Italiano English Français
HOMEPAGE > > Coccodrillo e coniglietto (Parte 2)

21/12/2010 10:31 CEST - IL RACCONTO

Coccodrillo e coniglietto (Parte 2)

TENNIS - Vediamo come si è sviluppato il rapporto tra moda e tennis dall'epoca dei pionieri ai giorni nostri. Un tempo fecero scandalo i pantaloni corti di Bunny Austin, mentre oggi è tollerato praticamente ogni eccesso. L'unica eccezione riguarda il "sacro" bianco di Wimbledon, che nel 1985 Anne White provò a sfidare con un improponibile costume...bandito nel breve arco di una notte! Enos Mantoani

| | condividi

Come anticipato la scorsa settimana, oggi ripercorreremo qualche episodio della storia del tennis che coinvolge il business e alcune innovazioni del nostro sport legate al commercio e alla moda.

Iniziamo con l’archetipo di tutti i tennisti che si danno alla moda: René Lacoste (1904-1996); un fuoriclasse, 7 slam in singolare e due Davis, ritiratosi per motivi di salute a soli 25 anni all’apice della carriera. Fu il primo giocatore ad allenarsi metodicamente per supplire a un talento tennistico che era grande, ma non eccelso: per questo inventò la prima macchina spara palline. Le sue doti principali sul campo erano la regolarità, l’intelligenza, la tenacia: ecco perché il soprannome di Coccodrillo gli calzava a pennello. Il marchio nacque per una scommessa con il suo Capitano di Davis che gli promise una valigia di coccodrillo se avesse vinto una partita importante; iniziò poi a portare un coccodrillo ricamato nelle divise con cui scendeva in campo. Dal 1933 iniziò la carriera nell’abbigliamento che lo rese famoso in tutto il mondo; a lui si deve l’uso diffuso delle maniche corte invece delle lunghe maniche fino ad allora consuete e l’uso di una marca ben visibile nelle magliette. Ancora più importante è la sua invenzione del 1963: la prima racchetta in acciaio che in America era distribuita dalla Wilson. Della differenza delle racchette di legno con quelle d’acciaio disse alla presentazione della Wilson T2000 nel 1967: “Non importa quanto ben fatta sia una racchetta di legno: non ce ne sono due uguali. C’è sempre una differenza di tocco o di bilanciamento. Con l’acciaio è possibile produrre racchette che concordano nelle più piccole specifiche”.

A lui contemporaneo fu Henry Wilfred “Bunny” Austin, elegante tennista inglese, finalista di tre Slam tra il 1932 e il 1938. Fondamentale il suo contributo alla nazionale inglese che con Fred Perry vinse la Davis Cup nel triennio 1933-1935. Parliamo di lui in questa paginetta perché è entrato negli annali come il primo tennista ad indossare i pantaloncini corti! Accadde nel 1932 a Forest Hills. Il suo coraggio però di indossarli a Wimbledon di fronte alla Regina Mary (ultraconservatrice) fu straordinario e avvenne nel 1933. Dopo qualche minuto di imbarazzo la Regina comunque si sedette e guardò il match fino in fondo… “Coniglietto” Austin (era infatti soprannominato Bunny dal personaggio di un fumetto dell’epoca) fu anche lui attratto dalla tecnologia al servizio del tennis: per qualche tempo giocò infatti con una racchetta che aveva un manico a tre segmenti e che era concepita per favorire l’aerodinamicità dello strumento e la manovrabilità da parte del giocatore. Quel modello fu utilizzato praticamente solo da lui, non ebbe infatti molta fortuna, ma testimonia che in quell’epoca ci fu una grande e innovativa spinta tecnologica e, come detto, di una moda concepita per favorire il comfort dei giocatori.

Niente a che vedere con le novità modaiole degli ultimi 30-40 anni quando sembra che le innovazioni siano solo il frutto di una aggressiva strategia commerciale e pubblicitaria. Oppure del cattivo gusto, fate voi. Che dire ad esempio del sobrio costume di Anne White?

Siamo nel 1985 e White incontrava Pam Shriver nel campo n. 2 di Wimbledon presentandosi vestita con una tuta attillata completamente bianca (nomen omen). Dopo il secondo set la partita venne interrotta per oscurità, ma alla ripresa, nel giorno seguente, Anne indossava un normale completino comune all’epoca. Cos’era successo? Che i giudici di Wimbledon bandirono quel tipo di costume come “non tradizionale”; d’altra parte bisogna dire che ESPN elesse quel completino “il peggiore del secolo”. Non tutte le scelte coraggiose e controcorrente pagano…

 

Anche Agassi, soprattutto nella prima parte della carriera, era animato dalla voglia di stupire il mondo con il suo tennis e, soprattutto, con il suo look. Tanto da far dire a Lendl che Agassi, allora diciassettenne, era: “A haircut and a forehand”. E tutti ci ricordiamo i suoi completini e il suo essere testimonial privilegiato e ambitissimo di una nota marca d’abbigliamento sportivo.

Forse proprio con lui si è passati a un modello di commercializzazione e di uso dell’immagine molto più aggressivo e ossessivo che ci ha portati a dove siamo ora.

Molti top players hanno ormai linee d’abbigliamento o comunque di prodotti legati alla moda: da Federer con la sua linea di cosmetici alla Sharapova e alle sorellone Williams, per citare i casi più noti. Sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo, con i giocatori a creare le proprie linee di moda, come il nostro Sergio Tacchini o come il modello di tutti, Lacoste.

Rimane forse una differenza, piccola e sostanziale che si può riassumere nel giudizio di Bill Tilden su Lacoste e che differenzia molti tennisti di quell’epoca con i colleghi che oggi si lanciano nel mondo della moda: “Nella perfezione dei suoi colpi è una macchina… Ma, più di questo, egli è un affascinante e colto gentleman”.

Enos Mantoani

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Il guardaroba di Aravane Rezai

Quote del giorno

"Non ci sono cattive chiamate".

Ivan Lendl a chi gli chiedeva perchè amasse così tanto il golf.

Accadde oggi...

    19 Dicembre 1975

Jimmy Connors vince un match drammatico contro Marcelo Lara 6-2 6-1 3-6 4-6 7-5 nel secondo turno della Coppa Davis tra Stati Uniti e Messico a Città del Messico.

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker