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19/12/2010 20:00 CEST - SERIE A1

Il meglio della A: Tennis Club Prato

TENNIS – Finalista a sorpresa nel Campionato femminile, il Tennis Club Prato continua ad avere una forte impronta agonistica nonostante oggettive difficoltà. “Il Consiglio cambia ogni due anni” spiega il Direttore Massimo Bardazzi “Dobbiamo sperare che continui il desiderio di proseguire con l’attività. La Serie A costa tra i 60 e gli 80.000 euro”. Riccardo Bisti

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Le vittorie del Circolo Canottieri Aniene e del Tennis Club Viterbo hanno fatto calare il sipario sul Campionato di Serie A1, mai in difficoltà come quest’anno e solo parzialmente salvato da due belle finali. Va così in archivio una stagione difficile e perdente dal punto di vista mediatico. Si pensi allo scarso risalto dato dai quotidiani nonostante la presenza di Francesca Schiavone: se escludiamo alcuni articoli usciti sul Corriere dello Sport (peraltro sponsor dell’Aniene), i grandi quotidiani sportivi hanno ignorato l’evento. Fino a qualche anno fa, Corriere dello Sport e Tuttosport dedicavano una pagina intera al campionato, adesso non più. La comunicazione è stata quasi interamente curata dalla FIT, presente in forze a Rovereto con il canale SuperTennis (anche se in misura minore rispetto a Bra 2009, quando venne approntato uno salotto condotto da Mara Santangelo). L’assenza dei grandi media ha fatto si che a Rovereto non venisse approntata nemmeno una sala stampa. Alla luce di questo, ci siamo domandati come i vari club vivano un campionato che costa parecchio e fatica ad avere la giusta visibilità, se non quella limitata alla comunicazione locale. Ed è un peccato: fatte le debite proporzioni, è come se i successi dell’Inter avessero una qualche eco solo a Milano. E, soprattutto, abbiamo rivolto ai quattro club presenti a Rovereto la domanda che si pongono tutti gli appassionati: “Ma chi ve lo fa fare?”. Ci siamo messi in contatto con i responsabili dei quattro club e abbiamo posto a ciascuno le stesse domande. Abbiamo ascoltato Sergio Soderini (Responsabile della Sezione Tennis presso il Circolo Canottieri Aniene), Carlo Zaniboni (direttore del Castellazzo Tennis Club), Fausto Barili (consigliere del Tennis Club Viterbo e organizzatore della squadre di A, B e C) e Massimo Bardazzi, direttore del Tennis Club Prato. Tre domande ciascuno, con il doveroso omaggio agli sponsor di ogni club che anche nel 2010 hanno sostenuto il campionato. Un aiuto vitale per quasi tutte le squadre. In quattro puntate, ascoltiamo i pareri dei quattro top-club del 2010. Chiudiamo la nostra mini-inchiesta con il Tennis Club Prato, uno dei circoli più importanti d’Italia e finalista in campo femminile, battuto 3-0 dal TC Viterbo in una finale molto più equilibrata di quanto non dica il punteggio.

Come è vissuta la serie A nel vostro club? Come siete stati accolti al vostro rientro?
BARDAZZI: Purtroppo da diversi anni il Campionato ha dei regolamenti che non lo aiutano. Le squadre sono in mano ai giocatori, e quando te ne tolgono uno è come perdere 10 litri di sangue. L’interesse per la Serie A non è mai stato importante, anche perché si svolge in un periodo ottimale: spesso siamo costretti a giocare gli incontri sotto un pallone pressostatico e non è il massimo. Inoltre non ci aspettavamo di andare in finale, francamente pensavamo di perdere il play-off a Mestre. Invece le nostre ragazze sono state straordinarie, facendoci una splendida sorpresa. Molti di noi, tuttavia, avevano impegni pregressi e non siamo potuti andare in forze a Rovereto. Il TC Prato ha vinto un Campionato nel 1982, e allora le magagne erano minori. Quest’anno la nostra squadra maschile è retrocessa in B ma potremmo essere ripescati in A2, tuttavia la cosa non ci sconvolgerebbe i piani.

L’interesse di giornali e TV (eccezion fatta per le finali in diretta su SuperTennis) è stato scarso. Dopo tanti investimenti e sacrifici per arrivare in alto, un circolo come vive questa situazione?
BARDAZZI: Se ci mettessimo a guardare il portafoglio, valutando i pro e i contro di quello che ci dà il campionato, probabilmente non varrebbe la pena farlo, abitudine peraltro sempre più diffusa, basti pensare alle squadre che non hanno partecipato e a quelle che lo hanno fatto solo per onor di firma. Noi siamo un circolo importante, con 2.300 soci e un passato e un presente di prestigio, con l’organizzazione di due Coppe Davis e il Torneo Internazionale Under 18 dove è passata gente come Federer, Haas e Murray. Ogni due anni si rinnova il Consiglio: se è favorevole all’attività agonistica si va avanti, anche perché staccare la spina comporterebbe qualche malumore. Ma se un Consiglio fosse più attento a certe questioni, non so quali decisioni si prenderebbero.

Ma quanto costa partecipare alla Serie A? Quante spese vengono coperte dagli sponsor? E quali sono i vostri sponsor?
BARDAZZI: Spendiamo poco meno di 80.000 euro, diciamo una cifra compresa tra i 60 e gli 80.000 euro. Con l’appoggio degli sponsor non riusciamo a coprire l’intera spesa e bisogna intervenire di tasca propria. Anche quest’anno abbiamo continuato a produrre un magazine destinato alla nostra squadra, in cui trovano uno spazio importante i nostri sponsor. Ripeto che l’attività agonistica dipende dallo spirito del Consiglio Direttivo approccia il problema. Credo che se si entrasse nei dettagli della questione, beh, le cose potrebbero cambiare. Noi abbiamo alcuni sponsor molto importanti: Cariprato, la Cassa di Risparmio di Prato, “Brunetti e Antonelli”, una ditta di costruttori edili, nonché la concessionaria di automobili “FPAuto Pratesi”.

Riccardo Bisti

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