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17/12/2010 17:03 CEST - ATP

Francia, corona senza gioielli

TENNIS - Pur potendo vantare un numero incredibile di giocatori (tra i top 100 è seconda solo alla Spagna), la Francia non riesce a sfornare un campione di livello assoluto: con Tsonga e Monfils troppo discontinui, i transalpini hanno chiuso l'anno senza un top 10. E il Roland Garros '83 di Noah rimane l'unico Slam francese dell'Era Open. Ma il coach Patrick Mouratoglou è convinto: "La Francia è forte e la Davis sarà presto sua". Riccardo Nuziale e Danilo Princiotto

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Come in buona parte degli sport di maggior richiamo e tradizione, la Francia è una delle grandi potenze anche nel mondo del tennis. La scuola francese è tra le più importanti e prestigiose in assoluto, in grado di sfornare continuamente giovani di prima categoria (gli occhi sono ora puntati sulla promessa Mina) e, al pari di quello spagnolo, è consolidata da un gruppo incredibilmente forte (bellissimo vedere tutti i grandi giocatori della nazionale, anche quelli indisponibili, in panchina a tifare nella recente finale persa contro la Serbia). I risultati, in linea generale, sono di valore assoluto, dal momento che attualmente i francesi in top 100 sono ben 11, vale a dire:

12 Monfils, Gael
13 Tsonga, Jo-Wilfried
23 Llodra, Michael
30 Gasquet, Richard
41 Simon, Gilles
44 Benneteau, Julien
45 Chardy, Jeremy
69 Serra, Florent
78 Clement, Arnaud
83 Mannarino, Adrian
97 Mathieu, Paul-Henri

In questa classifica (abbiamo preso in considerazione solo nazioni con almeno tre giocatori tra i primi 100; la Svizzera è protagonista del curioso caso di avere quasi due giocatori nei top 20, essendo Wawrinka 21, ma con il terzo giocatore, Chiudinelli, a quasi 100 posizioni di distacco, al n.117), i transalpini sono dietro solo alla corazzata spagnola, che guida con 14 rappresentanti:

Spagna 14
Francia 11
Germania 9
Argentina 7
Stati Uniti 5
Russia 5
Croazia 4
Serbia 3
Repubblica Ceca 3

Guardando con occhio meno superficiale, però, ci si accorge che la Francia sta avendo grandi difficoltà nel convertire la grandissima quantità a disposizione in una qualità di pari livello, sebbene tali difficoltà non siano drammatiche come nel caso di Germania ed Argentina (quest’ultima penalizzata, però, dai gravi infortuni di Del Potro e Nalbandian, senza i quali avrebbe probabilmente due rappresentanti in top 10). Se infatti guardiamo quanti rappresentanti ci sono per ogni nazione tra, rispettivamente, i top 50, i top 20 e i top 10, possiamo notare come la condizione della Francia cambi drasticamente:

Spagna 10-4-3
Francia 7-2-0
Germania 2-0-0
Argentina 3-0-0
Stati Uniti 4-4-1
Russia 2-1-1
Croazia 2-2-0
Serbia 3-1-1
Repubblica Ceca 1-1-1

Grandissima scuola nel portare i giocatori al tennis che conta, la Francia non sta avendo risultati di spessore nel tennis ad altissimi livelli o, quantomeno, non riesce a sfruttare in pieno il potenziale che ha tra le mani: chiudere l’anno senza un top 10 non può essere accettabile, pur con l’attenuante dei diversi infortuni di Tsonga. Gli Stati Uniti, seppur ai minimi storici, hanno comunque Roddick in top 10 e quattro giocatori complessivi tra i top 20, contro i soli due francesi (stesso numero dei croati, che però hanno un numero decisamente inferiore di giocatori nel complesso).
Difficoltà che si manifestano, naturalmente, negli Slam: la vittoria di Noah a Roland Garros 1983 rimane l’unica vittoria francese in un Major nell’Era Open. Quest’anno non si può certo dire che i risultati siano stati scadenti, con la semifinale di Tsonga in Australia e i quarti ancora di Tsonga a Wimbledon e di Monfils a New York, ma sono comunque discontinui (Monfils ha giocato mediocremente tre Slam su quattro e gli altri francesi hanno combinato poco). Tenendo conto sempre le nove nazioni analizzate finora, questi sono i risultati 2010 negli Slam dei tre miglior classificati di ogni Paese:

Spagna (Nadal, Ferrer, Verdasco) AO - QF 2T 4T RG - W 3T 4T W - W 4T 1T US - W 4T QF
Francia (Monfils, Tsonga, Llodra) AO - 3T SF 2T RG - 2T 4T 1T W - 3T QF 2T US - QF / 3T
Germania (Kohlschreiber, Mayer, Becker) AO - 3T 3T 2T RG - 3T / 1T W - 3T 3T 2T US - 2T 1T 2T
Argentina (Monaco, Nalbandian, Chela) AO - 3T / 1T RG - 1T / 2T W - / / 1T US - 1T 3T 2T
Stati Uniti (Roddick, Fish, Querrey) AO - QF 1T 1T RG - 3T 2T 1T W - 4T 2T 4T US - 2T 4T 4T
Russia (Youzhny, Davydenko, Andreev) AO - 3T QF 1T RG - QF / / W - 2T 2T 1T US - SF 2T 2T
Croazia (Cilic, Ljubicic, Karlovic) AO - SF 3T 4T RG - 4T 3T / W - 1T 1T / US - 2T 1T /
Serbia (Djokovic, Troicki, Tipsarevic) AO - QF 2T 2T RG - QF 3T 1T W - SF 2T 1T US - F 1T 3T
Repubblica Ceca (Berdych, Stepanek, Hajek) AO - 2T 1T 2T RG - SF / 1T W - F / 1T US - 1T 1T 1T

Ancora una volta, il distacco numerico iniziale si affievolisce. E tale distacco si azzera e viene superato se, sempre considerando i tre migliori per ogni Paese (qui abbiamo apportato due leggere modifiche, inserendo due giocatori non escludibili, ovvero Del Potro per l’Argentina e Haas per la Germania), consideriamo i migliori risultati Slam in carriera:

Spagna (Nadal, Ferrer, Verdasco) AO - W QF SF RG - W QF 4T W - W 4T 4T US - W SF QF
Francia (Monfils, Tsonga, Llodra) AO - 4T F 2T RG - SF 4T 4T W - 3T QF 2T US - QF 4T 4T
Germania (Kohlschreiber, Mayer, Haas) AO - 4T 3T SF RG - 4T 2T 4T W - 3T QF SF US - 3T 2T QF
Argentina (Monaco, Nalbandian, Del Potro)AO - 3T SF QF RG - 4T SF SF W – 1T F 2T US - 4T SF W
Stati Uniti (Roddick, Fish, Querrey) AO - SF QF 3T RG - 4T 2T 1T W - F 2T 4T US - W QF 4T
Russia (Youzhny, Davydenko, Andreev) AO - QF QF 3T RG - QF SF QF W - 4T 4T 4T US - SF SF 4T
Croazia (Cilic, Ljubicic, Karlovic) AO - SF QF 4T RG - 4T SF 2T W - 4T 3T QF US - QF 3T 3T
Serbia (Djokovic, Troicki, Tipsarevic) AO - W 2T 3T RG - SF 3T 3T W - SF 3T 4T US - F 3T 3T
Repubblica Ceca (Berdych, Stepanek, Hajek)AO - 4T 3T 2T RG - SF 4T 3T W - F QF 1T US - 4T 4T 2T

La finale australiana di Tsonga, quanto a picchi, supera solo Croazia, Germania e Russia (la quale però, non va dimenticato, fino all’anno scorso avrebbe potuto contare sul curriculum di Safin, ben superiore a quello di qualsiasi francese).
Un ultimo dato significativo, forse il più preoccupante per i cugini: il best ranking. Fatta eccezione per la Repubblica Ceca, tutte le altre nazioni hanno o hanno avuto non solo un top 5, ma anche un top 3. Tutte tranne la Francia, il cui best ranking è la sesta posizione di Tsonga e Simon (qui non considerato perché attualmente quinto giocatore di Francia).

Spagna (Nadal, Ferrer, Verdasco) 1, 4, 7
Francia (Monfils, Tsonga, Llodra) 9, 6, 23
Germania (Kohlschreiber, Mayer, Haas) 22, 33, 2
Argentina (Monaco, Nalbandian, Del Potro) 14, 3, 4
Stati Uniti (Roddick, Fish, Querrey) 1, 16, 18
Russia (Youzhny, Davydenko, Andreev) 8, 3, 18
Croazia (Cilic, Ljubicic, Karlovic) 9, 3, 14
Serbia (Djokovic, Troicki, Tipsarevic) 2, 24, 33
Repubblica Ceca (Berdych, Stepanek, Hajek) 6, 8, 71

Alla Francia, in poche parole, manca un campione vero. Tsonga, giocatore esplosivo ma fisicamente fragile e tatticamente scellerato e Monfils, atleticamente mostruoso ma anche lui ben poco lucido sotto il punto di vista tattico, non sembrano poter colmare quella lacuna Slam che si allarga sempre più da quasi 28 anni, sebbene abbiano avuto entrambi ottimi risultati. La recente finale Davis lo conferma: è vero, mancava Tsonga, ma alla Serbia è bastato Djokovic e un discreto Troicki in singolare (pessimo invece in doppio) per vincere in un trofeo la cui formula consente di trionfare con un campione o poco più, come direbbe Rino Tommasi, mettendo a nudo la superiorità numerica dei francesi. I numeri generali vanno bene per una valutazione complessiva di una scuola e/o una nazione, ma a scrivere la storia sono i fuoriclasse.

 

Sulla finale di Davis è tornato Patrick Mouratoglou, coach francese d'adozione a capo dell'omonima, prestigiosa, accademia, che si dice deluso dal carattere e dalla motivazione che i francesi hanno mostrato durante i tre giorni della finale, ma convinto dei mezzi di questa squadra e certo del fatto che il mondo riparlerà ancora bene di questa Francia: “Per me è stata davvero dura vedere i serbi che sollevavano la coppa; e immagino che lo sia stato molto di più per i giocatori che hanno condotto la campagna di Davis durante tutto il 2010. Tuttavia non possono essere dimenticati tutti i successi che i nostri giocatori hanno ottenuto durante la stagione, e la finale, nonostante sia stata persa, può rappresentare un bagaglio di esperienza importante per giocatori giovani come i nostri”. Continua poi Patrick sul momento del tennis francese “Possiamo contare su giocatori giovani e importanti come Tsonga, Monfils, Simon e Gasquet. Tutti e quattro sono stati capaci di entrare nella top ten ed hanno ancora notevoli margini di miglioramento; se riusciranno a mantenere questo spirito e a dare tutto ciò che hanno in ogni partita, sono sicuro che un giorno la Coppa Davis sarà nostra”.

Lo stesso si è poi espresso sulle ragioni per cui la Serbia ha superato la Francia nell’ultima finale e al giornalista che chiedeva se i serbi sono stati semplicemente troppo forti per loro, lui ha risposto così “sicuramente la Serbia è stata incredibile, ma è impossibile ricondurre la sconfitta ad un unico fattore. I francesi hanno giocato con troppa paura, in maniera troppo prudente. In una finale, è necessario pensare di essere ad un passo dal sogno, pensare che dopo aver vinto tanti match in cui c’era la pressione di partire da favoriti, l’ultima partita dovrebbe essere quella che chiude il cerchio; sarebbe servita una prestazione perfetta ma purtroppo per noi non è arrivata. L’unica cosa positiva di quel week-end si può individuare nel fatto che la debacle è stata di ordine collettivo e dunque non è stato un singolo giocatore ad addossare su di sé tutte le colpe dell’accaduto”.

Il francese procede poi ad un analisi dei suoi connazionali scesi in campo nei tre giorni della finale.” Nel primo giorno, Venerdì, Gilles Simon non ha saputo approfittare di una situazione, sul 5-5 del primo set, in cui Djokovic e tutto il pubblico serbo erano leggermente innervositi da come stava andando. Non ho visto in lui quella grinta e quello spirito combattivo che di solito contraddistingue i suoi match. Gael invece, nonostante abbia vinto il suo match contro Tipsarevic, ha giocato molto più corto del solito, senza un vero piano di gioco, muovendosi peggio. Nel doppio, Sabato, i francesi sono dovuti andar sotto di due set prima di svegliarsi e tirare fuori una reazione d’orgoglio molto positiva. Domenica è andata ancora peggio: Llodra e Gael non sono riusciti a esprimere il loro miglior tennis, anche se i serbi hanno giocato ottimamente. La Monf era sempre in ritardo per non parlare di diversi errori non forzati davvero inusuali per lui; mentre Llodra sentiva che Troicki stava rispondendo bene e questo ha influenzato il suo gioco, le sue voleè sono state appena sufficienti e si vedeva chiaramente che le sue gambe erano quasi tremanti”.

Secondo Mouratoglou inoltre, il pubblico serbo non ha influito più di tanto sull’esito della finale, ma erano i giocatori serbi ad avere un obiettivo ben preciso e il francese lo esprime in modo un po’ colorito: “Nole, Vicktor, Janko e Nenad ci hanno accolto con l’intenzione di respingerci a calci nel sedere. E di fatto ci sono riusciti e non si sono fatti impaurire più di tanto dall’enorme attesa di un intero popolo. Djokovic è stato il più impressionante tra di loro; mi ha colpito l’episodio per cui Nole ha rotto la racchetta durante il suo primo match in una situazione abbastanza tranquilla, come a voler dire – mi dispiace è fuori questione che io possa perdere un solo set. E difatti i serbi avevano un carisma e una voglia di vincere per i quali hanno potuto credere nella vittoria in ogni momento. Noi invece non ci credevamo neanche sul 2-1. Dunque grandi congratulazioni alla Serbia, ma tutto sommato congratulazioni anche alla Francia per dove è arrivata; sono sicuro che torneremo ancor più forti l’anno prossimo e con i nostri giovani pieni di passione e di sentimento patriottico verso la propria nazione, tutto il mondo sentirà presto parlare di noi.”

 

Riccardo Nuziale e Danilo Princiotto

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker