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19/01/2011 13:10 CEST - Australian Open

Nuovo Federer? No, Dimitrov

TENNIS - Il talentino bulgaro, 19 anni, ha perso nettamente al secondo turno contro lo svizzero Wawrinka. Buoni colpi ma gioco ancora da affinare in molte cose, testa da mettere a posto sopratutto nella convinzione. Per ora il paragone con il fuoriclasse elvetico  sembra eccessivo. Ma il futuro potrebbe essere suo. Da Melbourne, Luigi Ansaloni

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Se Grigor Dimitrov è il nuovo Federer, diciamo che fin’ora lo nasconde molto bene. Intendiamoci, il ragazzo il talento lo ha, eccome. Bulgaro, 19 anni, il più giovane dei primi 105 giocatori del mondo, ha tutto per poter diventare quantomeno un top 10. Prima di scomodare gli dei dell’Olimpo della racchetta però, conviene andarci piano. Dimostrazione lampante la partita (persa) giocata contro un altro svizzero, Stanislas Wawrinka, testa di serie numero 19 del tabellone. Incontro perso 7-5 6-3 6-3 in poco più di un’ora e mezza di gioco con degli standard davvero molto, molto lontani dalla sua prima apparizione in terra australiana, quando massacrò Golubev.
 

Non è una partita che pesa un giocatore e certamente le attenuanti per capire la prestazione sottotono dell’allievo di Patrick Mouratoglou, già creatore di Marcos Baghdatis nella scuola parigina, ci sono tutti. Wawrinka è un giocatore all’apice della sua carriera, già top ten e se in giornata rognoso per chiunque, Dimitrov è un talento in ascesa, discontinuo come è naturale che sia, con solo delle punte di eccellenza distillate qua e là durante il match.
 

Buon dritto, buon rovescio ad una mano, servizio solido. Più che Federer, come gioco allo stato attuale delle cose ricorda molto più Marat Safin che altro, anche se la palla del russo a quell'età pesava molto molto di più. Gli manca, infatti, il colpo risolutivo e la potenza nei colpi. Il suo schema base, se saputo applicare con dovizia, è quello classico servizio - dritto, ma mancando quel qualcosa in più come "pesantezza" nel colpo non sempre gli riesce. Dopotutto, fisicamente non è eccelso: 1, 88 per 77 chili. Buono, ma non un gigante. Si lascia andare anche, si fa prendere molto dallo sconforto. Sul campo numero 2 contro Wawrinka ha tenuto molto bene nel primo set, perso in maniera un po’ così 7-5, dopo nel secondo ha preso un break in apertura e si è completamente spenta la luce, con una marea di doppi falli (sei, a fronte di due soli aces), molti dei quali nei momenti clou del match.
 

A livello juniores non aveva rivali: vincitore di Us Open e Wimbledon, nel 2009, ha battuto Berdych a Rotterdam, cedendo nello stesso torneo con Nadal al terzo set, e Llodra (a Orleans), vincendo 3 tornei Futures e 3 Challenger, su superfici diverse. Salto di classifica prodigioso, visto che è passato da 350 del mondo a 105 in men che non si dica. Da luglio è allenato dall’australiano Peter McNamara, che ne dice un gran bene ma che sa benissimo che non basta il talento (indubbio, ripetiamolo) per costruire un giocatore fuori dalla norma.
Allo stato attuale delle cose, Dimitrov è sicuramente futuribile ma non sembra un fenomeno. Ogni tanto l’età mente e si dimenticano alcune cose, come ad esempio che a 20 anni giocatori come Safin, Djokovic e compagnia bella (Nadal, Agassi e Sampras nemmeno li scomodiamo) erano già abbondantemente top ten e con la patente di fenomeno comprovati già in tasca.
 

Dimitrov è più simile a Federer che ad altri sotto questo punto di vista, se proprio dobbiamo trovare una somiglianza con il fuoriclasse elvetico. Nemmeno lo svizzero a quell’età era ancora il giocatore meraviglioso che sarebbe poi diventato qualche anno dopo, anche se l’exploit di Wimbledon e l’incontro della successione con Pete Sampras avvennero proprio a 20 anni (meno qualche giorno). In Roger c’erano e si vedevano in maniera distinta le stigmate di fuoriclasse che in questo bulgaro dalle gambe secche ancora non si vedono pienamente. Non si vedono nemmeno i bagliori accecanti nei suoi colpi, forse ancora troppo acerbi per poter far vedere in lui una luce di speranza.
 

Si dice che il futuro è suo, e noi glielo auguriamo con tutto il cuore. Ad avercene (in Italia per primi) giocatori così. Dimitrov è un talento bello da vedere, anche se a sprazzi. Con tanti come lui, il tennis sarebbe più bello da vedere. Lasciamolo in pace e non diamogli pesi e responsabilità che ancora non gli competono. Dopotutto, gli aggettivi o i soprannomi sono solo robe da giornalisti.
 

Luigi Ansaloni

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker