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08/11/2010 20:24 CEST - Fed cup

Chi non gioca ha sempre torto

TENNIS - La terza vittoria di Fed Cup mette un sigillo ala stagione più prolifica del tennis azzurro femminile. Le campionesse straniere non si dedicano alla competizione? Problemi loro, noi ci siamo e vinciamo con merito. La forza delle italiane? Aver superato qualsiasi divisione, anche quelle monetarie. Ora speriamo che si riesca a capitalizzare anche nel nostro disastrato settore maschile. Rino Tommasi

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Schiavone, Oudin, Billie Jean King, foto di Luigi Serra
Schiavone, Oudin, Billie Jean King, foto di Luigi Serra

La Fed Cup non è sfuggita all’Italia ed al pronostico. Giunta in riserva all’ultimo chilometro, Francesca Schiavone non è riuscita, come le sarebbe piaciuto, a chiudere la pratica lasciando a Flavia Pennetta, che aveva avuto una stagione meno brillante della sua, la soddisfazione del punto decisivo. Sarebbe però ingeneroso dimenticare quello che Francesca ha fatto per il nostro tennis, nessuno negli ultimi 30 anni, ha fatto più di lei.

Non c’è stato bisogno del doppio. Le nostre preoccupazioni sono state spazzate via quando la Pennetta, che pure aveva perso il servizio nel primo game del suo incontro, è diventata la padrona del match e non ha lasciato alcuna speranza alla sua avversaria, la giovane Vanderweghe, ed a Mary Jo Fernandez, la capitana delle ragazze USA. Quest’ultima si sarà probabilmente chiesta se non fosse stato un errore lasciar fuori, nella prima giornata, Melanie Oudin protagonista, indipendentemente dalla crisi della Schiavone, di una prova molto positiva ma ormai inutile.

Tutto sommato la terza vittoria italiana in Federation Cup acquista, nel modo in cui è arrivata, maggior valore perché ha dimostrato la completezza della nostra squadra e la assoluta disponibilità delle nostre ragazze alle quali va il grande merito di nascondere la crisi di valori che purtroppo da qualche anno caratterizza il settore maschile del nostro tennis. Non è un nostro problema se le sorelle Williams hanno cose più importanti a cui pensare. Non è un caso che gli Stati Uniti non vincano la Fed Cup dal 2000 anche se le due sorelle in questi anni hanno collezionato, in singolare ma anche in doppio, molti titoli del grande slam. Ugualmente non è colpa nostra se la Russia ha mandato negli Stati Uniti per giocare una semifinale, insieme alla Dementieva, la sua tredicesima giocatrice, Alla Kudryatseva, numero 60 della classifica mondiale, se le due campionesse belghe hanno fatto a turno, negli ultimi anni, nel rendersi indisponibili per la gara a squadre e se le serbe Jankovic e Ivanovic non considerano la Fed Cup una loro priorità.

Sono anni che nella nostra nazionale femminile non si fanno più capricci. Nel 2001 Silvia Farina, che era la nostra prima giocatrice, rinunciò ad un paio di convocazioni ed anche più recentemente certi malumori per una discutibile distribuzione di premi e riconoscimenti sono stati disinvoltamente coperti. Il successo è una straordinaria medicina e le nostre ragazze ne hanno garantito molto, nei tornei individuali ed in Fed Cup. Il trionfo di Francesca Schiavone al Roland Garros ma anche il sesto posto raggiunto nella classifica del computer, sono risultati che al nostro tennis mancavano dai tempi di Adriano Panatta. Di questo dobbiamo ringraziare le nostre giocatrici augurandoci che alle loro spalle nascano ricambi adeguati. Quattro finali e tre vittorie nell’arco di cinque anni ed un titolo dello Slam sono un patrimonio che va difeso e possibilmente consolidato nell’attesa che il nostro tennis trovi rapidamente un maggiore equilibrio nei due settori nei quali si divide.

Rino Tommasi

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker