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01/12/2010 10:44 CEST - INTERNATIONAL PRESS CLIPPINGS

Fino alla linea finale

La traduzione del pezzo di Tignor a cura di Karim Nafea

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C’è un fenomeno nella pallacanestro quando una squadra si trova in svantaggio, lavora sodo e spende il massimo delle energie fisiche e mentali cercando di recuperare, pareggia e poi immediatamente si sgonfia. Non è solo perché hanno finito le loro energie fisiche. Cambia anche il lato psicologico della partita. Non c’è più un obbiettivo davanti a loro che li motivi.
Qualcosa del genere è capitato oggi a Rafael Nadal, ed è successo nel secondo punto del terzo set. Lui ha cominciato il match, come ha cominciato il torneo, un po’ scarico, ed il suo avversario, Roger Federer, ha avuto successo nel cambiare le solite dinamiche dei loro incontri spingendolo fuori dai “sentieri” che preferisce. Nadal si è sforzato di trovare maggiore energia nel secondo, e la sua decisione di farsi più aggressivo ha cambiato l’inerzia dello scambio in suo favore. Il primo punto del terzo è andato allo stesso modo, con Nadal che ha fatto spostare Federer lungo la linea di fondo per andare 0-15. La fiducia iniziale di federer era sparita, e sembrava che stesse disperatamente cercando una risposta. Subire un break adesso avrebbe aumentato l’abbrivio di Nadal e avrebbe fatto sembrare la prestazione di Federer nel primo set come un miraggio. Nel secondo punto Nadal riesce ancora a far correre Federer. Rafa a questo punto entra in campo per colpire un rovescio lungolinea verso il campo sguarnito. Ha negli occhi il primo vantaggio della partita. Questo deve averlo accecato, perché ha colpito la palla in ritardo e questa è atterrata nel corridoio. Dopo questo errore Rafa si è messo le mani nei capelli per l’incredulità. Federer ha resistito. Nonostante il seguente turno di servizio di Nadal sia tenuto con autorità dallo spagnolo, Federer è riuscito a bilanciare la situazione. La rincorsa di Nadal era finita.

E questo è tutto quello che serviva. Federer ha poi cominciato a servire bene, come nel primo set, ed ha avuto la fiducia necessaria ad applicare con successo un chip and charge sul servizio di Rafa e a strappare il servizio allo spagnolo aggredendo la risposta, uno schema che Roger ha attuato con alterno successo per tutto il pomeriggio. Da lì in poi lo svizzero è stato in controllo e Nadal non è riuscito a cambiare la situazione una seconda volta.

Questo è stato un match di qualità, però non è stato intenso per gli standard a cui ci hanno abituato Federer e Nadal. I punti ed i giochi sono stati molto veloci; ci sono voluti solo novanta minuti per giocare tre set. Cosa possiamo trarre da ciò?
Per quanto riguarda il gioco, a cosa più intrigante è stata la determinazione che ha dimostrato Federer nell’evitare nel primo e nel terzo set che Nadal lo martellasse col dritto sul rovescio e potesse controllare il ritmo degli scambi. In questa partita si è visto Federer efficace come non mai con il rovescio incrociato in top-spin contro Rafa. Proprio nel momento del palleggio in cui nelle altre sfide perdeva il controllo, Federer in questa occasione entrava in campo e spediva uno stupito Nadal a rincorrere la palla sulla sua sinistra. Nel game cruciale del primo set, con Nadal che serviva indietro 3-4, Federer ha evitato con il rovescio la ragnatela di Nadal e ha ottenuto il break con un anglo di rovescio che ha lasciato impotente lo spagnolo.
E’ il rovescio incrociato in top la risposta per Federer? E’ da notare che Nadal ha cambiato le cose nel secondo set e ha avuto successo nel cercare angoli sul diritto di Federer. Con il rovescio altre due mosse di Federer hanno funzionato. Ha vinto molti punti servendo la prima in slice da destra e la sua costanza nel rispondere aggressivo al servizio di Nadal che, nonostante abbia portato molti punti gratuiti a Nadal, ha funzionato davvero bene nei punti importanti.
E’ un rischio, però è certamente un rischio che si deve assumere anche in futuro.
Quindi finiamo l’anno esattamente come erano finite le ultime cinque stagioni. Con Nadal e Federer numero 1 e numero 2, e con un altro grande titolo che va ad uno di loro due. Questo evento sembra un deja vù più del normale però. Federer ha realizzato una striscia nel post-US Open di 21 vittorie e 2 sconfitte, ed è sembrato lucido come non mai in un lungo periodo negli ultimi tre anni. E’ sembrato rivitalizzato e, cosa più importante, più concentrato su cosa deve fare per vincere, dopo alcuni mesi con un nuovo coach. Nel suo gioco adesso si avverte la voglia di non aspettare, soprattutto per quanto riguarda la risposta. Nonostante Nadal sia stato capace, come è sempre, a mettergli i bastoni tra le ruote, Federer stava semplicemente giocando troppo bene durante tutta la settimana per essere fermato a lungo, anche da Nadal. Forse era l’illuminazione o la brillante maglietta rossa oppure il suo gioco d’attacco, ma Federer è sembrato essere irraggiungibile a Londra. Lui ha accantonato tutti i discorsi sul declino, ha aggiunto nuovo interesse alla sfida con Nadal visti il rovescio e la risposta e ha fatto del 2011 una corsa a due fin dall’inizio.
In ogni caso il Federer moment preferito del torneo è stato il discorso quasi delirante e molto eccitato dopo la premiazione. Ha ringraziato i raccattapalle e ha detto che se i giocatori dovessero raccogliere le palline dopo ogni punto le partite sarebbero infinite. Come ha fatto a venirgli in mente una cosa del genere? Brillante e goffo, Federer ne esce come il Federer di un tempo.

Nadal invece è sembrato stanco nel suo discorso. Stanco di vincere credo; ha fatto tanto quest’anno. Nonostante quello che è successo oggi il 2010 gli appartiene. Ha perso la finale ma è stato un torneo tipico per lui, c’era un senso di deja vù anche nella sua performance. In tutti i major, escluso il Roland Garros, Nadal ha faticato all’inizio, è migliorato nel corso di un paio di anni ed alla fine lo ha vinto. In Australia ha raggiunto la semifinale nel 2008 prima di vincere nel 2009. A Wimbledon ha perso due finali da Federer prima di vincere la terza. Dopo essere arrivato in semifinale nel 2008 e nel 2009 ha vinto lo US Open quest’anno. Nadal non era mai arrivato in finale al Master, e ha cominciato questo torneo come se non dovesse in ogni caso arrivarci. A desso c’è arrivato, dopo aver perso il primo set con Roddick lunedì, è sembrato sforzarsi a credere di poterlo fare. Se la storia ci dice qualcosa, sappiamo cosa succederà qui in futuro.

Nadal ci ha anche dato ciò che ci da di solito: un match epico, sfibrante, incerto ed emotivamente devastante. La semifinale con Andy Murray potrebbe essere stata la migliore partita del 2010, ed è finita con quello che ritengo essere l’highlight della settimana. Nadal sembrava quasi scusarsi quando ha abbracciato Murray alla fine. Con Murray che camminava verso la panchina Nadal gli ha dato un ulteriore pacca sulla schiena con uno sguardo di commiserazione che il suo avversario non avrebbe mai potuto vedere. E’ stato, in piccolo, simile all’abbraccio con Federer dopo la finale dell’Australian Open 2009. Brillante ed empatico, Nadal è uscito dalla partita e dalla migliore stagione della carriera come il Nadal di un tempo.

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