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17/11/2010 11:35 CEST - Bilanci 2010

WTA: I grandi exploit del 2010

TENNIS - Il 2010 è stato caratterizzato da numerosi exploit di giocatrici che non sono poi state in grado di riconfermarsi protagoniste. Ripercorriamo le sorprese più eclatanti: in Australia abbiamo avuto Jie Zheng in semifinale, la stagione sul rosso ha dato gloria a Martinez Sanchez e Rezai, mentre a Wimbledon sono emerse Petra Kvitova e Tsvetana Pironkova. Carlo Caccia Dominioni

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Maria Jose Martinez Sanchez - Foto di Monique Filippella
Maria Jose Martinez Sanchez - Foto di Monique Filippella

Ogni anno ci sono giocatrici che, in un particolare torneo, tirano fuori il meglio di se stesse, raggiungendo risultati eccezionali a cui però non danno seguito durante il proseguimento della stagione.

Il 2010 si è caratterizzato da un gran numero di exploit inaspettati a cominciare dalla semifinale agli Australian Open raggiunta dalle due cinesi più famose, Na Li e Jie Zheng. Mentre per la prima l’exploit Down Under è stato poi confermato da un’annata piuttosto solida che, nonostante i tanti infortuni, le ha permesso di chiudere l’anno in undicesima posizione e di sfiorare la qualificazione al Master di Doha, così non si può dire per la Zheng. La giocatrice del Sichuan, già semifinalista a Wimbledon nel 2008, dopo Melbourne non ne ha più azzeccata una, infilando una serie di primi e secondi turni a fronte di due soli quarti di finale (Indian Wells e Montreal) ed essendo come l’amica e connazionale costretta più volte ai box per infortuni vari.

I tornei Mandatory di marzo sul cemento americano si chiudono senza particolari sorprese, con le vittorie di Jelena Jankovic a Indian Wells sulla Wozniacki e di Kim Clijsters su una Venus Williams menomata dall’infortunio al ginocchio che poi la terrà fuori per gran parte dell’anno.

Le grandi sorprese arrivano invece con la stagione sul rosso, a cominciare da Roma. Il torneo vede alla griglia di partenza numerose top Players e specialiste della terra battuta, ma si conclude con l’inaspettata vittoria di Maria Josè Martinez Sanchez.
La tennista gioca un torneo perfetto, avendo ragione tra le altre della nostra Schiavone, della Wozniacki e della Ivanovic e si ritrova in finale con Jelena Jankovic, già due volte vincitrice al Foro Italico. I pronostici sembrano segnati per la mancina spagnola, alla sua prima finale in un torneo così importante e sconfitta in due facili set nell’unico precedente su terra tra le due. E invece cosa succede? Succede che la Martinez Sanchez gioca una partita tutta d’attacco, con serve and volley e continue discese a rete anche sulla seconda di servizio, stordendo la furibonda Jankovic con una serie di palle corte millimetriche che la mandano completamente fuori giri. E’ il trionfo di un tennis ormai quasi scomparso dai nostri campi, che manda in visibilio il pubblico romano e fa pensare al possibile avvento di una nuova Top Ten che, con il suo gioco ricco di variazioni, crea disagi a tante tenniste abituate al solo pressing da fondo campo. Roma, tuttavia, si rivela solo un’illusione perchè da quel momento la giocatrice di Yecla scompare ad alti livelli e al Roland Garros, dove era indicata da tanti come una possibile candidata a un torneo di primo piano, rimane subito vittima ancor prima della tensione più che della mastodontica Akgul Ammanmuradova. La sua seconda parte di 2010 è poi costellata da una sfilza di infortuni e dolorose uscite ai primi turni.

La settimana successiva il circuito femminile si sposta a Madrid torneo Mandatory che, come confermato candidamente da Serena Williams, è poco amato da tennisti e tenniste data la vicinanza al Roland Garros e la differenza di condizioni di gioco dovuta all’altura. Anche nella capitale spagnola è tempo di grandi sorprese, che in questo caso portano il nome della francese di origini iraniane Aravane Rezai. Aravane, ragazza che ha avuto un’infanzia travagliata a causa delle scarse disponibilità finanziare della sua famiglia e conosciuta per un carattere spigoloso che non la rende simpatica a molte colleghe, ha sempre mostrato grandissime potenzialità. Il suo è un tennis fatto di colpi potentissimi che le permette per lunghi tratti del match di nascondere la palla alle sue avversarie, il suo problema è l’incapacità di mantenere la continuità in partita e ancora di più nell’intero torneo. A Madrid però sembra cambiare tutto, la Rezai gioca alla grande con Petkovic e Jankovic in semifinale, entrambe cariche di emozioni a causa dell’evidente rivalità e antipatia tra le protagoniste e poi in finale abbatte una Venus Williams parsa più che altro sorpresa dalle bordate della francese. Anche per lei, tuttavia, il resto dell’annata si rivela al di sotto delle aspettative con l’incredibile sconfitta al secondo turno a New York per mano della giovanissima Beatrice Capra e si chiude con la pesante débâcle patita da Alisa Kleybanova al Masterino di Bali dov’era campionessa uscente. La stagione su terra rossa si conclude con lo Slam di Parigi dove sicuramente tutti ricordano l’incredibile quanto inaspettato exploit della nostra Francesca Schiavone, su cui però hanno gia scritto in molti e che comunque non si è rivelato isolato perchè confermato da una stagione vissuta ad altissimi livelli dalla veterana milanese.

A Giugno è tempo di Wimbledon, torneo che negli ultimi anni ha fatto registrare il maggior numero di sorprese (non ultima la finale di Marion Bartoli nel 2007, giocatrice non proprio abituata a questo tipo di palcoscenico) data anche l’allergia di molte delle attuali top players ai prati londinesi. Il tabellone allineato alle semifinali vedeva oltre alla solita Serena Williams, una che difficilmente sbaglia nei tornei che contano, anche Vera Zvonareva e soprattutto le due giovani promesse Petra Kvitova e Tsvtana Pironkova.
La mancina Kvitova mette in mostra durante tutto il torneo, un gioco davvero efficace fatto di grandi servizi e botte da fondo campo con entrambi i fondamentali, ma anche una buona sensibilità a rete degna della grande scuola ceca. In ottavi di finale lascia la miseria di 2 giochi a Wozniacki, rifilando anche un cappotto alla futura numero 1 al mondo e si arrende con onore solo alla futura vincitrice del torneo dopo averla portata al Tie break nel primo set. La bulgara Pironkova, dal solido rovescio bimane e dal diritto un pò ballerino si rende protagonista della più grande sorpresa del torneo lasciando la miseria di 5 giochi alla pluricampionessa e grande esperta dell’erba di Wimbledon Venus Williams. Tsvetana sembrava destinata a essere facile preda dell’americana, parsa in discrete condizioni nei giorni precedenti e favorita per un posto in finale come accaduto 8 volte negli ultimi 10 anni, e invece le ha inflitto una sconfitta dolorosissima come già era successo al primo turno degli Australian Open nel 2006. Si è poi arresa solamente in semifinale, non senza aver spaventato, almeno per un set, la ben più esperta Zvonareva. Per entrambe le giocatrici, il livello di gioco mostrato a Londra non sarà riconfermato da un’estate avara di risultati che le ha portate a chiudere l’anno rispettivamente in 34esima e 35esima posizione nel ranking ma che fa ben sperare per un futuro da grandi protagoniste.

L’estate americana e la trasferta asiatica del dopo Us Open sembrano aver ristabilito le consuete gerarchie con il dominio assoluto di Wozniacki, Clijsters e Zvonareva.
Nè l’incredibile filotto di vittorie della danese nè la seconda affermazione consecutiva a New York di mamma Clijsters hanno però cancellato i ricordi di un 2010 comunque ricchissimo di sorprese e di exploit di giocatrici che hanno poi faticato a riconfermarsi ad alti livelli con una certa continuità.

Carlo Caccia Dominioni

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker