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28/12/2010 21:46 CEST - TENNIS E LIBRI

Un libro (di tennis) per amico

TENNIS – La letteratura tennistica è piena di titoli più o meno interessanti. Escludendo alcune mediocri biografie, ci sono alcuni libri di sicuro interesse. Escludendo la celeberrima autobiografia di Agassi, sono molto piacevoli le opere di Brad Gilbert e James Blake, nonché lo splendido libro di Joel Drucker su Jimmy Connors. Si difende anche “Dritti e Rovesci” di Adriano Panatta. Karim Nafea

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In un periodo in cui il Tennis giocato latita, i pasti abbondanti abbondano e le condizioni meteorologiche costringono i più sul divano c’è poco di meglio da fare che leggere un libro, magari che abbia a che fare con la nostra passione. Prima di cominciare però c’è da fare una precisazione che riguarda il tipo di libri sul tennis che sarebbero da leggere. Il libro sportivo medio è una storiella che parla della vita agonistica (e non) del personaggio in questione, che spesso è molto utile per chi soffre d’insonnia ma che a chiunque altro potrebbe portare gravi effetti collaterali, compreso un odio improvviso per chiunque sia il protagonista della (auto)biografia. Per questo vi direi di evitare il libro di John McEnroe, un tennista troppo straordinario per scrivere (o far scrivere) una cosa del genere su di sè (per la cronaca e solo se volete farvi del male, il libro si intitola “YOU CANNOT BE SERIOUS”). Se volete un parere più strutturato sulla questione dei libri sulle star (o delle star) dello sport vi rimando all’immenso, unico, solito, indefinibile David Foster Wallace che ne ha parlato in uno dei saggi di “Considera l’aragosta”: "Come Tracy Austin mi ha spezzato il cuore". In ogni caso alcuni dei libri dei libri tennistici non so per niente male, anzi, alcuni sono decisamente ben scritti e rispettano fino in fondo la promessa di “ispirazione” implicita nella storia del grande campione (ancora DFW). Altri invece sono notevoli perché abbandonano la pretesa di serietà e la superiorità da insider che alcuni sportivi assumono con chiunque non sia specificatamente del loro ambiente.

Panatta e Gilbert
Esempio di quest’ultima categoria è il libro che Adriano Panatta ha scritto in collaborazione con Daniele Azzolini. “Più dritti che rovesci” è un bellissimo libro perché riesce a raccontare la vita e la storia di un grande campione, senza cercare una smaccata celebrazione ma facendola sembrare una chiacchierata con degli amici. Da tenere in grande considerazione sia se si cercano la storia dello sportivo che si è fatto da sé sia per gli aneddoti ed i retroscena che ci raccontano di un circuito molto più umano e molto più “aperto” di quello attuale, nel quale chi era personaggio lo era per davvero, ed i tennisti entravano in campo con lo scopo di divertire gli spettatori (emblematico il racconto dell’episodio con Neale Fraser). Se cercate invece proprio l’opposto di quanto sopra e volete leggere del tennis muscolare e che alla gioia dello spettatore non ci pensa nemmeno per sbaglio la scelta ricade sui libri di Brad Gilbert, che pur nella sua antipatia dovrebbe rivelarsi una lettura molto interessante, anche se rivolta solo a chi si considera un vero fanatico e/o studioso di questo sport. I libri in particolare sono due: oltre al famoso Winning Ugly c’è un libro sul coaching intitolato I’ve got your back. Il primo, scritto con Steve Jamison, è un “compendio” sul come vincere senza giocare un tennis “scintillante” diciamo così, ispirandosi alla sua carriera da tennista (che, come ha chiosato un anonimo incordatore romano, “te credo che vinceva giocando male, c’aveva poco da esse bello”) e rivolgendosi prevalentemente al giocatore amatoriale. Eppure molti professionisti odierni si ispirano alla dottrina del Gilbert. Il secondo, scritto in solitaria, è un po’ la storia delle sue avventure da allenatore e di cosa serve all’allenatore per far funzionare il rapporto lavorativo con il giocatore. Non si parla di letteratura, però potrebbe interessare molto chi vuole vedere a cosa si sottopongono i tennisti professionisti per raggiungere il successo.

 

Connors l’ispiratore
Cambiando ulteriormente e radicalmente argomento un libro che sicuramente interesserà gli appassionati è Strokes of Genius di John Wertheim. Questo scritto è interamente basato sull’epica finale di Wimbledon 2008 tra Federer e Nadal e sarebbe sicuramente una lettura di buon auspicio per l’anno a venire o, se non altro, un buon modo per rinfrescarsi la memoria in attesa di altre partite del genere. Per chi invece vuole tornare sui personaggi di questo sport c’è la biografia di Roger Federer scritta da Renè Stauffer. Contrariamente a quanto si pensi, “Quest for perfection” è un libro che soprattutto i detrattori dello svizzero dovrebbero leggere, perché mostra un Federer molto diverso da quello che appare sugli schermi quasi quotidianamente durante l’anno. Partendo dal ragazzino che non sapeva scegliere tra tennis e calcio, si vede il ragazzo tormentato dalla voglia di “giocare la partita perfetta” (sic) e che per questo non riusciva a sfoderare interamente il suo talento, fino al Federer campione. Sicuramente una buona lettura anche se ogni tanto si perde nell’elencare le innumerevoli vittorie dello svizzero. Chi invece vuole una bella storia, quasi un romanzo nel quale la biografia è un semplice strumento narrativo, troverà quello che cerca in “Jimmy Connors mi ha salvato la vita” di Joel Drucker. La storia e la carriera di Jimbo vengono sapientemente intrecciate dall’autore con le proprie esperienze al fine di mostrare quanto un personaggione come Connors possa influire sulla vita di un uomo. Bellissimo. Ultimo, ma non ultimo, arriva il libro di James Blake (con Andrew Friedman). Breaking Back (traducibile con contro-break, ma anche gioco di parole allusivo alla rottura delle vertebre del collo) è il libro motivazionale. Molti allenatori dell’NBA e dell’NFL lo hanno fatto leggere ai loro giocatori (e la cosa incredibile è che questi lo abbiano letto) per mostrare come il tennista americano sia riuscito a superare le terribili ferite che la sorte ha deciso di infliggergli (in pochi mesi è stato colpito da un virus che gli ha paralizzato la faccia, si è rotto le vertebre del collo e ha dovuto sopportare la morte del padre malato di cancro). Chi sceglierà di leggerlo si godrà un libro pieni di forza di volontà e che mostra un uomo fortissimo che non potrà non suscitare la vostra simpatia ed il vostro rispetto.

Karim Nafea

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker