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20/01/2011 04:14 CEST - Australian Open

Djokovic rema ma non trema

TENNIS - Un match complicato contro Ivan Dodig (75 67 60 62 lo score) conferma che Novak è un serio pretendente al titolo. Per ora ha sempre giocato in notturna; bisogna verificarne le condizioni fisiche con i 30 gradi diurni. La sfida serbo croata si svolge in un clima rumoroso ma senza problemi di sicurezza. da Melbourne, Enrico Riva

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Se c'è una caratteristica peculiare allo Slam d'Australia è quella che ciascuna comunità sfrutta l'occasione per sfoggiare i propri vessilli e i propri colori a compatto sostegno dei propri beniamini d'origine. Per lo più si tratta di seconde o terze generazioni che ci tengono a dare forza ad un legame che col tempo si va affievolendo. In alcuni casi però la passione nazionale si trasforma in cieco fanatismo e capita che gruppi appartenenenti a nazioni con rapporti trubolenti, trasformino i campi di Melbourne Park in piccoli terreni di battaglia.

Le antiche rivalità balcaniche sono tra quelle che nel recente passato hanno creato più grattacapi alle forze di sicurezza australiane e alla vigilia della sfida serbo croata tra Djokovic e Dodig i timori di nuove schermaglie hanno messo l'organizzazione sulla massima allerta. Bene così: grazie al contributo di tutti stasera si è potuto parlare di tennis.

Djokovic veniva dalla mattanza Granollers, una prestazione maiuscola condita con un avversario non all'altezza. Oggi trovava un giocatore che sulla carta non avrebbe dovuto impensierirlo ed invece ha patito più del previsto. Ha sfruttato la maggiore esperienza per strappare il servizio a Dodig nel primo set ed ha allungato di un break nel secondo; poi un piccolo blackout (comune a molti oggi) lo ha costretto al tiebreak. Occasioni da entrambe le parti, scambi estenuanti sulle righe di fondo e Dodig bravo a chiudere al terzo setpoint.

Troppa emozione per il croato, troppa rabbia per il serbo, sta di fatto che il terzo e il quarto set vanno a senso unico: vincenti per Djokovic, errori per Dodig. Risultato 60 62 (evitati i "dodigi" giochi consecutivi). Il pubblico, per la verità molto esiguo, è composto per lo più da serbi per cui manca anche la cornice di "sfida": l'unico urlo è Nole Nole. (Fin troppo se ad un certo punto il giudice di sedia spazientito è costretto a ribadire: "Guys, be quite, we are playing tennis here" Alla fine avrà tirato un sospiro di sollievo coach Vajda che alla conclusione del secondo set si è catapultato in tribuna a sostenere Djokovic. Nole c'è e gli altri non potranno non tenerne conto.

Enrico Riva

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker