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20/12/2010 12:10 CEST - BEACH TENNIS

Beach Tennis: parla il pioniere

TENNIS - Intervista a Gianluca Chirico, memoria storica e pioniere del beach tennis italiano. Dai primi colpi nel 1977 alle trasferte oltreoceano. I consigli per il tennista che inizia. Un piccolo Bignami di Beach Tennis da non perdere, un vero e proprio spot per uno sport che recentemente è passato sotto l'egida della FIT. Sogni? Entrare nel programma olimpico e diventare più "televisivo". Seconda Parte. Franco Serdino

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Eccoci al secondo di questo trittico di articoli sul Beach Tennis: questa volta ce lo facciamo spiegare da Gianluca “ghisa” Chirico, vero pioniere dello sport, ancora in piena attività e rispettato da tutti gli appassionati oltreché mai banale nelle risposte. Chirico ha iniziato a giocare nel 1977 (1977!!) quando ancora la stragrande maggioranza dei tennisti aveva tra le mani la racchetta di legno ed al mare andava al massimo a fare jogging. Dalle sue risposte riesce a trasparire come questo gioco ha la capacità di suscitare grande passione ed emozione, sentimenti sempre positivi ed auspicabili parlando di attività che, per la maggior parte delle persone, fungono da piccola valvola di sfogo dal lavoro quotidiano.

Nome e cognome:
Gianluca Chirico.

Professione:
Ufficialmente Coordinatore Infermieristico in un reparto di Oncologia / Ematologia, in più da circa 8 anni sono istruttore di Beach Tennis presso il Palabeach di Bologna e il Palace di Imola.

Data di nascita:
28 agosto 1965.

La prima volta che hai giocato a bt:
Penso nell’estate 1977.

Non ci credo…con chi, come, dove….
Ci devi credere...penso che il beachtennis sia proprio nato nella riviera ravennate, all’inizio degli anni 70, anche se alcuni dicono che negli stessi anni ha preso piede anche a Fiumicino. Io ho iniziato a Marina di Ravenna, Bagno dopolavoro Poste, insieme ai miei amici di infanzia...nonostante i 12-13 anni eravamo svegli ed esuberanti, quindi non se ne parlava di polleggio in spiaggia...tante ore di gioco e bagni.

L’ultima volta che hai giocato a bt:
12 ore fa, lezione con alcuni ragazzi di Bologna.

La tua storia di bt spiegata ad un ragazzino.
Adrenalina e spirito di competizione non mi mancano di certo, fin da bambino...guardavo gli adulti giocare, insabbiarsi e divertirsi molto, e speravo di arrivare al loro livello.... non ho avuto paura a prendere batoste e bastonate, conscio e tranquillo che erano tutte tasselli di esperienza che in futuro mi avrebbero dato molto. E con tanto sudore (anche perché abbiamo sempre giocato a tutte le ore, comprese quelle più calde della giornata) i risultati sono arrivati.

Il bt 30 anni fa:
Strano...campo da pallavolo (9x9) rete da pallavolo (2.40) regole da pallavolo (cambio palla) partite infinite, noiose da vedere ma dure da giocare.

Il bt 20 anni fa:
Estremamente divertente....lunghi pomeriggi passati a giocare, grazie al passaggio alla rete più bassa (misura attuale 1.70) lento passaggio dal bt fisico al bt tecnico. Organizzazioni semicasalinghe ma pulite e precise, prime trasferte in giro per l’Italia.

Il bt 10 anni fa:
Competitivo ed entusiasmante, passaggio alle regole attuali. Velocità in aumento, i cosiddetti pallettari incominciano ad avere problemi..Organizzazione caotica, istituzioni assenti. Grandi sfide, grandi tornei, grande tensione. ma molto gratificante e stimolante

Il bt oggi:
Ancora molto divertente, anche se il mio livello è meno competitivo. Aggressività totale, non c’è più spazio per i difensori. Grandi trasferte oltreoceano, buona integrazione con le nuove generazioni. Molto stimolante formare e far divertire altre persone . Istituzione presente, ma ancora non incisiva

Il bt tra 10 anni:
Regole chiare, istituzioni presenti e costruttive, globalizzazione del beachtennis...Spero che l’ITF riesca nell’intento di farlo conoscere in tutto il mondo

Trascorsi tennistici:
Scarsino, massimo 4/4...mancino con serve and volley totale

L’approccio ideale per il tennista.
Adattarsi lentamente al beachtennis con le sue peculiarità specifiche, non adattando la tecnica tennistica alla sabbia. Evitare di sopravalutarsi e rimanere con i piedi per terra, un buon tennista agli inizi sulla sabbia può tranquillamente perdere da due ragazzini che giocano tutti i giorni da anni..

Gli errori classici del tennista che inizia.
Aperture di dritto e rovescio eccessive, staticità dopo la battuta, errata posizione, non salta negli smash...un disastro!! no no, alcuni sentono veramente molto la palla.

Evoluzione dei materiali e consigli per il tennista:
Si è passati dal legno alla graphite, kevlar e fibra di carbonio...più o meno la stessa evoluzione del tennis, i colpi vanno più forte e con maggior controllo..Anche nel peso della racchetta siamo passati dai 450/500 gr a 330/360, quindi notevoli miglioramenti, anche per i traumi del gomito. Ritengo però che non ci sia ancora una ricerca specifica ed accurata sui materiali, come nel tennis, magari l’entrata di un grosso produttore di racchette (tipo Head, Babolat ed altri) potrebbe favorire uno studio più preciso. Ad un tennista consiglio di rivolgersi ad un buon istruttore/maestro di beach tennis, in modo da pianificare un percorso che possa mixare il background tennistico all’adozione della tecnica, assai diversa, beachtennistica.

Tattica, evoluzione dai tempi dei pionieri:
Negli anni si è passati da una tattica assolutamente attendista, difensiva, con attenzione a non fare errori ad un attacco continuo, talvolta anche rischioso, con l’intento di mettere in difficoltà l’avversario e chiudere più facilmente il punto. Mentre giochi sudi, fatichi, ma soprattutto ti diverti un mondo.

La tua idea sul “muro”, forse il colpo da beach più lontano dal tennis:
Al limite dell’odio, lo considero una beffa ingiusta al battitore. Sono un purista di questo sport e sono fortemente contrario, essendo un colpo poco spettacolare e facilitato dalle palle morbide. Studiamo variazioni del regolamento per eliminarlo.
Ndr: il “muro”: il giocatore in risposta, posizionato a filo rete, intercetta con la racchetta leggermente inclinata verso il basso il servizio proposto, non dando tempo alla coppia avversaria di fare alcunché prima che la pallina tocchi la sabbia.

Tante palline diverse sul mercato, dure, morbide….la tua idea:
Su questo potrei costruirci un poema...una volta usavamo le palle da tennis usate, con piccoli litigi anche sulla scelta. A me piacevano le palle più dure e pesanti, le quali mi garantivano un buon controllo del mio colpo migliore, la battuta. Però capisco che eravamo arrivati a scambi ridottissimi, da qui la necessità di avere una palla più leggera. Le attuali però lo sono troppo, con poco controllo e poco divertenti, soprattutto per i giocatori di medio - basso livello e le donne, e alcune volte sono in balia del vento. Ritengo quindi che la cosiddetta “via di mezzo” sia la più adatta, sui 43-45 grammi con gomma esterna più dura.

Un torneo da vedere almeno una volta e perché:
Una volta il mitico Trofeo Fiorellini, a marina di Ravenna...quanti ricordi, una vittoria e quattro finali perse. Spettatori anche sulle cabine pur di non perdersi le finali. Ora sicuramente il torneo del Bagno Delfino a Pinarella, all’inizio di agosto, grande organizzazione, tantissime coppie (più di cento) bel montepremi.

Un giocatore da vedere almeno una volta e perché:
Matteo Marighella, puro talento di questo sport, veramente un professionista completo quanto serio.

Un colpo da vedere almeno una volta e perché:
La veronica (non certo la mia!) il colpo più spettacolare del beachtennis, vera e propria schiacciata di rovescio in salto, soprattutto se lungolinea.

Il più bel colpo che hai fatto:
Una palla corta in tuffo nel lontano 1997, dopo uno scambio lunghissimo che mi aveva visto tuffarmi altre 2 volte...bei tempi, il beachtennis era ancora molto fisico.

Il più brutto:
Il muro.

Il miglior compagno:
Come amico sicuramente Lele Bianchedi, giocatore che ha vinto così tanti tornei che non potete immaginare. Come divertimento Marco Garavini, attualmente forse il miglior giocatore italiano.

Il peggiore:
il peggiore come compagno sono io, difficile da sopportare, un po’ troppo irascibile e nervoso, solo in campo (e famoso per le racchette rotte...).

La scelta del compagno….consigli e aneddoti:
Sono un mancino e quindi il compagno ideale di tutti i destrorsi. Spesso ho giocato, per mia scelta, con giocatori più giovani che ritenevo promettenti ( e non sbagliavo visto che ora Mingozzi, Marighella, Garavini, Mattei…. li troviamo ai vertici del beach tennis mondiale) e quindi mi piace essere anche un po’ talent scout. Negli anni più vincenti avevo il compagno fisso ma comunque il cambiamento mi ha sempre stimolato e dato nuove motivazioni. Mi è successo anche di cambiare compagno un paio di ore prima di un torneo...con pessimi risultati, ovviamente.

Ricorderai per sempre quella volta che…
Sicuramente la mia prima trasferta negli USA, per un torneo a New York nel 2006. ma ricordo bene anche la mia vittoria al Trofeo Fiorellini, uno dei primi tornei con molto pubblico ad assistere.

Bt e gli anta….differenze e opportunità:
Le dimensioni del campo e gli scambi ridotti hanno permesso senza dubbio di allungare la carriera beachtennistica, anche con buoni risultati. Mi succede di giocare con ragazzi che possono tranquillamente essere miei figli, ma devo dire che sono ben rispettosi (tranne pochissimi) di chi hanno di fronte, anche se non mostrano timore reverenziale. Spero che riprenderanno a proliferare i tornei over 40, come qualche anno fa. Tieni presente che nelle spiagge ravennati è ben frequente vedere persone di 50 o 60 anni giocare, segno indiscutibile della facilità che ha il beachtennis di divertire a tutte le età.

Under 21 e presa in mano del gioco e rivoluzione dello stesso? A quando?
Io faccio parte della vecchia generazione che, vedendo i giovani cambiare gioco ed attaccare, si è adattata, anche bene direi. La nuovissima generazione (18-20 anni) non ha ancora apportato dei seri cambiamenti, ma ha sicuramente migliorato la potenza e giocando continuamente coi top player ha fatto dei pochi errori un vero punto di forza. Quindi non performance maggiori, ma piccole variazioni che li pone già ai vertici dello sport.
Campanilismo, storia, rispetto e controllo dell’evoluzione del gioco:
Se guardi le classifiche i primi sette sono Romagnoli, anche se rimarco il fatto che negli ultimi 2 anni il Lazio è cresciuto tanto....bisogna ringraziare il Dr. Bellettini, che con la sua federazione privata ha permesso lo sviluppo dello sport in tutta Italia..ora il controllo è passato alla Federazione Italiana Tennis, il 95% del movimento è in Romagna che quindi ha i numeri per essere protagonista nell’evoluzione anche regolamentare, qualcosa si sta muovendo in questi mesi e spero che ci possa essere più spazio anche per chi il beachtennis lo ha visto ad aiutato a crescere ed evolversi...

Bt e federazione italiana tennis, un matrimonio riuscito?
Un matrimonio complicato...è visto ancora come marginale al tennis, e di conseguenza le forze impegnate sono insufficienti. Spero che le 6000 tessere del 2010 possano un po’ scuotere i vertici, ed aumentare risorse e persone coinvolte.

Bt alle Olimpiadi la vera svolta? E quando?
Purtroppo sono un po’ pessimista...il beachtennis ha varcato sicuramente i confini italiani, e si gioca ormai in molti stati del mondo; ma rimane uno sport poco televisivo, e ancora poco attrattivo per gli sponsors.

Come rendere il bt più televisivo? Adesso effettivamente lo è poco.
Sky in passato ha provato seriamente a migliorare le riprese, mettendo anche più telecamere a disposizione e utilizzando effetti ed inquadrature particolari...purtroppo con pochi risultati, sembra lentissimo, al contrario di quando giochi che la palla è una scheggia impazzita...il beach volley è favorito dalla palla molto più visibile, anche se non mi fa impazzire dal punto di vista dello spettacolo, la prospettiva migliore nel beachtennis è quella tennistica, quindi dietro i giocatori. Serve ancora sperimentazione.

Perché ghisa:
Il soprannome Ghisa deriva un po’ dalla mia struttura fisica e un po’ dal fatto che negli anni 90 usavo moltissimo i tuffi, senza mai farmi male. Inoltre chi me l’ha dato vedeva sempre colpirmi i polpacci con la racchetta senza che accusassi il minimo dolore.

Vorrei veramente ringraziare Gianluca, ogni sport ha le sue memorie storiche, i suoi guru, veri punti di riferimento per i nuovi adepti; sono figure di importanza capitale per la crescita dei giovani che riescono così, sempre che lo vogliano, ad essere coinvolti ed a capire il gioco guidati da chi lo ha amato e curato per tanti anni.  “Ghisa” Chirico è una di queste, nella sua lunga carriera ha tenuto a battesimo generazioni di giovani giocatori, li ha spronati, sgridati ed abbracciati; credo che ognuno di loro, poi diventato campione, porti dentro qualcosa anche di lui.

SPECIALE BEACH TENNIS - PRIMA PARTE

Franco Serdino

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker