebbe potuto cambiare, ma indubbiamente avremmo assistito a una sfida più interessante.

Al contrario, dopo un match a senso unico (vittoria della Schiavone su Coco Vandeweghe), Flavia Pennetta ha sofferto un unico black out nella parte centrale del primo set. Nonostante diversi game ai vantaggi, Flavia filava via fino al 5-1 e tutto sembrava potersi chiudere senza affanni. Lì veniva improvvisamente colta dalla stanchezza per i 137 match giocati nel 2010 e per i 137.000 km perscorsi da Gennaio ad oggi. Come a dire: 1.000 chilometri a partita. La gambe diventavano pesanti, la Mattek se ne accorgeva e insisteva sul dritto, il colpo meno incisivo dell’italiana. Qualche bella giocata e una serie di erroracci di Flavia montavano la paura in Casa Italia, zittendo persino lo scatenato Pierfrancesco Parra. Fino al setpoint Mattek, dove il tremebondo attacco di Flavia ha deciso di rimanere in campo. Fatte le debite proporzioni, lo si può paragonare alla volèe (corretta dal nastro) con cui Serena Williams cancellò un matchpoint a Elena Dementieva in una leggendaria semifinale di Wimbledon. Passata la grande paura, la Pennetta ha continuato a macinare un tennis appena sufficiente ed ha raccolto i cocci di una Mattek frastornata nel morale (prima) e nel fisico (poi). Sul 3-2 nel secondo, infatti, è stata colta da crampi al polpaccio sinistro e ha giocato gli ultimi tre game per onor di firma. Finale triste e inglorioso per una giocatrice divertente, piacevole da vedere, ma che manca totalmente di potenza e di abitudine a giocare a certi livelli. Non è un caso che in diversi anni di professionismo non si sia mai avvicinata alle top-30. E non è un caso che nel tie-break abbia sbagliato due volèe non impossibili che avrebbero potuto fare la differenza.

Siamo quindi 2-0. Salvo cataclismi, Francesca Schiavone firmerà il 3-0 e la truppa italica tornerà a casa piena di gloria, forte del terzo successo in cinque anni. Un successo meritato, che pone l’accento su una scuola che in campo femminile è una potenza mondiale, ed è una dolce ciliegina sulla torta su un 2010 storico. Lo merita Francesca Schiavone, regina del Roland Garros, lo merita Flavia Pennetta, prima italiana ad entrare tra le top 10 e vincitrice nel Masters di doppio. Lo meritano anche Sara Errani e Roberta Vinci, quest’ultima addirittura imbattuta nella manifestazione. E’ un successo che serve soprattutto a sigillare la qualità del nostro tennis rosa, perché il successo in sé è giunto battendo Alona Bondarenko, Kateryna Bondarenko, Petra Kvitova, Lucie Safarova, Sandra Zahlavova, Coco Vandeweghe e Bethanie Mattek. Nessuna top 10 e nessuna top 20. Al di là di questo, le ragazze italiane meritano questo successo. E Francesca Schiavone merita di siglare il punto decisivo, onore toccato alla Pennetta nel 2009. Sulla carta dovrebbe trovare la Mattek, ma non è da escludere che Maty Joe Fernandez decida di giocarsi le ultimissime chance e rischiare Melanie Oudin.

Riccardo Bisti

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker