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19/11/2010 00:18 CEST - Tennis & Finanza

E i tennisti sarebbero ricchi?

TENNIS - Viaggio fra le difficoltà quotidiane che devono affrontare i connazionali di Roger Federer. Chiudinelli, Allegro e Bohli parlano della propria carriera e di come sia difficile mantenersi giocando a tennis quando si gravita intorno al 100° posto. Chiudinelli non ha la macchina, senza gli sponsor Allegro dovrebbe cambiare mestiere e Bohli guadagna di più con una wild card che vincendo un challenger. Per diventare ricchi non basta il talento...da Parigi, Davide Zirone

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Se Roger Federer può nuotare sui soldi alla Paperon de Paperoni, non vuol dire che tutti i tennisti guadagnino una fortuna, anzi, sono molti i giocatori professionisti che faticano a sostenere le spese imposte dallo sport. Per renderci conto della situazione, analizziamo la situazione degli svizzeri, i connazionali del numero 2 mondiale: Stanislas Wawrinka, Yves Allegro, Marco Chiudinelli, ecc. Questi ragazzi praticano lo stesso sport, sono anche amici ma devono affrontare quotidianamente situazioni diverse. È chiaro come per poter guadagnare bene bisogna raggiungere livelli alti: il tennis professionistico diventa una buona fonte di ricchezza quando un giocatore riesce a mantenersi intorno all’80° posizione in classifica, ci si deve autofinanziare le spese quando ci si aggira fra i 200 top player, ma si rischia di andare in rosso dalla 250° posizione in poi. Al di sotto, infatti, il calendario dei tornei è dettato dal proprio conto bancario.

CHIUDINELLI - Marco Chiudinelli ha analizzato la situazione in un’intervista al giornale elvetico “Le Temps”: “Il difficile del tennis è che tu puoi anche essere forte e motivato, ma se vieni da una famiglia povera non hai nessuna possibilità di sfondare. È uno sport in cui bisogna investire molto prima di poter coprire le spese. Io stesso, senza l’aiuto dei miei genitori, degli sponsor o della federazione, non sarei mai potuto diventare numero 3 nel mio paese.”

NATO CON LA CAMICIA?! - Chiudinelli ha, infatti, avuto la fortuna di essere nato in una famiglia normale che ha potuto finanziargli i primi anni nel circuito pro. “Nel 2000, 2001, 2002 guadagnavo circa 7000 euro giocando gli interclub in Svizzera e Germania. Ero classificato intorno alla 350° posizione ed i miei genitori pagavano quasi tutte le mie spese, altrimenti avrei dovuto smettere.” Ma dal 2004 si è reso più indipendente grazie ai suoi risultati ed ad uno sponsor che, cosa molto importante, lo finanzia anche durante i periodi di infortuni. “È una somma relativamente alta, non copre tutte le mie spese, ma mi permette di poter pianificare dall’inizio il mio budget e di potermi permettere il lusso, per esempio, di portarmi nei tornei il mio fisioterapista personale.” Con il restante paga le altre spese e, come ogni comune mortale, mette da parte ogni tanto una piccola quantità di risparmi. Anche il suo tenore di vita è modesto: “Quando sono in Svizzera, cioè per circa 50 giorni l’anno, sto dai miei genitori. Quando mi alleno, invece, dormo in un piccolo monolocale in Germania che non costa caro e… ovviamente non ho nessuna automobile”.

LA SVOLTA – Un passo importante l’ha compiuto un anno fa, quando entrò nel top 100. Non solo dal punto di vista sportivo e del prestigio, ma anche perché entrare nel main draw dei tornei del Grande Slam senza passare dalle qualificazioni è sinonimo di più punti e più denaro ottenibili, oltre alla evidente possibilità di mettersi in mostra. Infatti, per esempio, a chiunque venga inserito nel tabellone principale a Flushing Meadows è garantito un assegno minimo di 19000 dollari, cifra destinata a lievitare dopo ogni vittoria. L’anno scorso Marco è uscito al secondo turno portando a casa 46000 dollari. “Se giochi il doppio ed il singolare ed esci subito, vinci 24000 dollari lordi, ma è anche vero che in tanti tornei rischi di non vincere quasi nulla”.

BOHLI – Il numero 4 svizzero, ha vinto 4300 euro al torneo Challenger di Recanati ed altri 5400 per la finale al Challenger di Rennes. Agli Swiss Indoors di Basilea (ATP 250), i due hanno ricevuto una wild card che gli ha permesso di intascare 8400 euro. Poco a che vedere con il suo primo anno in ATP, durante il quale vinse in tutto 1700 euro. Solo oggi, numero 122 in classifica, può affermare di essere in grado di mantenersi grazie al tennis, eppure l’ammontare dei suoi benefici in tutta la carriera è di 453. 745 dollari, briciole rispetto ai 57. 875 .638 dollari incassati dal 1998 ad oggi, dall’amico Federer.

ALLEGRO - Per quanto riguarda le spese di un tennista, prendiamo il caso di Yves Allegro, numero 107 ATP nel ranking di doppio, che ha un budget annuale di 80000 dollari e che ne ha guadagnati 39. 801 in quest’anno solare. Da questa somma però bisogna detrarre il 15% di tasse e circa 30000 dollari che copriranno le spese del coach. Senza l’aiuto del suo sponsor, anche lui avrebbe dovuto cambiare mestiere per vivere.

SPESE - Per l’esattezza, se un giocatore comincia l’anno e lo finisce nella stessa posizione, per esempio al 60° posto, si vince circa 400.000 dollari lordi. Un quarto andrà allo Stato per le tasse, quasi la metà servirà a pagare le spese tennistiche (allenatore, fisioterapista, viaggi,…) e, aggiungendo le spese quotidiane, rimane ben poco. Ma Chiudinelli prova a pensare positivo: “Certo è poco rispetto al calcio, ma va detto che è molto rispetto alla maggior parte dei lavoratori in ufficio. Quest’ultimo aspetto è purtroppo spesso dimenticato dai giocatori. Se sei 50° in classifica, in Giappone sarai il numero uno del paese e quindi miliardario con tanti sponsor, se fossi nato in Spagna invece, saresti dodicesimo nazionale, sconosciuto e senza sponsor.” In Svizzera è ancora più difficile, quando vivi nell’ombra di un certo Roger Federer. E poi dicono che la Svizzera è il paese dei ricchi…

Davide Zirone

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker