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26/12/2010 20:54 CEST - WTA

Henin e Serena: futuro nella nebbia

TENNIS - Ferme entrambe da Wimbledon per infortunio, il 2011 della belga e la statunitense è pieno di dubbi e problemi: per Serena, ancora alle prese con il piede infortunato con dei cocci di vetro, il rientro sembra addirittura dover slittare ad aprile. La Henin invece tornerà già a gennaio...ma che Henin sarà? Riuscirà a tornare quella pre-ritiro e a trionfare finalmente a Wimbledon? Riccardo Nuziale

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Per molti appassionati sono le due uniche autentiche fuoriclasse del tennis femminile attuale: Venus è da troppo tempo costante solo a Wimbledon, la Clijsters (ammesso che il suo palmares le permetta il titolo di fuoriclasse assoluta) lo stesso, cambiando solamente torneo, gli Us Open. Eppure Justine Henin e Serena Williams stanno vivendo un momento della loro vita tennistica estremamente complesso e difficile. Entrambe fuori da mesi per infortunio (gomito per la belga, piede per la statunitense), non più delle ragazzine (la Henin è classe ’82, Serena ’81), le due tenniste sono chiamate all’ennesima risposta da campionessa.


Il 2010 per la belga, molto probabilmente il talento più puro della sua generazione (solo la Mauresmo può contenderle il primato), doveva essere l’anno del ritorno, la riconquista della corona da parte della regina abdicante (ricordiamo che, nel 2008, si ritirò quando occupava la prima posizione mondiale). Così non è stato: sebbene i risultati siano stati di livello assoluto, con due tornei vinti (Stoccarda e Hertogenbosch), due finali (Brisbane e Melbourne) e una semifinale (Miami) in sei mesi di gioco, risultati che le hanno permesso di chiudere l’anno al dodicesimo posto del ranking WTA, l’ex numero 1 del mondo non è sembrata in grado di fare la differenza come nel periodo pre-ritiro. È vero, ha battuto diverse top players (Dementieva, Zvonareva, Wozniacki, Jankovic, Stosur, Petrova, Sharapova, Ivanovic), ma nei momenti della verità contro le acerrime rivali, pur lottando da grandissima agonista, è mancata: due sconfitte contro la Clijsters per 8-6 al tie-break decisivo e un terzo set a Melbourne, contro Serena, non certo giocato all’altezza. Sconfitte dolorosissime non tanto per l’effettivo risultato, quanto per il messaggio inerente ad esse: la consapevolezza di non essere più intoccabili, nemmeno sulla terra (sconfitta a Parigi agli ottavi contro la Stosur), dove ha vinto un solo torneo su quattro giocati, con ben due sconfitte al primo turno, è la ferita più profonda per la belga la quale, ricordiamo, rientrò probabilmente dopo aver visto la Clijsters trionfare agli US Open 2009. La sostanziale differenza tra le due connazionali però, oltre ad un dislivello di capacità tennistiche piuttosto marcato a favore della più anziana, è nell’entità del ritorno: se la Clijsters decise di tornare senza la minima pressione, convinta di poter dare ancora tanto al tennis senza togliere lo spazio al divertimento e alla felicità extrasportiva, la Henin sembra essere rientrata per cancellare alcuni incubi che non l’hanno mai abbandonata. Wimbledon in ambito sportivo, certamente, ma anche quei demoni interiori che lei, personalità complessa e fragile che dalla vita ha dovuto suo malgrado ricevere dure lezioni, non sembra poter dimenticare. Rientrata ad inizio mese in un’esibizione proprio contro la Clijsters, perdendo – tanto per cambiare – al terzo set, rivedremo la belga alla Hopman Cup, dove farà coppia con Ruben Bemelmans. Augurandoci di sbagliare in pieno, ci appare difficile un suo ritorno prepotente ai vertici delle classifiche mondiali e una sua affermazione sull’erba londinese che sempre le è stata nemica (due finali e tre semifinali, ma nessuna vittoria).


Se possibile, è ancora più enigmatico il futuro di Serena Williams. Ferma da luglio per gli ormai famigerati cocci di vetro bavaresi, il rientro della statunitense, in un primo momento fissato per gli Australian Open, è stato posticipato a primavera. Sicura di uscire dalle top 10, Serena dovrà iniziare la riscalata della classifica dall’”odiata” terra battuta e saranno tutte da verificare le condizioni fisiche per Roland Garros e Wimbledon. L’attuale numero 4 del mondo ci ha abituati ormai a presenze sempre più centellinate e non vi è dubbio che ormai da anni, come la sorella, consideri il tennis come una delle tante pagine della propria vita. Eppure, anche in un anno che l’ha vista saltare quasi metà stagione, ha vinto 2 Slam su 3: l’ultima volta che l’abbiamo vista giocare è stata proprio nel trionfo sul Centrale di Wimbledon, giunto grazie alla comodissima vittoria su una delle tante “pin up senza palle” del tennis odierno, Vera Zvonareva. Molto più della sorella Venus, Serena ha dimostrato che quando vuole vincere, vince; e per quanto l’età che avanza, il fisico sempre più soggetto a infortuni e una voglia di vincere che va via via scemando siano indizi che possono ragionevolmente far pensare ad un suo declino più o meno imminente, non va dimenticato come Serena non sia nuova a momenti di buio spazzati via da reazioni da autentica campionessa. Basti pensare all’Australian Open 2007, giunto dopo l’annus horribilis 2006 (dove, evidentemente sovrappeso e svogliata, sprofondò alla 95a posizione) e vinto dopo aver disintegrato in finale l’allora n.2 Sharapova.


In questo momento di sbando, dove le lamentele degli appassionati circa la mancanza di giocatrici ai vertici “credibili”, il recupero di Henin e Serena è quanto mai fondamentale: i punti di riferimento che garantirebbero loro, che nei loro curricula possono vantare 20 Slam in due, sarebbe una boccata d’ossigeno estremamente rilevante. In particolare, ritiratosi prima la Mauresmo e ora la Dementieva, la Henin rimane l’unica (oltre alla nostra Leonessa, il cui status di top player andrà però testato proprio in questo 2011) a poter garantire un tennis di grande qualità estetica.
 

Riccardo Nuziale

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