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12/01/2011 16:43 CEST - IL PERSONAGGIO

Golovin: “Resterò una tennista”

TENNIS - Privata del tennis giocato a causa di una spondilite anchilosante, Tatiana Golovin evoca le difficoltà del girare pagina e dichiara di non essere ancora pronta a mettere la parola fine alla propria carriera. Attualmente realizza interviste per "Orange". Sophie Dorgan (Traduzione di Chiara Venturini)

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Numero 12 WTA a 19 anni e vincitrice di due titoli WTA, Tatiana Golovin è ormai una ex giocatrice. Ferma da due anni e mezzo per gravi problemi alla schiena, è di fatto un ex giocatrice. E' rimasta nell'ambiente e sogna ancora di giocare, anche se non c'è un progetto a breve termine: in un'intervista concessa a "L'Equipe" racconta del suo presente e dei suoi progetti.

Tatiana, si può dire ufficialmente che non è più una tennista?
No, per principio non lo voglio dire. In realtà sì, si potrebbe. Ma ho ancora la passione per il tennis. Ho rigiocato qualche giorno fa dopo aver visto la Coppa Davis e sono ancora in grado di giocare bene (sorride). Forse non da professionista. In due anni e mezzo, ho giocato due volte e dopo dei semplici palleggi ho dovuto restare a riposo due settimane (sorride di nuovo).

Non ha ancora messo la parola fine alla sua carriera?
Non credo lo farò mai perché non voglio accettare che sia finita una volta per tutte, anche se so che al momento non posso riprendere.

Crede ancora in una ripresa?
Non ci penso, ma so che se ne fossi in grado lo farei. Resterò sempre una tennista. Ho 22 anni e vedo delle giocatrici che vincono ancora a 30, 40 anni. Ho accettato di non potermi più allenare, ma accettare che sia definitivamente finita…per questo non sono ancora pronta.

Come affronta questa situazione?
È stato difficile da accettare perché è successo tutto molto in fretta. Avevo raggiunto il mio livello migliore, mi dicevo che potevo entrare nella top ten e all’improvviso, ho potuto giocare solo due match in un anno. Ci ho messo quasi un anno e mezzo per ricominciare a pensare lucidamente e programmare il futuro. C’è stata un po’ di depressione, ma sono stata ben affiancata e ho avuto l’opportunità di fare altre cose. Questo mi ha aiutato. Col tempo, la cosa migliora.

Dopotutto non è che un lavoro…
È un po’ più di un lavoro, è un sogno. Si lavora talmente tanto e si possono vivere talmente tante belle esperienze grazie al tennis. Ma ci sono persone molto più sfortunate di me e non voglio lasciarmi ossessionare. Ho la fortuna di essere in buona salute, di poter fare altre cose, di restare nel mondo dello sport che amo. Non posso lamentarmi.

Qual è la cosa più difficile?
Rispondere ad alcune domande: quali sono i miei sogni, i miei obiettivi? Perché mi alzo la mattina? Ho soprattutto voglia di ritrovare qualcosa che mi dia dell’adrenalina e mi faccia emozionare. Non è facile, in un certo modo vivo alla giornata. Ho la fortuna di poter fare un po’ di televisione e vorrei anche allontanarmi un minimo dallo sport, magari fare qualcosa nel mondo della moda.

I suoi prossimi impegni?
Lavorerò con Orange [marchio di France Télécom e detentore dei diritti televisivi per i Master 1000, ndr, sarò giornalista per “Sport&Style” dove avrò una pagina dedicata a interviste con vari personaggi, resto attiva nella fondazione René Lacoste e nell’associazione Peace and Sport nel Principato di Monaco. Mi tengo impegnata nella miglior maniera possibile e cerco di approfittare di un ritmo di vita normale.

Sophie Dorgan (Traduzione di Chiara Venturini)

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