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13/01/2011 10:49 CEST - Rassegna Stampa del 13 Gennaio 2011

Il boss dell'Img è fuori dall'affare-scommesse (Zanni), L'inchiesta. Il tennista e il patron della radio nella lista dei conti all'estero. (Sarzanini), In campo e in tribunale: doppio ace di Pistolesi alla Federtennis (Rossi)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Il boss dell'Img è fuori dall'affare-scommesse

Roberto Zanni, il corriere dello sport del 13.01.2011

Ted Forstmann è uno degli uomini più potenti al mondo, nello sport. È il proprietario-presidente della Img, famossima società di management che tra l'altro rappresenta anche alcuni degli atleti più celebri e vincenti, da Roger Federer a Rafa Nadal e anche Tiger Woods. Forstmann è tornato alla ribalta in questi giorni negli Usa, paragonato a Pete Rose, ex grande del baseball, giocatore e manager, finito poi male, nel vortice delle scommesse, una colpa ammessa anni dopo i fatti. Indignato, Mr. Fosrtmann si è difeso in una intervista rilasciata a Usa Today. «Quattro anni fa - ha detto - non ho fatto niente di male. Ok? E da allora non ho fatto proprio niente. Questi sono i fatti. Ok? E non lo sto dicendo solo io, ma anche chi è alla guida delle federazioni sportive, compresa quella più importante per me, quella che sovraintende allo sport dilettantistico qui.. L'ultimo riferimento riguarda la Ncaa, lo sport universitario americano, che dal 2007 fa parte dei vorticosi giri d'affari della Img. E proprio da quell'anno Forstmann, da quanto dice, avrebbe chiuso con il pericolosissimo, specialmente per chi occupa certe posizioni, mondo delle scommesse. Ma prima cosa era successo? James Agate, compagno di golf poi l'amicizia ovviamente è finita, ha presentato più di una denuncia contro Forstmann, accusandolo di avere scommesso su partite di football e basket di college quando rappresentava allenatori della Ncaa, ma anche su Federer, nella finale del Ronald Garros del 2007 contro Nadal, vinta dallo spagnolo (entrambi suoi clienti), e ancora sull'amico Vijay Singh contro Tiger Woods. Intanto alla Img, per ordine del gran capo, ai 3.000 dipendenti sparsi in tutto il mondo è stata proibita qualsiasi puntata sugli sport Ncaa, mentre la denuncia di Agate, quella del 2008 al tribunale di Los Angeles, è stata archiviata e anche quella dell'anno dopo, a New York, dovrebbe fare la stessa fine.

L'inchiesta. Il tennista e il patron della radio nella lista dei conti all'estero Panatta jr e Montefusco nella Falciani.

Fiorenza Sarzanini, il corriere della sera del 13.01.211

Tennisti, stilisti, banchieri, imprenditori: si concentra su nuovi nomi l'indagine sugli italiani titolari di un conto presso la filiale di Ginevra della banca britannica Hsbc. Persone che avevano occultato parte dei propri beni al fisco e si sono ritrovate nella famigerata «lista Falciani», l'elenco dei clienti ceduto dal responsabile informatico dell'Istituto di credito Hervé Falciani, 38 anni, alle autorità francesi. Migliaia e migliaia di correntisti di mezzo mondo tra i quali ci sono, appunto, 6.963 nostri connazionali che hanno trasferito oltre confine oltre sei miliardi e nove milioni di dollari. Su di loro indagano adesso Procure e Guardia di Finanza per ricostruire la movimentazione e verificare quanti abbiano scelto di usufruire dello «scudo» e così evitare conseguenze penali. 1 beni mafiosi -Si procede per omessa o infedele dichiarazione, ma in alcuni casi si valutano reati ben più gravi come il riciclaggio. Il sospetto degli inquirenti è che dietro alcune «posizioni» si nascondano in realtà prestanome o titolari di società incaricate di ripulire fondi provenienti da operazioni illecite. Una copia della lista è stata inviata alla Procura nazionale antimafia per stabilire eventuali collegamenti con organizzazioni criminali. Sportivi e imprenditori Claudio Panatta è meno noto del fratello Adriano, ma ha seguito la sua passione tennistica fino ad arrivare nella squadra di coppa Davis. Il suo nome è inserito nell'elenco acquisito dai pubblici ministeri capitolini Pier Filippo Laviani e Paolo Ielo. Proprio come Eduardo Montefusco, l'imprenditore diventato famoso per aver trasformato Rds, la radio della capitale, in uno dei network più ascoltati. Entrambi dovranno essere convocati per verificare se abbiano avuto accesso a possibili sanatorie. Saranno invece gli eredi dello stilista Egon Von Furstenberg, morto all'ospedale Spallanzani nel 2004 dopo una vita dedicata alla moda, a dover dichiarare se il deposito sia ancora attivo ed indicare gli eventuali beneficiari. Chiarimenti saranno chiesti anche Claudio Cavazza, 77 anni, presidente dell'industria farmaceutica Sigma-Tau e vicepresidente di Farmindustria, nominato nel 1987 cavaliere del lavoro. L'anno successivo la stessa onorificenza è stata assegnata al conte Giovanni Auletta Armenise, azionista della Banca Nazionale dell'Agricoltura di cui fu presidente fino al 1985: anche lui è titolare di un conto presso la Hsbc. Proprio come la nobildonna Maria Cristina Saint Just di Teulada. sarebbero non più del 1096, ed è probabile che li lavoro si protragga per tutto il 2011. Tra i casi sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti, anche quelli di alcuni professionisti milanesi che avrebbero portato all'estero fino a 20 milioni di euro ciascuno. Attrici e registi Stefania Sandrelli aveva circa 40o mila euro e ha già consegnato la documentazione che prova la scelta di «scudare» la cifra. Adesso bisognerà verificare se sua figlia Amanda, a sua volta titolare di un conto, abbia preso la stessa decisione. Tre milioni di euro sono stati lasciati dal regista Sergio Leone e un importo identico risulta riconducibile a suo figlio Andrea. Gli analisti della Guardia di Finanza dovranno adesso stabilire se si tratti di due depositi uguali o se invece ci sia stato un passaggio ereditario dopo la morte del maestro del cinema. I primi accertamenti hanno consentito di stabilire come la metà dei conti intestati agli italiani abbia un saldo pari a zero e questo ha fatto partire nuove verifiche su eventuali spostamenti in altre banche. Le prime stime assicurano infatti che soltanto un terzo degli intestatari avrebbe usufruito dello scudo fiscale. Gli industriali del Nord Almeno la metà dei nomi trasmessi alla procura di Milano riguardano proprietari di fabbriche — molti mobilieri — del Comasco, della Brianza e della provincia di Varese. L'elenco comprende anche moltissimi nuclei familiari e questo fa presumere che si tratti dei soggetti che rientrano nei cosiddetti «canoni di pericolosità fiscale , vale a dire coloro che non hanno mai presentato una denuncia dei redditi o comunque che avevano una dichiarazione «non congrua» rispetto al proprio tenore di vita. Fiorenza Sarzanini I mobilieri Almeno la metà dei nomi del capoluogo lombardo riguardano proprietari di fabbriche, molti mobilieri. La vicenda Le schede rubate e i correntisti italiani 1 Nel 2008 Hervé Falciani , informatico, sottrae 127 mila schede di conti correnti al colosso elvetico Hsbc. Dentro, migliaia di sospetti evasori. Molti i nomi italiani nella lista, dallo stilista Valentino al gioielliere Gianni Bulgari l nuovi nominativi, dallo shut alle radio 2 Ieri sono usciti nuovi nomi degli italiani »in lista»: sportivi e imprenditori radiofonici, ma anche Egon von Fúrstenberg (morto nel 2004), il conte Giovanni Auletta Armenise, la nobile Maria Cristina Saint Just di Teulada La lista regione per regione Ecco come sono distribuiti i nomi della »lista Falciani» nelle verifiche in corso da parte delle procure italiane Torino 250 indagati Milano e provincia 2.100 nomi al vaglio della GdF Alto-Adige 5 iscritti nel fascicolo Trentino 10 iscritti nel fascicolo Liguria 125 iscritti nel fascicolo Firenze 5 iscritti nel fascicolo Veneto oltre 300 al vaglio della GdF una cinquantina di iscritti nel fascicolo nella sola provincia di Venezia Bologna 84 iscritti una decina di indagati Roma oltre 700 iscritti nel fascicolo Napoli un centinaio di indagati Vibo-Valentia e Cosenza 4 indagati

In campo e in tribunale: doppio ace di Pistolesi alla Federtennis

Massimo Rossi, libero del 13.01.2011

II tennis che conta è appena ricominciato e già c'è aria di sfide rinnovate trai soliti due, con Rafa davanti e Roger che - contro ogni mia becera previsione - ha visto giusto scegliendo coach Annacone. In Italia la ciliegina sulla torta di un tennis nazionale in crisi profonda l'ha messa la federazione, che festeggiando il centenario con ricchi premi e cotillon non ha invitato molti dei più forti azzurri di sempre, e cioè Panatta, Bertolucci, Zugarelli, Canè e Gaudenzi. Ormai contano solo le campionesse di Fed Cup, finché ce la fanno. Una cosa buona per l'Italia l'ha fatta invece coach Claudio Pistolesi guadagnandosi l'ingaggio dal numero 5 del mondo, lo svedese Robin Soderling, e portandolo già in poche settimane al numero 4.11 lavoro del bravo tecnico romano all'estero - viene da dire in esilio - dopo la clamorosa rottura con la federazione (caso Bolelli), ha dato i suoi frutti Ma Pistolesi ha pure ottenuto, il 16 dicembre scorso, una straordinaria sentenza dal TAR del Lazio: annullata, con motivazioni critiche nei confronti della giustizia federale, l'inibizione per un anno e mezzo dall'attività inflittagli a fine 2009, ed eliminato l'odioso e monopolista divieto peri circoli di avvalersi di istruttori non iscritti agli albi (ovviamente a pagamento) della federtennis. Così, Claudio e tanti altri bravi allenatori potranno tornare a dare il loro contributo in Italia.


 

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