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11/11/2010 00:24 CEST - WTA tour

2012: fine di una epoca per la WTA?

TENNIS - Nel 2012 il tennis femminile si prepara a una svolta epocale a causa dei probabili ritiri di molte dominatrici l’ultimo decennio. Quali scenari si prospettano dopo che le Williams, Clijsters ed Henin avranno smesso? Tra le giovani non si scorgono potenziali dominatrici. E poi, che percorso tecnico si sceglierà? Andremo avanti con il power tennis o ci sarà un ritorno ai gesti più classici? Carlo Caccia Dominioni

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Il 2012, con lo svolgimento dellee Olimpiadi di Londra, rappresenta un sicuro punto di svolta per il tennis femminile.

Dopo l’inaspettato ritiro dall’attività agonistica di Elena Dementieva anche Kim Clijsters, fresca vincitrice del Master di Doha, ha da poco confermato in un’intervista al “The Guardian” di volersi dedicare a tempo pieno, dopo le Olimpiadi, alla propria famiglia. Se alla belga aggiungiamo le sorelle Williams, che molti danno prossime al ritiro e che, in ogni caso, non hanno mai smentito la possibilità dopo aver avuto l’occasione di giocarsi il titolo olimpico sull’amata erba di Wimbledon, la belga Justine Henin che tra due anni sarà prossima ai trenta, Maria Sharapova che sembra aver perso la voglia e la determinazione che l’avevano portata a vincere uno Slam a soli 16 anni e ha un fisico usurato dagli infortuni e la Safina che sembra essersi completamente eclissata, lo scenario si fa quantomeno preoccupante. A questo punto due domande sorgono spontanee: da chi sarà composta la Top Ten a partire dal 2013? E da un punto di vista tecnico si andrà avanti sulla strada del power tennis introdotto dalle Williams o ci sarà un ritorno al tennis classico?

Proviamo a rispondere con ordine a queste domande.

Tra le giovani al momento in attività, quella che pare la più affidabile protagonista per il futuro è sicuramente Caroline Wozniacki. Non tanto per i risultati o per le caratteristiche tecniche, quanto per il fatto che ha più volte dimostrato una solidità a livello mentale che fa difetto a molte delle sue coetanee. Se la danese pare una scommessa quasi ovvia, così si potrebbe anche dire di altre giocatrici dal probabile futuro nell’elite del tennis quali Victoria Azarenka, che, pur fragile nel gestire i momenti di pressione, ha un tasso tecnico superiore a gran parte delle giocatrici e Agnieszka Radwanska che negi ultimi anni ha dimostrato di avere i numeri per poter restare stabilmente al Top.  E le altre? La Pavlyuchenkova ha ancora molti limiti soprattutto fisici ma è una credibile pretendente ai piani alti della classifica, la Rezai e la Wickmayer sono due “cavalli pazzi”, entrambe molto discontinue, ma con un potenziale di primissimo ordine e allenate da un coach, Patrick Mouratoglou, di assoluto valore. C'è poi Petra Kvitova, che quest’anno a Wimbledon ha fatto intravedere punte di rendimento molto alte. A queste si possono aggiungere anche giocatrici che hanno già raggiunto discreti risultati come la Cibulkova, la Kirilenko, la Peer e soprattutto la Oudin, ma anche giovanissime come Hercog e Halep, che hanno dimostrato numeri interessanti e hanno il tempo dalla loro parte.

Da questo elenco è stata volutamente esclusa Ana Ivanovic nonostante i soli 23 anni, e nonostante abbia già occupato la prima posizione mondiale dopo aver provato la gioia di vincere un torneo dello Slam. La bella Serba, infatti, ha le qualità tennistiche e caratteriali per essere una sicura protagonista del tennis ma deve dimostrare di essere definitivamente uscita dalla crisi, in cui è finita da due anni a questa parte, e che l’aveva fatta addirittura uscire dalle top 50.

A questa rosa di giovani giocatrici, vanno poi aggiunte alcune tenniste che nel 2013 avranno ancora qualche anno di carriera davanti e che, in assenza delle attuali Top Players, potrebbero togliersi qualche importante soddisfazione. Tra queste vi sono la Jankovic, la Zvonareva e la sciagurata Kuznetsova, che è in crisi tecnica e di fiducia. Tuttavia "Sveta" ha più provato più volte di poter battere chiunque e vincere tornei del Grande Slam.

Un capitolo a parte lo meritano le nostre ragazze Italiane, agli onori della cronaca in questi giorni dopo la terza vittoria in Fed Cup. Come fatto notare più volte da Rino Tommasi, il problema maggiore del movimento tennistico nostrano è che le due giocatrici di punta, Schiavone e Pennetta, non sono più giovanissime e i ricambi, con tutto il rispetto per Vinci, Errani e Oprandi, non sembrano al loro livello. Se a questo poi si aggiunge che le attuali giovanissime quali Corinna Dentoni e Camila Giorgi, sono ancora ben lontane dal poter competere con le prime 100, allora il quadro non è dei più rosei.

Una volta analizzate in dettaglio le giovani dal futuro più promettente, è giunto il momento di fare alcune considerazioni a livello tecnico sul movimento tennistico femminile. Le ultime due decadi hanno visto prendere il sopravvento del Power tennis introdotto da Monica Seles e sviluppato dalle Williams, chiave del successo non solo delle sorellone afroamericane ma anche delle russe. Le eccezioni al dominio dello strapotere fisico, l’abbiamo già detto molte volte, sono pochissime: la Henin e il suo meraviglioso rovescio a una mano, l’eterna Date, l’estrosa Schnyder, la Martinez Sanchez con il suo tennis d’attacco e le nostre Schiavone e Vinci. Le variazioni sono andate scomparendo, soppiantate dal tennis monocorde di giocatrici che pressano da fondo campo senza sapere come seguire un attacco a rete o di come fare una smorzata per spezzare il ritmo dell’avversaria. Quel che è peggio è che questa tendenza si sta ulteriormente rafforzando negli ultimi anni, anche perchè va dato atto a Venus e Serena che la loro grande differenza, rispetto in primis alle russe, è proprio il fatto di saper fare più cose, soprattutto in termini di gioco di volo, come dimostrano gli 11 Slam vinti dalle due in doppio. Differenza che ancora oggi dopo tanti anni, sta permettendo ad entrambe, seppure a mezzo servizio, di essere ancora protagoniste.

A questo punto non resta che prendere atto dei cambiamenti di un tennis femminile che parla sempre più le lingue dell’est Europa e meno quella di nazioni dall’importante tradizione tennistica (Stati Uniti su tutte) e che non ha ancora assistito alla prevista ondata delle tenniste cinesi che per adesso si limitano a Li, Zheng e a qualche giocatrice di secondo piano. Un movimento sempre più povero di talenti cristallini e di personalità accattivanti e che fanno discutere. Non resta che sperare nel prepotente e inaspettato arrivo di qualche tennista che con il suo Serve and Volley stile Martina Navratilova o con il suo tennis fatto d’improvvise invenzioni come quelle di Martina Hingis, possa farci rivivere le emozioni di match e di grandi rivalità passate alla storia quali Navratilova-Evert, Seles-Graf o la più recente Williams-Hingis.
 

Carlo Caccia Dominioni

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker