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10/11/2010 01:07 CEST - FINALE FED CUP

Ubaldo: dure repliche a tanti post!
Grande Flavia, la Fed Cup è nostra

TENNIS - E' ancora Flavia a regalarci il punto decisivo: la Pennetta batte Coco Vandeweghe e regala all'Italia del tennis la terza Fed Cup in 5 anni. "Ho dato il massimo, stasera tutti a ballare con papà Oronzo". La scheda statistica, le 10 vittorie più importanti nella carriera di Flavia (ricerca di Enzo Cherici) e quelle in Fed Cup. Ubaldo Scanagatta con i contributi da San Diego di Vanni Gibertini e le foto di Luigi Serra.

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Flavia Pennetta ha conquistato quel punto decisivo che tutti si attendevano un'oretta e 19 minuti prima da Francesca Schiavone. L’importante era che qualcuno lo facesse, una di loro due oppure anche le doppiste.
L’Italia vince la sua terza Fed Cup in cinque anni e questo è quel che conta. La vince con merito perché rispetto alle altre squadre in lizza è la squadra più omogenea, più compatta, con due giocatrici, Schiavone e Pennetta che sono praticamente intercambiabili. Se perde una… vince l’altra, due, tre singolari li portano a casa e semmai c’è il doppio.
Se le squadre avversarie non sono altrettanto competitive, peggio per loro. Dobbiamo forse ringraziare anche Mary Joe Fernandez che non ha capito che Coco Vandeweghe, 6 games con la Schiavone, 3 con la Pennetta, non poteva essere competitiva come _ ad esempio _ si è dimostrata  Melanie Oudin (sia pur con la complicità di una Schiavone irriconoscibile).
Ma la Oudin era pur sempre una tennista che era stata capace di battere alcune delle migliori tenniste russe in un avventimento importante come l’US Open un anno fa , e non nel torneo di Rocca Cannuccia. Ora si dirà che parlo con il senno di poi, ma mi pare incredibile che Mary Joe non si sia resa conto dei limiti di mobilità (oltre che di esperienza) di Coco.
Diciamo che ha provato a rischiare il colpaccio e le è andata male. L’Italia poteva perdere una partita _ e l’ha persa inopinatamente e malissimo Francesca Schiavone _ ma non due.

Ora, come scrivevo già sabato notte, mi aspetto celebrazioni a iosa. Magari un altro ricevimento al Campidoglio, una qualche onorificenza da parte del Presidente della Repubblica, e chissà quante cerimonie da qui al maggio prossimo di quelle che profumano di speculazione politica.
Mi pare giusto e doveroso ringraziare le ragazze soprattutto per un aspetto che va al di là dei loro risultati, comunque degni di ammirazione e plauso.
E di ringraziarle cioè per la loro disponibilità. “It takes more than skills to play for your country” come dice lo spot ITF che promuove Davis Cup e Fed Cup. Ci vuole più che non l'abilità, il talento, per giocare per il proprio Paese.
Se quella disponibilità l’avessero anche le migliori giocatrici degli altri Paesi, in Davis come in Fed, queste due manifestazioni sarebbero molto più interessanti e significative. E chi le vince ne sarebbe ancora più orgoglioso.
Purtroppo la stessa ITF pretende di dettare i calendari come e quando gli pare, infischiandosene dei calendari ATP e WTA, programmando spesso gli incontri nel weekend successivo ad uno Slam, di modo che se lo Slam si disputa su una superficie e il match di Davis o di Fed Cup su un’altra, per i migliori giocatori/trici che hanno fatto più strada nello Slam è praticamente impossibile arrivare preparati e “focused”, concentrati come si dovrebbe.
Nonostante tanti bei propositi questi problemi si trascinano da anni. E molti tennisti ormai snobbano le competizioni a squadre se queste si rivelano in conflitto con i loro programmi. A meno che, il prestigio di una vittoria della nazionale, compensi i risultati non sempre straordinari ottenuti a livello individuale.
Lasciamo pure perdere le Williams, che fanno un po’ storia a sè. Ma sono troppe le assenze, in Davis come in Fed, perché l’ITF continui a fare come….Madama la Marchesa …”Tutto va bene”.
Ok, l’Italia del tennis, pianeta rigorosamente donna, oggi gode alla grande, e legittimamene festeggia perché può sbandierare una tripletta mondiale in cinque anni che probabilmente in nessun altra disciplina possiamo vantare. E ce ne faremo credito presso le autorità sportive (il CONI?) e politiche per ottenere magari aiuti e sovvenzioni. Ben vengano, queste, se possono aiutare il movimento, lo sviluppo del tennis.
Ma restiamo con i piedi per terra, però, senza esagerare nelle esaltazioni. Schiavone e Pennetta sono due ottime giocatrici, di cui è giusto sottolineare i grandi meriti (certo conseguenti a grandi sacrifici personali propri e delle loro famiglie) ed andarne dunque più che fieri.
Ma, a parte il fatto che Francesca ha 30 anni e Flavia 28, e alle loro spalle l’unico rincalzo di un certo valore fra le under 25 (e giù fino alle under 18) sembra essere Sara Errani, la situazione del nostro tennis (non solo al maschile, ma perfino al femminile) non è tale da meritare eccessivi sbandieramenti.
Eppure qualcuno ricorderà che io in passato _ subendo anche più d’una critica _ mi sono anche sbilanciato a favore delle testimonial più note del nostro sport.
Mi sono permesso infatti di confrontare icone e mostri sacri dello sport (Vezzali, Trillini, Idem, Compagnoni, Simeoni, Pellegrini, Canins) con le nostre migliori tenniste. Mi sono a suo tempo lasciato andare a sostenere che fra l’arrivare ad essere n.7 del mondo in una disciplina sportiva universalmente praticata da masse intere di atleti come il tennis, ed essere n.1 mondiale di un altro sport invece ignorato da decine e decine di Paesi (quando non centinaia)…beh secondo me ha più valore essere n.7 o n.10 nel tennis.
Sono stato allora accusato di avere una visione di parte, troppo sentimentalmente legata al mio sport prediletto e del cuore, di aver paragonato fenomeni di longevità al vertice mondiale di altri sport, con giocatrici come le italiane Schiavone e Pennetta che _ anche rispetto alle grandissime campionesse come le Court, le Graf, le Evert e le Navratilova, le King e le Seles… _ hanno vinto e fatto pochissimo.
E forse chi mi ha criticato aveva ragione. Ma se ho sostenuto _ magari sbagliando appunto _ che Flavia e Francesca meritavano almeno tanta riconoscenza e stima quanto le campionesse olimpioniche e/o mondiali di scherma, sci, mountain-bike, ciclismo, canottaggio, tiro al piattello etc, e mi si accusava di essere troppo “filo-tennis”, oggi _ se si vuole essere un minimo coerenti _ non mi si può al contempo imputare una colpa opposta.
Non mi si può accusare, cioè, di voler minimizzare gli exploit delle "nostre”, quando non mi sento di perdere la testa per tre vittorie in Fed Cup in cinque anni.
Voglio dire, e forse nel giorno sbagliato _ mi rendo conto _ che pur nel clima di contagioso e generale entusiasmo (fino al telecronista che grida: “Abbiamo conquistato l’America!”), nessuna delle due nostre migliori giocatrici di sempre (con Silvia Farina, non dimentichiamola) può _ o potrebbe _ pensare che bastino tre vittorie in Fed Cup per fregiarsi dell’appellativo di campionissime del tennis.
Francesca ha vinto il Roland Garros al quale partecipavano altre 127 giocatrici e tutte le più forti del mondo: quello sì che è un titolo che vale un titolo mondiale. Perchè avrebbero voluto vincerlo tutte. Williams comprese, Henin inclusa. La Fed Cup no, non è così.
Così quando leggo e sento dire enfaticamente da esimi colleghi e dirigenti_ e chissà quante volte lo sentirò nei prossimi mesi _ “Campioni del mondo, siamo campioni del mondo per aver vinto la Fed Cup”, mi sento un tantino a disagio.
Non vorrei, infatti, sminuirne la portata, dare l’impressione che io non sia grato e super-contento per quanto hanno fatto le quattro azzurre e in particolare Francesca e Flavia, e pure Roberta e Sara.
Ma al tempo stesso non vorrei riempirmi la bocca di un titolo, quello di “campioni del mondo” che a chi conosce davvero la realtà del tennis contemporaneo risulta stridente.
Non sarebbe stridente se io fossi davvero convinto che le nostre tenniste sono le migliori di tutte quelle che oggi, nel 2010, sanno tenere una racchetta in mano.
Ma so che non è vero e non mi sembra giusto di dover fingere di dimenticarlo.  

I 10 grandi successi di Flavia nella Wta:

Filderstadt 2005
Pennetta – Henin 6-4 6-3

Bangkok 2007
Pennetta – V. Williams 6-4 7-6 (8)

Roland Garros 2008
Pennetta – V. Williams 7-5 6-3

Us Open 2008
Pennetta-Mauresmo 6-3 6-0

Mosca 2008
Pennetta – V. Williams 6-4 2-6 6-4

Cincinnati 2009
Pennetta – V. Williams 7-6 (2) 6-4

Us Open 2009
Pennetta – Zvonareva 3-6 7-6 (6) 6-0

Los Angeles 2009
Pennetta – Sharapova 6-2 4-6 6-3

Los Angeles 2009
Pennetta – Stosur 6-4 6-3

Cincinnati 2010
Pennetta – Zvonareva 6-4 6-3

I grandi successi di Flavia Pennetta in Fed Cup:

2003 World Group Primo turno
NOONI, Hanna 6-4 6-3

2006 World Group Semifinale
DOMINGUEZ-LINO, Lourdes 6-2 6-4

2009 World Group Quarti
MAURESMO, Amelie 2-6 7-6(7) 6-4

2009 World Group Semifinale
CHAKVETADZE, Anna 6-4 6-0

2009 World Group Finale
GLATCH, Alexa 6-3 6-1
OUDIN, Melanie 7-5 6-2

2010 World Group Quarti
BONDARENKO, Alona 7-5 7-6(3)

2010 World Group, Finale
MATTEK-SANDS, Bethanie 7-6(4) 6-2
VANDEWEGHE, Coco 6-1 6-2

ITALIA b. USA 3-1

Venue: San Diego Sports Arena, San Diego, CA, USA (hard-indoors)

Francesca Schiavone (ITA) b. CoCo Vandeweghe (USA) 62 64

Flavia Pennetta (ITA) b. Bethanie Mattek-Sands (USA) 76(4) 62

Melanie Oudin (USA) b. Francesca Schiavone (ITA) 63 61

Flavia Pennetta (ITA) b. CoCo Vandeweghe (USA) 61 62

Il doppio non si è disputato.

Flavia Pennetta b. Coco Vandeweghe 6-1 6-2

Ubaldo Scanagatta

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker