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25/11/2010 12:44 CEST - Rassegna Stampa del 25 Novembre 2010

Intervista a Francesca Schiavone - "Prigioniera della felicità" (Torromeo e Poli), Paes e Bhupati il tennis ritrova la sua Bollywood (Clerici), Super Nadal, Nole KO (Palizzotto)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Intervista a Francesca Schiavone - "Prigioniera della felicità"

Dario Torromeo, il correre dello sport del 25.11.2010

……Francesca Schiavone, chiudi gli occhi e torna sul Centrale del Roland Garros. Qual è la prima immagine che vedi? «Io che alzo gli occhi al cielo e finalmente respiro libera» Come definiresti con una sola parola quel torneo? «Cuore. Vincere a Parigi è stato come conquistare un grande amore» Cosa è il Masters? «E' l'Olimpo, l'Eden» E come ci si sta? «Da dio. Così bene che ho tanta voglia di tornarci». Sei la più forte tennista italiana di sempre, come ti senti nel ruolo? «Non faccio questo sport per impormi su qualcuno, lo faccio perché lo amo. Tutto quello che è successo appartiene già al passato. E poi ho netta la sensazione di essere continuamente alla rincorsa di qualcosa. Non posso ancora fermarmi a pensare quello che ho realizzato». Che ricordo hai di te giovanissima che, nel gelo invernale di Milano, assieme al papà togli il ghiaccio dal tuo primo campo di allenamento? «Ho un ricordo bellissimo. Lo facevo con entusiasmo, sapevo che pulendo il campo avrei potuto giocare. Da bambino quando sei davanti ad un pallone non ti interessa se e nuovo o ha le pezze. L'importante è giocare. Io ricordo pochissime cose, ma di quelle mattine ho tutto nella mente. E ancora oggi quando chiedo al babbo "Ma non ti spezzavi la schiena?" e lui mi risponde "Non sentivo la fatica, lo facevo per vederti felice", mi commuovo» Sei molto legata ai tuoi. «Sono fortunata ad avere dei genitori così. La famiglia è la mia forza, siamo una roccia che non si può scalfire» Hai un sogno? «Realizzare una mia famiglia» Da quando te lo porti dietro? «Nella mia testa c'è da tanto, ma oggi ho altre priorità». Una famiglia con dei bambini? «Li voglio, anche se fare il genitore mi spaventa». Tu a Tirrenia ti alleni con dei ragazzi classe 1994, sedici anni più giovani di te. Come ti relazioni con loro? «Benissimo. In campo devo picchiare duro altrimenti mi stendono. Mi piace vederli in azione, spesso sono tentata di dargli qualche consiglio. Poi penso che non è giusto. Hanno il diritto di sbagliare» Cosa è per te l'amore? «Il dono più grande della vita» Per avere una famiglia e dei bambini, bisogna essere in due. «Oggi non è il momento di pensare a una vita in due. Come ho detto, ho altre priorità. Con la vita che faccio, ogni settimana una città diversa, sarebbe difficile. Oggi io vivo l'amore in forme differenti». Viaggi tanto, di cosa hai bisogno quando torni a casa? «Del calore, di un tè speciale, di sentire i soliti odori, di lavarmi la roba, di andare a fare colazione dove voglio. Cose semplici, ma che ti mancano quando stai così a lungo fuori». Cosa ascolti al mattino, appena sveglia? «Mozart, è bellissimo» Tu scrivi delle poesie, perché non vuoi che qualcuno le legga? «Ho paura che dai miei versi si possa capire cosa provo, non mi piace mettere a nudo la mia anima». Quando è che ti senti veramente libera? «Quando sono sulla moto. Mi fa impazzire. Quando salgo, metto il casco, poi via: prima, seconda, terza. Improvvisamente sento una sensazione di libertà, di leggerezza» Con la maturità di oggi, quali sono gli errori che ti saresti risparmiata da giovanissima? «Non mi sarei chiusa nel mio mondo, mi sarei relazionata molto di più con le altre persone, non mi sarei presa troppo sul serio, mi sarei lasciata andare un pochino di più, avrei goduto sia degli errori che dei momenti allegri» Come racconteresti il tuo 2010 a chi non ti conosce? «Gli direi che nella mia vita ho realizzato un sogno, ho mantenuto una promessa che avevo fatto per la prima volta a me stessa quando avevo 18 anni» E se guardi nella palla di vetro, come ti vedi nel 2011? «Come una donna che affronta ripide montagne» Il prossimo anno sarai un'osservata speciale «Adesso lo senti anche tu, io lo sento da un po', ma sembra che nessuno riesca a capirmi» Come pensi di difenderti da questa situazione? «E perché dovrei difendermi? E' quello che volevo. Quello che ho sempre desiderato. Ho lavorato tanto per ottenerlo, voglio godermi questo momento» Dopo il trionfo del Roland Garros, in tribuna, i tuoi amici, i tecnici, tutti quelli che ti conosceva piangevano. Solo tu ridevi. «Sono riuscita a piangere solo tre mesi dopo. Da sola. Tre mesi senza una lacrima, io che mi commuovo per tutto. Mi chiedevo: perché sono diventata di ghiaccio? Poi, finalmente, mi sono lasciata andare» Ancora una vittoria in FedCup, come ci si sente a giocare per l'Italia? «Avverto una grande motivazione, uno stimolo che solo questa competizione riesce a darmi». La pressione si divide per quattro? «No, in ogni caso sei da solo in campo» Il presidente Binaghi ha detto che ti vede anche come capitano di Davis. Nel mondo non c'è mai stata una donna alla guida di una squadra della Coppa maschile. «Saremo i primi».

Schiavo infinita «Mi do un 10 ma non mi accontento»

Marisa poli, la gazzetta dello sport del 25.11.2010

Quindici giorni senza racchetta, in mezzo una settimana di vacanza in California nel dopo Fed Cup: la stagione di Francesca Schiavone è già ricominciata, a Tirrenia. Gli allenamenti sotto l'occhio di Renzo Furlan e con i ragazzi del college come sparring partner, il pranzo al ristorante del centro Coni al tavolo con gli altri, Franci non è cambiata dopo la stagione più bella della sua vita, dal trionfo del Roland Garros, alla top ten, alla terza Fed Cup. Il primo appuntamento in campo è per il 1 gennaio, Hopman Cup a Perth, il primo segno è la vescica che si è aperta sulla mano destra dopo i primi giorni con la racchetta. Dove ha messo la terra del Roland Garros che si è portata a casa? «Dentro al trofeo, che è poi la miniatura di quello vero. Appena entro in casa, sulla destra. Ogni volta che lo vedo provo una sensazione di tenerezza, di dolcezza, di stare bene». Ripensa spesso ai giorni di Parigi? «Alle cene vengono sempre fuori cose strane su quei giorni. Cerco di non ricordarli in campo, durante i tornei, perché ho visto che non fa bene». E' cambiato il rapporto con le colleghe? »Mi conoscono bene. Negli ultimi due o tre anni mi sono anche aperta di più. Ora che sono nel Players Council vengono anche a chiedermi consigli: ho delle responsabilità, non posso più dire stupidate. Scherzo: io sono questa e non ho intenzione di cambiare». A18 anni dichiarò: il Roland Garros sarà mio. A 30 anni se l’è preso. Dove trova la voglia di continuare? «A me piace il nuovo, giocando ad altissimo livello ho sentito che non ho ancora finito, che mi manca ancora un pezzettino per terminare il puzzle». Ha rinunciato a qualcosa per il tennis? «A qualche cena con gli amici, a qualche ora di sonno. Ma in realtà non mi sto privando di nulla. Penso di essere fortunata, felice, anche al di fuori di quello che ho fatto. Mi vado bene così. inclusi i difetti, e ne ho tanti, però per me è bello anche sentirsi in salita, tirare fuori i dubbi, le insicurezze. Mi piace mettermi in discussione. non mi Dare una debolezza». A trent'anni e diventata saggia? «No, sono sempre stata così, è che adesso stanno arrivando le cose più belle». Il Masters? «Mi ha dato la consapevolezza di essere grande. La prima partita l'ho persa ma l'ho avuta in mano, la seconda contro la numero 1 del mondo l'ho giocata alla pari. Ci sono andata più vicino di quello che è sembrato dall'Italia. Mi sono resa conto che la strada è buona, voglio riprendermi anello che ho mancato nel 2010». Voto alla sua stagione? «Un bel dieci, se me lo passate. Anche se per carattere voglio sempre qualcosa di più». Al Masters à stata votata come la più elegante. «Sì, e anche la più bella e la più intelligente... A un certo punte ho detto: oh, svegliatevi tutti» Ma questa passione per la moda? «Mi trascuro, ma avrò modo di mettere scarpe che non siano da ginnastica, mi curerò le mani. Un giorno, ora non penso a dopo». Che cosa chiede al 2011? «Di crescere ancora un pochino, ho trent'anni ma non c'è limite d'età per raggiungere certo obiettivi, per poter dire un giorno al mio bambino ho vinto questo trofeo, ho fatto questo». Se fosse un vino? «Un Nero d'Avola, forte da far girar la testa. Me l'ha fatto conoscere Federica (Ruzzenente, manager e amica, ndr.)». Se fosse un piatto? «Trofie con mozzarella, pomodorini e un no' di peperoncino». Dalla Schiavone alla Pellegrini, le donne italiane nello sport danno lezione agli uomini. «Ormai succede da un po' di tempo. Esempio: la Vezzali, che conosco da tanti anni e che incrocio anche qui a Tirrenia, è tanto sicura quanto sensibile. Sa vincere in un modo che non ti fa vedere le sue incertezze. Ammiro molto questo suo lato». Invece Francesca com'è? «(pausa) In queste cose temo sempre di sbagliare con le parole». Desideri? «Mi piacerebbe incontrare Gianna Nannini, ma adesso che aspetta un bambino non avrà più tempo. A chi la giudica per una maternità a quell'età, dico soltanto: sono affari suoi». E per il tennis? «Non lavoro sul numero in classifica, mi piacerebbe ampliare . gli orizzonti. A partire dall'Australian Open, un torneo meraviglioso in una terra che ama lo sport, poi gli Stati Uniti. E poi vorrei provare a riconquistare la terra

Paes e Bhupati il tennis ritrova la sua Bollywood

Gianni Clerici, la repubblica del 25.11.2010

Quando aprono il mio enorme ufficio chiamato 02, con la metropolitana della Jubilee Line. Vado lì, saluto la mamma di Murray, che allena una squadra di scozzesini, e mi invita ad un incontro di minitennis con il coach Chris White, che, per pietà, mi risparmia una figuraccia. Poi, dopo il brunch, prendo regolarmente posto in tribuna, e mi metto ad annotare i punti del match tra Roddick e Berdych, che finirà per estromettere l'americano dalle semifinali, e lasciare una piccola chance di qualificarsi al boemo, con questa atroce formula calcistica. Infine, dopo un'occhiata all'orario, mi dico che attendere la fine della partita tra Nadal e Djokovic, sin qui vittoriosi, è un rischio, perché i giornali, alle undici di notte, sono ormai stampati. E mi ritrovo, vecchio scriba, nella disagevole, se non proprio drammatica, situazione di uno che si chiede, come al tema delle medie: cosa scrivo? E' la domanda stessa che mi consente di occhieggiare il compito della mia vicina di banco, Deepti Patwardhan, dello Hindustan Times, il giornale più diffuso in India. Non sta certo annoiando con una pedissequa cronaca del match di Roddick, ma si occupa di una vicenda titolata "Scoop", parola ormai nota anche tra noi. Infatti, racconta il suo pezzo, Paes e Bhupati torneranno insieme, nel prossimo gennaio, allo Australian Open. Insieme per vincere quello che è l'unico titolo dello Slam sfuggitogli, in coppia o con altri fortunati partenrs. Chi sono mai, Paese Bhupati? , vedo domandarsi il lettore non aficionado. Prima di enumerare tutte le loro vittorie, mi par giusto ricordare quando, una decina di anni fa, intraprendevamo un trekking tra India e Nepal insieme al collega Bud Collins, e ci capitò di fermarci nella piazzetta di un villaggio dove l'acqua era ancora attinta da un pozzo. Sull'ingresso di una baracca che rifocillava i viandanti, vedemmo un manifesto che raffigurava chi? Ms Paes e Bhupati! Chissà se sarebbero potuti arrivare alla Davis, non si fossero litigati, e quindi limitati a vincere, tra doppio e misto, il primo dodici Grand Slam, il secondo undici. Qui stanno ancora giocando con partner diversi, ma, come ho detto, sarò felice di rivederli a Melbourne, per un ennesimo Slam. L'ultimo per Paes che, a 37 anni, sta per continuare la sua carriera sul palcoscenico di Bollywood, in un film che si chiamerà Rajdhani Express. E se vincesse anche l'Oscar?

Super Nadal, Nole Ko

Daniele Palizzotto, il tempo del 25.11.2010

Rafa Nadal raccoglie il guanto di sfida lanciato da Roger Federer, batte 7-5, 6-2 Novak Djokovic e conserva l'imbattibilità alle finali Atp di Londra, proprio come l'eterno rivale svizzero. Il big match della quarta giornata ha deluso le attese e gli spettatori della 02 Arena. Tanti errori (addirittura 31 quelli di Djokovic), pochi colpi vincenti e un secondo set regalato dal serbo, infastidito da un problema all'occhio destro. Fin che c'è stata partita, si è visto un Nadal in decisa ripresa rispetto alla brutta prestazione fornita contro Roddick. Pur non brillando, il maiorchino ha ritrovato in parte il servizio e soprattutto il diritto, estremamente falloso contro l'americano. Prima di perdere la calma e prendersela con la lente a contatto, Djokovic ha invece sprecato qualche Londra Lo spagnolo stende il rivale nel Master Super Nadal Djokovic ko buona chance, soprattutto nel finale del primo set. Nadal sale così al comando del girone A, con due vittorie in altrettanti match. Per qualificarsi in semifinale e continuare la corsa verso l'agognato . Master, unico grande titolo ancora assente nel suo palmares, domani il numero uno spagnolo dovrà vincere almeno un set contro Berdych, bravo ieri a tornare in gioco battendo 7-5, 6-3 Roddick. Oggi intanto si conclude il girone B, con Federer vicinissimo alle semifinali. Allo svizzero, impegnato alle 15 contro Soderling, basta un set per assicurarsi il primo posto. Lo svedese, al contrario, deve vincere e sperare in un passo falso di Murray, di scena alle 21 contro Ferrer (entrambi i match in diretta su Sky Sport 2).
 

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Billie Jean King, una delle icone del tennis e dello sport femminile, nasce a Long Beach. La King ha vinto 39 titoli dello Slam.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker