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13/11/2010 20:59 CEST - Atp tour

Federer avanza Murray la spunta

TENNIS - Contro il ceco Stepanek pronostico rispettato dal campione di Basilea che fatica solo nel primo set per vincere la resistenza di un dignitoso avversario e si qualifica per i quarti di finale vincendo in due set (6-4 6-3). Affronterà Melzer. Murray piega la resistenza di Cilic in tre set (7-6 3-6 6-3), se la vedrà con Monfils. Duilio Rabottini e Rossana Capobianco

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Murray b. Cilic 7-6 3-6 6-3

Non ha sofferto come con Nalbandian, Andy Murray, contro Marin Cilic, ma ha comunque rischiato molto. Malgrado la partita con l'argentino di mercoledì l'avesse risolta, oltre che con la collaborazione del suo avversario, anche con un atteggiamento più propositivo, oggi è tornato alla sua indole "corro e mi piace farlo", subendo a tratti i colpi definitivi del croato, che però non ha -e forse mai avrà- il killer-instinct del campione vero.

Sul nuovo veloce campo di Bercy i servizi la fanno da padrone, spesso e volentieri, e così avviene per i primi 4 giochi di questo match: nel quinto game Cilic, certamente più aggressivo del suo avversario, sebbene spesso non preciso, riesce a breakkare lo scozzese mettendogli pressione in risposta. Nel gioco successivo, il croato deve salvarsi dallo 0-40, e lo fa con estrema autorità con azioni veloci e prime di servizio. Ma Cilic, come sovente gli accade, si scioglie proprio sul più bello: serve per il set, sul 5-4, e gli trema il braccio. E' soprattutto il dritto ad essere falloso, e lo condanna a rimettere in gioco il non irresistibile scozzese di stasera.

Ad inzio Tie Break Cilic è scatenato, doppio mini-break, 4-0, propositivo e straripante. E naturalmente anche qui, Marin perde quella cattiveria e autorità che gli avrebbe permesso di vincere molte partite importanti alla fine perse in pochi punti. Arriverà a set point sul 6-5, ma Murray trova nel servizio il proprio salvagente nei momenti pericolosi di questo match, e alla fine la spunta per 8 punti a 6.

La nota positiva è che Cilic non esce dal match e continua a produrre buon gioco, migliorando anche le soluzioni di dritto. La battuta funziona di più e ciò gli permette di giocare in maniera più disinvolta nei game di risposta. Durante il sesto gioco, ce la fa: prende il break che poi riuscirà a capitalizzare fino alla conquista del secondo set: 45 minuti di continuità sono stati sufficienti a fare la differenza.

Il calo, però, è prevedibile: gioca un game terribile, il quarto del terzo set, pieno di errori, che Murray è bravo a procurare con palle morbide sulle quali il croato fa fatica ad organizzarsi e a coordinarsi. La partita finisce lì, Andy prende il break decisivo e corre ai quarti. Stessa ora, stesso posto, domani sera: contro il finalista dello scorso anno, quel Gael Monfils che oltre a non voler perdere punti importanti qui a Bercy, cerca anche di convincere Forget a schierarlo nell'appuntamento che più di tutto la Francia del tennis aspetta con ansia: la finale di Coppa Davis.

Rossana Capobianco

Federer b. Stepanek 6-4 6-3

Sulla carta non c’è storia e non solo perché sono di fronte il numero due al mondo ed il numero 41 del ranking. Basta controllare gli scontri diretti ed il 9-2 a favore del campione di Basilea non lascia troppe chance al ceco, vittorioso solo in un’occasione. Peraltro, bisogna risalire al 2002, un’era fa per il tennis odierno, quando Stepanek si impose sulla terra di Gstaad. E poi come dimenticare maggio del 2008? Ma in un match valevole per i quarti al Foro Italico e quindi sul rosso, Radek regalò una delle sorprese maggiori di quell’edizioni del Masters 1000 di Roma.

Senza storia, invece, l’ultimo confronto tra i due di appena sei giorni fa, proprio a casa Federer, nei quarti degli Swiss Indors di Basilea. L’unico giocato quest’anno anche perché Stepanek è tornato a giocare a certi livelli dopo una lunga fase di passaggi a vuoto, dovuta in gran parte al fatto di essere stato colpito dalla mononucleosi. Poi, a luglio il matrimonio con la Vaidisova e la lenta e difficile ripresa dopo un lungo periodo di inattività. Nella partita di venerdì scorso, in poco più di un’ora di gioco, l’elvetico aveva letteralmente spazzato via l’ex numero 8 del mondo con un perentorio 6-3 6-2.

Parte con un ace il numero 2 al mondo, tanto per far capire all’avversario chi comanda in campo. Altri due ace nel primo gioco del match e si capisce subito che musica si sentirà stasera nella capitale parigina. Radek lo imita subito chiudendo, anch’egli con una bomba al servizio, il secondo gioco, ma nel terzo game è Federer a dover fronteggiare due palle break (la prima delle quali annullata, manco a dirlo, con il solito ace). L’interminabile quarto gioco può fornire la chiave di lettura del primo set ma, sepur a fatica, Steps rimane in carreggiata. Tutto, però, depone, contro il giocatore di Karvinà benché proprio a Parigi Bercy, anche se la bellezza di sei anni fa, il buon Radek si rivelò al pubblico degli appassionati arrivando in finale, poi persa al cospetto di Marat Safin.

Ma, al di là dell’indubbia superiorità tecnica e di potenza atletica, a far pendere decisamente l’ago della bilancia dalla parte del sei volte vincitore di Wimbledon sono soprattutto le motivazioni dello svizzero. Che sono fortissime nonostante la qualificazione al Master di Londra è già nel cassetto da parecchio tempo. Lo scorso anno, infatti, a Bercy, Roger fu sconfitto clamorosamente all’esordio, dopo aver avuto un bye al primo turno, per mano del non irresistibile francese Benneteau. Per cui, in caso di successo in questo torneo (che, tra l’altro, non ha mai vinto), riavvicinerebbe la prima posizione del ranking occupata dall’amico-rivale Rafa Nadal.

Federer, che serve con il 75% di prime palle, vince a zero il quinto gioco portandosi sul 3-2. La replica immediata di Stepanek indica che nella prima mezz’ora di gioco regna un insospettabile equilibrio. Ma in pochi sono a credere nella tenuta mentale e fisica dell’ex boy-friend della Hingis. Eppure il servizio continua a sostenere il ceco e Federer va un pò a sprazzi. Ma la svolta arriva nel decimo gioco. Stepanek bisticcia con le prime palle e sua Maestà Federer ne approfitta. Un doppio fallo del ceco spiana la strada all’elvetico che si porta sul 15-30. Poi sulla seconda del ceco, Federer alza il ritmo e l’avversario è costretto a concedergli due palle break. Gli serve la seconda per chiudere il primo set in 43 minuti dopo un eccellente passante di dritto su cui il marito di Nicole Vaidisova non può far nulla. Il match sembra in discesa per il giocatore allenato da Paul Annacone ed in effetti l’avvio del secondo set conferma questo clichè. Un fantastico lob di rovescio fa guadagnare ancora due palle break al pluricampione. Anche qui al secondo tentativo Federer fa centro con una risposta mozzafiato di rovescio e vola sul 2-0.

Per il numero 41 del mondo, a questo punto, è notte fonda e l’impresa del Foro Italico sembra uno sbiadito ricordo. Federer mette a segno, intanto, l’ottavo ace e per Radek comincia a materializzarsi il rischio di una sorta di calvario. Tuttavia, trova la forza di resistere il 32enne ceco e prova a limitare i danni ma il destino è ormai segnato. Roger si regala qualche pausa ma per riaprire la partita non basterebbe lo Stepanek di qualche stagione fa. Finisce 6-4/6-3 in 1 ora e 19 minuti Tutto previsto. Rispetto alla sfida della settimana scorsa, il fenomeno di Basilea impiega solo 18 minuti in più di gioco ma la sostanza non cambia. Venerdì nei quarti Federer se la vedrà con l’austriaco Melzer che ha superato a sorpresa lo spagnolo Ferrer, giustiziere del nostro Fognini.

Duilio Rabottini

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker