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29/11/2010 23:24 CEST - APPROFONDIMENTI

Baby tennisti, ecco il "Tennis 10s"

TENNIS - Imitando calcio e pallacanestro, la Federazione Internazionale Tennis ha deciso di regolamentare le competizioni under 10 secondo le regole del mini tennis, riducendo quindi dimensioni di attrezzi, palline e soprattutto campi di gioco. Una mossa già seguita da diverse federazioni e che l’ITF auspica faccia proseliti allo scopo di diffondere la popolarità del gioco fra gli under 10. Claudio Giuliani

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Rendere il tennis uno sport più appetibile e divertente per i bambini al di sotto dei dieci anni? È quello che sta provando a fare l’ITF, l’International Tennis Federation, con il lancio del programma su scala mondiale denominato “Tennis 10s”. Scopo dell’iniziativa è quella di assicurare che le competizioni fra i più piccoli di questo sport si svolgano in maniera appropriata, adottando quindi oltre a palline e racchette più leggere (e quindi più facilmente gestibili dai bambini che non sono così costretti a movimenti innaturali e dannosi per le articolazioni) campi di ridotte dimensioni valevoli anche per le competizioni. La regola, che diventerà effettiva a gennaio del 2011, regolamenterà tre differenti dimensioni dei campi di gioco per gli under 10. Il programma ha il supporto delle più grandi federazioni internazionali fra cui quelle che ospitano le prove del Grande Slam e quindi Francia, Australia, Inghilterra e Stati Uniti.

“Questo è un grande passo in avanti per il tennis e ringrazio il Consiglio Generale dell'ITF per il supporto a questa iniziativa” ha commentato il presidente dell’IFT Francesco Ricci Bitti sostenendo che il progetto “migliorerà la maniera di introdurre giovani giocatori in questa disciplina, sulle orme di quanto già fatto nel calcio e nel baseball”. Il direttore del progetto per l’ITF, Dave Milay, sostiene che oltre a un’esperienza più dinamica e più positiva per i giocatori, le palle più leggere e i campi di dimensione dirotta saranno funzionali allo sviluppo di grandi competizioni giovanili. “Ci sarà più tempo a disposizione e più controllo dei colpi permettendo di sviluppare tattiche avanzati e tecniche altrimenti impossibili su campi a dimensione completa e usando palle regolari”.

Il progetto “Tennis 10s” insisterà quindi su diversi tipi di palline (anche di diverso colore) e su diverse dimensioni dei campi di gioco ma sarà finalizzato inoltre a globalizzare l’appeal di questo sport che ancora oggi rimane focalizzato attorno a paesi quali Europa, Nord e Sud America e Australia, anche se oggi si riscontra una buona diffusione (dal lancio del progetto) in paesi come Myanmar, Rwanda ed El Salvador. Tante quindi le nazioni si stanno adoperando verso questa innovazione normativa da parte della ITF, una decisione che ha suscitato grande approvazione fra gli addetti ai lavori.

Il responsabile della USTA (la FIT americana) Kurt Kamperman, ha commentato dichiarando che il tennis “sarà un gioco totalmente nuovo. Penso che questo aiuterà veramente a creare una nuova, grande partecipazione di ragazzi che sceglieranno questo sport prima di altri. Poche altre sono le discipline che hanno dei bambini che giocano su campi delle stesse dimensioni degli adulti. Con l’equipaggiamento ridotto si può giocare ovunque. Le palline sono così lente da far sì che il gioco sia possibile anche senza le istruzioni di base, basandolo quindi sulla spontaneità. Nel passato il nostro sport è rimasto indietro coi tempi nell’approccio con i bambini. Questa, crediamo, sia una delle cose migliore che possiamo fare per svilupparlo fra le future generazioni. Vogliamo creare una bella massa di atleti talentuosi”.

Il supporto dei campioni

Uno fra i primi della legione pronti a supportare il progetto è stato Roger Federer, offertosi maestro temporaneo nelle sessioni portoghesi e sudafricane. Se i bambini ascolteranno qualcuno, di certo sarà il vincitore di 16 prove del grande slam, nonché fresco trionfatore della Atp World Finals di Londra. “Penso che sia molto più facile per i bambini avvicinarsi a questo sport con racchette più leggere e palline più lente” ha commentato lo Svizzero. “Così facendo si può veramente giocare meglio, senza far volare la pallina ovunque, ed è tutto più semplice per il braccio. In seguito, eventualmente, si può cambiare pallina ma all’inizio, iniziare tutto in maniera soft è un’agevolazione fantastica per i più piccoli”.

El Salvador, Cambogia ed Egitto, tre esempi del nuovo approccio

Questo metodo potrebbe rivelarsi un’arma per sviluppare la popolarità del gioco (o per strappare i giovani da qualche altro sport) nei paesi che non vantano un pedigree nel tennis che conta, come Cambogia, Egitto ed El Salvador. In quest’ultimo paese ci sono circa 1000 bambini che giocano a mini tennis. Il coach locale Cecilia Ancalmo ha dichiarato che questa nuova interpretazione del gioco facilità la durata degli scambi permettendo quindi una maggiore confidenza. Lei stessa ha dichiarato al network americano CNN che “La sfida in questo sport è sempre stata quella di mantenere i ragazzi in questo sport che rimane attrattivo all’inizio ma verso i 12, o 13 anni molti lasciano. Con questo metodo sembra che le cose stiano cambiando. Inoltre, vediamo che si sviluppano meglio dal punto di vista tecnico e tattico. In passato molti imparavano a colpire la palla ma pochi imparavano a giocare. Oggi si cresce meglio, in maniera più competitiva di sicuro, ammesso che scelgano poi di proseguire su questa strada”.

Hassan El Aroussy è un ex giocatore di Coppa Davis egiziano e ha adottato molti di questi metodi, grazie anche al suo ruolo nell’ITF che lo vede direttore dell’accademia di Palm Aroussy Tennis al Cairo. “E’ una prospettiva fantastica. Malgrado una popolazione quantificata in 80 milioni di abitanti, solamente in 100 mila giocano a tennis e quattromila di questi hanno meno di dieci anni. Il ‘killer’ numero uno del tennis fra gli sport è il calcio, e il numero due è la moneta” ha dichiarato. “Abbiamo bisogno di uno sponsor nazionale che ci aiuti a cambiare la percezione del tennis, visto ancora oggi come una disciplina molto costosa”.

In Cambogia si è combattuta invece una differente battaglia, dopo che il gioco venne di fatto cancellato dal regime dei Khmer rossi negli anni ’70. Ma Rithivit Tep ha fatto tanto per riportare in auge il tennis dopo la nascita della Cambodia Tennis Federation datata 1994; lui dice che è vitale assicurare che le prime lezioni di questo gioco siano divertenti. “I bambini under 12 o 14 hanno una concentrazione che si mantiene al massimo per 10 minuti, quindi dopo aver colpito per tale lasso di tempo si gioca ad altro, come saltare la rete, afferrare palline o fare giochi di destrezza, con premi e quant’altro. Bisogna assicurarsi che queste attività siano divertenti. Dopo due o tre mesi, loro cominciano a giocare bene a tennis. Adesso non gli insegniamo colpi o strategie. Li introduciamo solamente a questo sport in una maniera divertente”. Il tennis è una sorta di rinascimento per questo paese, sebbene vi siano solamente dieci coach per circa 2500 giocatori giovani. Tep è impegnato nel promuovere il tennis nelle suole, offrendo incentivi per farlo giocare durante gli intervalli delle lezioni. Con il 60% di popolazione under 17, il coach è convinto che ci sia opportunità di far fiorire il gioco specie dopo questo nuovo approccio dell’ITF.
 

Claudio Giuliani

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker