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12/12/2010 22:33 CEST - LIBRO DI MISCHI

Il battito nelle corde

TENNIS - Dai campi di tennis a quelli di concentramento, ecco l'ultima fatica letteraria di un grande appassionato di tennis, Alessandro Mischi. Il libro, con la prefazione del suo amico Arrigo Sacchi, viene presentato lunedì 13 dicembre alle 18 presso la Libreria Il Filo di Roma, Via Basento 52/e. Il relatore sarà Massimo Pedretti, Caporedattore centrale de "Il Messaggero", mentre l'attore Giorgio Borghetti leggerà alcuni stralci dell'opera. Redazione

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 Alessandro Mischi, 47 anni, con una passione innata per il tennis e non a caso amico di Ubaldo, ha lavorato per la Repubblica, l'Espresso, l'Ansa,, Il Resto del Carlino prima di passare al giornalismo televisivo, al TG5 e al TG4, poi nell'agenzia giornalistica NewsMediaset. Nel '95 avev apubblicato Giustizieri Sanguinari (Pironti).

Un romanzo sul senso della colpa e sulla guerra come contrario del gioco. Ma anche un inno allo sport e ai suoi valori. Il protagonista troverà la rinascita passando dai campi di terra rossa e lager fino all'imprevedibile riscatto finale a Wimbledon dove metterà davvero fine alla sua guerra personale ripagandone tutti i debiti. con un gesto di conciliazione tra uomini veri e simbolicamente anche nazioni.

Un romanzo atipico ed originale. Impreziosito dalla prefazione di un grande sportivo: Arrigo Sacchi. Alessandro Mischi giornalista di razza ma soprattutto grande innamorato del tennis scopre una penna felice per narrare di Patrizio, appassionato (guarda caso) di tennis. Fin da bambino, adora lo stock che fa la pallina quando colpisce la racchetta.

Quel suono suscita in lui immensi sogni di gloria e il desiderio di diventare un campione. Ma scoppia la Seconda Guerra Mondiale e Patrizio è costretto a passare dai campi da gioco a quelli di concentramento. Non si gioca più ora; intorno ci sono soltanto fatica, follia e orrore. Ma anche in questo inferno lo sport sa unire e Patrizio trova un sostegno insperato in una guardia tedesca, un giovane come lui amante del tennis. In un tentativo di fuga, però, a Patrizio succede di uccidere proprio quella guardia amica. La baionetta, quando si conficca nel suo petto, fa lo stesso stock della pallina da tennis. Patrizio ne resta scioccato e decide di rinunciare per sempre al tennis: perché non vuole più battere nessuno, perché nessuno dovrà più soffrire a causa sua. La guerra è finita, Patrizio è sopravvissuto; non i suoi sogni, non la sua passione: giocare resta comunque impossibile. Alla fine arriva la rinascita che Patrizio conoscerà al torneo di Wimbledon del 1946, quando porrà davvero fine alla sua guerra, rimediando al dolore del passato con un nobile gesto.

Questo bel libro non è solo frutto di fantasia ma attinge a fatti in parte accaduti e ricostruiti in modo avvivcente. Mischi è poi riuscito a dare un tratto molto umano ai protagonisti senza oscurare la trama che mantiere sempre una buona tensione rendendo vivace la lettura.

Ubaldo aggiunge: "Insieme a Alessandro abbiamo ricordato personaggi di cui lui ha voluto parlare estensivamente nel suo libro, personaggi che magari a lettori di oggi di Ubitennis, in gran parte giovanissimi, forse non dicono molto eppure erano straordinari. Esempio Onny Parun, il tennista neozelandese giunto un paio di volte fra gli ultimi 16 a Wimbledon e protagonista anche ad un torneo di Firenze quando io ne ero il direttore: Onny si doveva legare una cordicella fra bocca e collo per non smuovere troppo la testa al momento di servire, visto che soffriva di un doloroso infortunio alla cervcale. Da bambino invece avevo seguito le stranezze di un grande giocatore americano, Art Tappy Larsen, matto come un cavallo, eppur straordinario tennista. Capace di presentarsi a un torneo in Rolls Royce oppure in moto, mezzo sbronzo e con meravigliose donne ad accompagnarlo, un tipo alla Safin insomma. Ma in questo libro, Mischi senza romanzare stavolta, scrive anche del Barone Gottfried Von Cramm, finalista a Wimbleon e finito in carcere per via della sua omosessualità. Insomma Mischi ha mischiato romanzo e realtà con grande fluidità narrativa.

Redazione

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker