19/11/2010 20:46 CEST - ATP WORLD TOUR FINALS

Grande prestigio Formula sbagliata

TENNIS - Nonostante una formula che snatura il principio dell'eliminazione diretta, il Masters si è costruito un grande prestigio. Nato nel 1970 grazie a Jack Kramer, ha un albo d'oro da brividi. L'hanno vinto cinque volte Lendl e Sampras, quattro Federer e Nastase, tre Becker e McEnroe. Manca Rafael Nadal, a caccia dell'unico grande titolo che gli manca. Un outsider? I precedenti dicono Murray. I PRECEDENTI TRA I MAGNIFICI OTTO. Rino Tommasi

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Tutti i numeri del Masters (Tommasi)

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Il Masters, che raccoglie a Londra gli otto migliori tennisti del mondo, siè costruito una tradizione malgrado di suoi evidenti difetti. Inutile fare la storia delle molte situazioni di disagio che il Masters ha incontrato durante le 40 edizioni che sono andate in archivio. Il Masters è nato, quasi per caso, a Tokyo nel 1970. Jack Kramer aveva avuto l’idea di un circuito che legasse in un’unica classifica i risultati dei tornei del circuito. Strada facendo Kramer ha trovato anche uno sponsor ed una sede per una manifestazione finale, frettolosamente trovata a Tokyo. I partecipanti sono stati prima sei (vinse Stanley Smith) poi sette (la prima delle quattro vittorie di Nastase a Parigi) ma a Barcellona nel 1972 è stata varata una formula (due gironi di quattro giocatori, semifinali incrociate e finale) che malgrado qualche ritocco è ancora quella attuale. Il recente Masters femminile di Doha ha riproposto il problema che già era emerso a New York a New York quando perdendo da Connors Ivan Lendl si era scelto l’avversario in semifinale. Può accadere che, essendo già qualificato dopo aver vinto i primi due incontri del girone, un giocatore possa, perdendo il terzo incontro, classificarsi primo o secondo nel proprio gruppo e trovare in semifinale un avversario più comodo o più gradito.

Palmares di prestigio
Il torneo ha salvato negli anni il suo prestigio attraverso la qualità dei suoi protagonisti. Ne fa fede il libro d’oro che comprende cinque volte i nomi di Ivan Lendl e Pete Sampras, 4 quellidi Roger Federer ed Ilie Nastase, tre quelli di Boris Becker e John McEnroe ma non quello di Rafael Nadal. Da questa considerazione nasce il maggior motivo di curiosità della 41a edizione che inizia domenica presso il moderno ma scomodo O2 di Londra. Il sorteggio ha diviso in modo abbastanza equilibrato gli otto giocatori. Dalla parte di Nadal ci sono Djokovic, Berdych e Roddick, dalla parte di Federer ci sono Soderling, Murray e Ferrer. La Spagna è l’unico paese che ha due giocatori in gara ma non è una sorpresa, soprattutto se si pensa che il primo degli esclusi, Verdasco, è anche lui spagnolo. Da domenica a venerdì si giocano (due per giornata) gli incontri dei gironi eliminatori, sabato la semifinali, domenica la finale (due set su tre, che è un’anomalia rispetto ai tornei del Grande Slam ma è anche giusto che un torneo che si gioca al meglio dei tre set non cambi distanza in occasione della finale).

Murray possibile outsider
La tabella dei confronti diretti suggerisce che il giocatore con le maggiori probabilità di insidiare il dualismo Nadal-Federer sia Murray, che ha anche il vantaggio del fattore campo. Rafael Nadal si è tolto due sassolini dalla scarpa vincendo gli Open d’Australia e degli Stati Uniti che mancavano alla sua collezione. Gli manca il Masters ma non è del tutto una sorpresa per due motivi perché questa gara si gioca alla fine della stagione e perché si gioca inevitabilmente al coperto, che non è la situazione che Nadal gradisce di più. Detto questo, la speranza è che il maledetto gioco dei gironi non determini situazioni di irregolarità.

I PRECEDENTI TRA GLI OTTO PROTAGONISTI