Italiano English Français
HOMEPAGE > > Orgoglio Djokovic, l’urlo di Serbia (Martucci). A Belgrado è solo festa, Djokovic c’è (Valesio). La sorpresa del 2010 è un russo che parla cuneese (Semeraro)

04/12/2010 12:30 CEST - Rassegna stampa del 4-12-2010

Orgoglio Djokovic, l’urlo di Serbia (Martucci). A Belgrado è solo festa, Djokovic c’è (Valesio). La sorpresa del 2010 è un russo che parla cuneese (Semeraro)

...........

| | condividi

Rubrica a cura di Alberto Giorni

Orgoglio Djokovic, l’urlo di Serbia (Vincenzo Martucci, La Gazzetta dello Sport del 4-12-2010)

Ce li aspettavamo diversi i 16.200 della Beogradska Arena, in T-shirt rossa. Ce li aspettavamo terribili come l’Ivan del calcio. Invece sono ragazzini, anche bambini, festanti e rumorosi, trascinati da colonne sonore americane e da tamburi, accesi da luci psichedeliche e dall’amor patrio, ma non scorretti. Perciò, nella prima giornata della finale di coppa Davis, Serbia-Francia, parla solo il tennis con il previsto 1-1: troppo potente Gael Monfils per Janko Tisparevic (disarmato di servizio e coraggio sin dai due doppi falli iniziali e succube con un netto 6-1 7-6 6-0), troppo superiore Novak Djokovic per Gilles Simon, e imprendibile, dal 3-3, fino al 6-3 6-1 5-4, prima del calo (psicofisico) e della ripartenza finale (7-5). Oggi, sarà probabilmente decisivo il doppio, come dicono le 5 finali di Davis appena perse da chi ha firmato il doppio del 2-1. E toccherà, quindi, alla strana coppia ospite, Arnaud Clément-Michael Llodra, lo scoiattolo con occhiali da ciclista e il mancino tutto servizio-volée, il tandem re di un Wimbledon, finalista di un Australian Open e corsaro, in Davis, in casa Usa, contro i Bryan, numeri 1 del mondo. «La Clé» e «Micha» — ma perché i francesi devo abbreviare tutti i nomi?—, sfidano il numero 3 della specialità (e neo campione del Masters), Zimonjic, senza classifica in singolare, ed il potente Troicki. Che è stato annunciato dal capitano, ma lascerà probabilmente il posto al carismatico Djokovic: « E’ un’eventualità, dobbiamo parlarne, il 2-1 è importantissimo». Calcio Nel 2001, Clément era arrivato alla finale degli Australian Open e al numero 10 del mondo di singolare, e s’era già guadagnato due finali di Davis. Proprio nel 2001, sull’erba di Melbourne, ma aveva lasciato spazio, per motivi tecnici, a Nicolas Escudé, mentre, nel 2002, s’era fatto male al polso, prima dell’ultima sfida con la Russia, a Bercy. Così ci arriva a 33 anni, e solo per gli infortuni di Tsonga e Benneteau (tutt’e due in panchina a Belgrado, da tifosi). «Strano, è una delle stagioni peggiori della mia carriera. Spero di essere il miglior sostituto possibile. Come Franck Leboeuf che era stato molto bravo nella finale di coppa del Mondo del 1998». Amici Clément conta su più alleati: «L’esperienza, certo, ma la nostra forza è anche lo spirito di gruppo, adoriamo giocare queste partite, e daremo tutto per conquistare il difficilissimo 2-1. Eppoi, con tanta pressione, conoscere così bene il proprio compagno, sapere esattamente come funzioniamo, lui io e io lui, è un valore aggiunto » . Con chiosa del 30enne Llodra (23 del mondo in singolare) che, nel 2011, giocherà in doppio sul circuito proprio con Zimonjic: «Avere a fianco un buon amico come La Clé è una fortuna incredibile. Sappiamo quando dobbiamo parlarci o starcene un po’ lontani, leggiamo meglio posizione e tattica, sappiamo di poter contare l’uno sull’altro». Farfalle Monfils ha «le farfalle nello stomaco anche quand’è avanti due set a zero e 5-0 al terzo. Potevo ancora storcermi una caviglia». Con tante grazie a capitan Forget: «Mi richiama alla tattica, mi fa approfittare dei nervi dell’avversario, mi dà le dritte giuste». Tipsarevic è a pezzi: «Sconfitta dura, non giocavo da 4 settimane, non ero mai al posto giusto al momento giusto. Chissà se il capitano mi rimette in campo, domenica». Djokovic esulta: «Varietà e aggressività, ho fatto la tattica giusta per tutto il match». E’ esausto, e chiede aiuto al pubblico: «Ci serve la sua energia». Che poi è la paura del capitano francese, Forget.


A Belgrado è solo festa, Djokovic c’è (Piero Valesio, Tuttosport del 4-12-2010)


La sorpresa del 2010 è un russo che parla cuneese (Stefano Semeraro, La Stampa del 4-12-2010)

Il «most improved player» dei 2010, il tennista che quest'anno ha fatto più progressi al mondo si chiama Andrey Golubev, ha 23 anni, è nato a Volzhskij, in Russia, gioca in Coppa Davis per il Kazakhistan ma vive e paga le tasse a Bra, provincia di Cuneo. Sogna in due lingue, parla un italiano perfetto, tifa Juve. «In piemontese so dire "dui puvrun bagnà 'ntl oli", due peperoni bagnati nell'olio. Può andare?». Impeccabile. Del resto, quando il manager dell'Atp Vittorio Selmi gli chiese, in inglese, se aveva voglia di allenarsi con Federer, la risposta arrivò secca: «Minchia, come no». La settimana scorsa Audrey si è beccato tutto l'affetto di Bra in una serata al cinema Vittoria, 250 persone con i lucciconi per l'ex baby migrante della racchetta trasformatosi in n°36 del ranking mondiale: era n°113, poi sono arrivati il titolo di Amburgo, la finale a Kuala Lumpur, le vittorie su Davydenko e Soderling, la serie A della Davis conquistata asfaltando la Svizzera orfana di Federer. A Bra Audrey fu importato a 15 anni, complice un video in cui rasoiava dritti sul parquet di una palestra di Volzhskij, da coach Massimo Puci, che insieme ai fratelli e al presidente Dogliani gestisce la polisportiva comunale Match Ball. Palazzetto, pista d'atletica indoor e 10 campi da tennis, almeno uno su ciascuna delle 4 superfici del Grande Slam, erba compresa. Per 4 anni e mezzo Audrey non è tornato a casa, ma a Bra gli hanno costruito un mondo attorno. In Russia papà Alexander, otorino, e mamma Marina, fisiatra, saltavano le ferie per farlo allenare, in Piemonte Puci ha rilanciato: «Era il 2005, in cassa avevamo 3000 euro, Audrey faticava. Dissi che ero pronto a vendere casa per continuare ad allenarlo». Certe scommesse bisogna capirle, prima di giocarsele. All'Accademia di Tirrenia, che in 8 anni non è riuscita a produrre un pro vero, Andrei ha passato due week-end. Oggi è 10 posizioni avanti al migliore dei nostri, il suo amico Starace. Mentre l'Italia ristagna in Serie B Golubev nel 2011 farà debuttare in Serie A il Kazakhistan, che lo ha «acquistato» nel 2009 insieme agli altri russi di nascita Kukushkin e Schukin perché il Presidente Nazarvbayev e ìl Ber-usconi del Kazakhistan, Bulat Utemuratov, stravedono per il tennis: «Da piccolo fui premiato da Eltsin, Utemuratov vuole sempre dire la sua, ma dietro la Davis c'è un progetto serio. In Kazakhistan mi trovo bene, ho un contratto per altri due anni, ma un giorno potrei anche giocare per l'Italia». Per avere la cittadinanza a Golubev servono altri due anni di residenza, per giocare in azzurro ne dovrebbero passare tre dall'ultimo match con il Kazakhistan. Vieni via con noi? Difficile, anche se l'elenco delle cose che lo fanno sentire italiano è lungo: «La carne cruda, la pizza, la pasta. I film di De Sica e Abatantuono. Il clima, il fatto che da quando sono qui sono diventato più aperto, e che in Italia ogni 50 chilometri c'è una cultura diversa. La società: i ragazzi italiani stentano a staccarsi dalla famiglia, ma sono meno violenti dei giovani russi di adesso». E poi Baggio, Del Piero, Buffon, «a cui vorrei chiedere come funzionano davvero le cose nel calcio». Se tutto va bene, prima di partire per l'Australia si allenerà con la Juventus, il sogno è di sfidare Del Piero in una gara di punizioni, «raccontargli di quella volta che mi esercitavo a tirare sinistri "a giro" e finii per mandare un socio in ospedale». Golubev il tennista globalizzato se un domani avrà un figliolo farà vivere qui,«sperando che cresca con il calore italiano e un po' di rigore slavo». Ma niente tartufi: «Di Bra mi piace tutto, ma quelli no: meglio l'odore dei miei calzini dopo il tennis».

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Davis Cup 2010 Serbia vs. Francia e tutti i dati di Ubitennis

Quote del giorno

"Voi mi chiedete se io mi sia emozionato a incontrare Maradona. Certo, ma onestamente mi è parso più lui emozionato a incontrare me".

Roger Federer

Accadde oggi...

    2 Dicembre 2006

Battendo Nalbandian-Calleri in tre facili set (6-2 6-3 6-4 lo score), la coppia Safin-Tursunov regala alla Russia il fondamentale punto del 2-1 nella finale di Coppa Davis l'Argentina. Un punto che poi risulterà decisivo perchè lo stesso Safin, dopo il 2-2 firmato da Nalbandian, siglerà il punto decisivo contro Josè Acasuso.

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker