Italiano English Français
HOMEPAGE > > Spazio Wallace Best Tennis Writer

12/12/2010 01:46 CEST - SPECIALE

Spazio Wallace Best Tennis Writer

TENNIS - Avviciniamoci a David Foster Wallace, il più grande scrittore (di tennis) del mondo. Morto suicida un paio d'anni fa, era in grado di tramutare in letteratura qualsiasi argomento di cui scrivesse. Gli appassionati di tennis lo ricordano per un saggio su Roger Federer, eppure il nostro sport ha avuto una viva incidenza nella sua produzione letteraria. A quest'introduzione seguiranno 4 puntate Pier Paolo Zampieri

| | condividi

Il Tennis ha sicuramente tante colpe ma anche qualche merito. Uno, non da poco, è di avere arruolato tra i suoi devoti fans sparsi per il pianeta il più grande scrittore (di tennis) del mondo(1) . Si sa, il più grande scrittore del mondo non esiste, non può esistere, è come disquisire se sia più forte Federer o Laver, esiste però il più grande scrittore di tennis del mondo e si chiama David Foster Wallace e, fidatevi, questa etichetta gli sta maledettamente stretta.
Solo che c’è un altro piccolo problema che, con qualche approssimazione, si potrebbe sintetizzare così: chi lo legge (spesso) non guarda il tennis e chi guarda il tennis (spesso) non lo legge.
È un bel paradosso e un grande peccato, reciproco. Per chi ama il tennis imbattersi nelle pagine “giuste” è l’equivalente di un’esperienza religiosa. Anzi un’esperienza religiosa allegra, se questo può dirvi qualcosa. Questo breve invito alla lettura vuole sciogliere questo nodo ed essere propedeutico alla lettura di Wallace, certo, prima sulle cose di tennis e poi, magari, sulle altre cose divertenti che, purtroppo, non farà mai più …(2)

Premessa generale:

E’ pacifica consuetudine dividere la complessa produzione letteraria di D.F.W. in tre grosse categorie: la saggistica, i racconti e i “romanzi”. Ovviamente, visto che siamo davanti a un raro esempio di “scrittura allo stato puro”, i romanzi non sono mai esattamente romanzi, i saggi tutto sono tranne che “semplici” saggi e idem per i racconti. Per farla più semplice si potrebbe dire così: ci sono le cose che ha visto (da vicino) e quelle che si è “inventato”. Punto. E tra quelle che ha visto, per la nostra grande gioia, c’è il tennis.
Ma andiamo con ordine, quando Wallace si “inventa” una cosa veniamo spesso proiettati dentro una sorta di metanarrazione dove la trama è poco più di un pretesto da rincorrere e nel farlo la scrittura diventa grandiosa e semplicemente inarginabile. Un corposo festival di note, acutissime osservazioni ed esilaranti digressioni con l’obiettivo finale di restituirci in chiave grottesca l’assurdità del mondo che viviamo e, forse, tutto il suo (impossibile) amore verso di esso.
È sempre pacifica consuetudine mettere l’etichetta postmoderno a questa sua operazione, ma se ci appiccichiamo quella di “realismo isterico” le cose vanno già meglio. Forse urge un esempio da leggere però tutto di un fiato. In Verso Occidente l’Impero dirige il suo corso(3) i protagonisti ci impiegano non meno di cento pagine solo per riuscire ad uscire da un aeroporto per dirigersi verso un paese, situato nell’esatto baricentro degli Stati Uniti, dove stanno per svolgere il Più-Grande-(meta)Spot-Di Tutti-i-Tempi con l’obiettivo di lanciare una catena di Case Stregate, e per farlo, un genio del marketing ha avuto la grandiosa idea di convocare tutti gli attori(4) che sono comparsi almeno una volta in un qualsiasi spot di McDonald’s. Bene, ora, sempre tutto di un fiato, aggiungete che La Casa Stregata in questione è presa da un racconto “reale” e che l’autore reale del racconto “reale” è il professore di scrittura creativa dentro il romanzo, e che i protagonisti del romanzo sono i suoi alunni e si chiamano come i protagonisti del racconto “reale” e tutto questo cortocircuito è inserito dentro incredibili descrizioni di tramonti su campi di mais sterminati che fanno da scenario al viaggio iniziatico verso il più grande Buffet della Storia metafora dell’Occidente alla conquista del mondo. Insomma credo che ci siamo capiti. E stiamo solamente parlando di un romanzo “minore”. E’ forse questo il primo grosso ostacolo(5) all’approccio alla lettura di Wallace.

Prima dritta

Tranne però ragguardevoli eccezioni (quella citata è una di queste) io consiglio vivamente di leggere quando Wallace invece di “inventare” storie, scrive direttamente delle cose che ha visto (da vicino). Se nel primo caso è fenomenale nel secondo è semplicemente inavvicinabile. Più o meno, con le dovute proporzioni, è la sensazione che ho, rispettivamente, davanti al tennis di Nadal e a quello di Federer. Se invece dovessi estendere il giudizio direi che Wallace, a mio avviso, è uno scrittore straordinario ma non un narratore all’altezza della sua stessa scrittura, aggiungo, ammesso che sia possibile esserlo. Mettiamola così, immaginate di avere il dritto di Federer, la volée di McEnroe, il rovescio di Edberg e in più il piede sinistro di Maradona, l’elevazione di Michael Jordan e disegnate anche come Andrea Pazienza. Non vi starebbe stretta una semplice partita di tennis? Ecco. Sgravato invece dal dovere di inventare anche l’oggetto del discorso la sua scrittura può scagliarsi su ciò che vede con tutta la sua onnivora potenza letteraria, e il suo candore, riconsegnandoci la cosa osservata completamente nuda e rivestita solo di parole perfette che molto semplicemente diventano patrimonio del lettore, per sempre. Insomma è impossibile dopo aver letto che il dritto di Federer è “una grande frustata liquida”(6) o che il tipico gioco moderno da fondocampo dei giocatori si dispiega con un movimento “ad ali di farfalla"(7) o che, sentite questa: “(…) Il modo in cui Agassi sposta il peso ripetutamente da un piede all’altro mentre si prepara per il lancio, come se avesse un bisogno disperato di pisciare”(8) e solo poche righe dopo per spiegare la sua irreale velocità “guardate A. A. (Agassi). in tv, ogni tanto, mentre cammina tra un punto e l’altro: fa questi passetti minuscoli, con le punte in dentro, il passo di un uomo i cui piedi sono praticamente senza peso”(9) dicevo, è impossibile usare, successivamente, parole diverse. Un ultimo esempio: “Il ceco Petr Korda (…) è un altro esempio di conglomerato clastico male assortito: 1 metro e 88 per 72 kg, ha la corporatura di un levriero in posizione eretta e la faccia di – cosa inquietante e misteriosa – un pulcino appena uscito dall’uovo (e in più, degli occhi assenti che non riflettono nessuna luce e sembrano “vedere” solo nel senso in cui “vedono” gli occhi dei pesci e degli uccelli)”(10) . In altre parole ogni cosa che descrive diventa letteratura.

E anche sulle cose che ha visto ci sarebbe da spendere due parole. Wallace ha visto: titaniche crociere extralusso (da non fare mai più), la notte degli Oscar del cinema porno, l’11 Settembre (visto da casa della Signora Tompson), la campagna elettorale del Senatore McCain, Kafka, il festival dell’Aragosta nel Maine, e poi, (olfattive descrizioni di) sagre paesane nell’Illinois, Tornadi, il set di Strade Perdute di David Lynch, e tra iperboliche e spassose dissertazioni sulla letteratura, sulla televisione, sul rap (spiegato ai bianchi), sulla storia dell’infinito (giuro), il nostro David Foster Wallace ha visto appunto tennis, tantissimo tennis. Forse la sua gioia più intima.
Il problema è che imbattersi in quelle pagine non è facilissimo(11). Entrare nel mondo Wallace non è immediato e come avrete capito perdersi è ancora più facile. Insomma se si sbaglia libro è probabile che l’avventura finisca lì. Ed è un peccato. Un peccato mortale. Se poi siete tennisti a qualsiasi livello(12) è il peggiore dei peccati che possiate commettere. Fidatevi.

In questo breve invito alla lettura, in cinque tappe, del più grande cantore del tennis del mondo propongo una divisione, credo, inedita e utilissima per i lettori di questo sito: i libri in cui Wallace ha scritto (anche) di tennis e gli altri.
Bene, i libri (anche) di tennis sono:(13)

- Roger Federer come un’esperienza religiosa (Casagrande, 2010);
- Tennis, tv, trigonometria, tornado e altre cose divertenti che non farò mai più (Minimum fax, 1999);
- Infinite Jest (Fandango, 2000) ;
- Considera l’aragosta (Einaudi, 2006);

L’elenco proposto non è cronologico ma decrescente rispetto all’incidenza del tennis. Dal “solo” tennis nel primo (che infatti non è propriamente un libro) a solo un capitoletto nell’ultimo. Con una certa cautela questo breve invito alla lettura attraverserà questi quattro momenti.(14)
Nelle prossime puntate entreremo direttamente dentro i singoli libri.
Per ora accontentatevi di un WARNING (seconda dritta): non cominciate mai e poi mai la lettura di Wallace da Infinite Jest. E’ ambientato in un’accademia di tennis. E’ lungo più di 1200 pagine. E’ il suo capolavoro assoluto. È (quasi) illeggibile.

NOTE:

1) Ad un livello molto diverso anche il “nostro” Gianni Clerici potrebbe concorrere a questo titolo, ma con una radicale differenza. Se a Clerici si togliessero le pagine sul Tennis non rimarrebbe moltissimo della sua pur vasta produzione letteraria, se invece facessimo la stessa operazione con Wallace ci troveremmo ugualmente davanti a qualcosa di simile ad un monumento. Insomma ai fini di questo scritto la differenza sta nell’ambiguità di quella parentesi.
2) Wallace è scomparso del 2008 a soli quarantasei anni.
3) A mio avviso, tra le cose che “si è inventato”, forse è la migliore, o meglio la più “compiuta”. Wallace D. F., Verso Occidente l’Impero dirige il suo corso, Minimum fax, Roma, 2001, trad. Martina Testa, (1989).
4) Quarantaquattromila circa!!!!
5) O goduria, dipende dai punti di vista.
6) Wallace D. F., Rogerer Federer come un’esperienza religiosa, Casagrande, 2010.
7) Ibidem.
8) Wallace D. F., Tennis, tv, trigonometria, tornado e altre cose divertenti che non farò mai più, Minimum fax, Roma, 1999, trad. Vincenzo Ostuni, Christian Raimo e Marina Testa (1997).
9) Ibidem.
10) Ibidem.
11) Le pagine dedicate al tennis sono maledettamente poche.
12) Dal divano al numero 1 del mondo.
13) Io di Wallace ho letto davvero molto ma non proprio tutto-tutto. Visto il carattere aperto di questo sito se qualcuno mi segnalasse altre pagine in cui compare il tennis ne sarei davvero immensamente felice e sarebbe un bel servizio offerto a questa comunità. Temo però con ragionevole sicurezza, e tristezza, che tra le cose edite (e tradotte in italiano) non ce siano altre.
14) In assoluto invece, per tennisti e non, consiglierei allegramente di cominciare da Una cosa divertente che non farò mai più, Minimum fax, Roma, 2010, trad. Gabriella D’angelo e Francesco Piccolo (1997).

Pier Paolo Zampieri

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Ecco come sarà il Roland Garros

Quote del giorno

"Io e Thomas giochiamo contro da quando abbiamo 14 anni, e a nessuno piace l'altro. Il tennis non è come il calcio, dove devi passare la palla agli altri".

Il compianto Horst Skoff, parlando della rivalità con Thomas Muster

Accadde oggi...

    12 Dicembre 1992

Petr Korda conclude uno dei migliori giorni della sua carriera tennistica battendo il numero 2 del mondo Michael Stich 2-6 6-4 7-6 2-6 11-9 in 3 ore e 48 minuti per vincere la Grand Slam Cup a Monaco di Baviera.

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker