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20/01/2011 04:15 CEST - AUSTRALIAN OPEN

Francesca nera come per un KO

TENNIS - AUSTRALIAN OPEN. E’ stata male sul campo e subito dopo, la Schiavone. Ha vomitato l’anima. "Crampi allo stomaco". Visibilmente contrariata per la brutta prestazione con la Marino e per i rischi gratuiti corsi dopo almeno due matchpoint regalati su tre, la “Schiavo” ha rifiutato perfino un’intervista a Supertennis. Sente moltissimo il peso di aver vinto il Roland Garros. Ma ha un piede negli ottavi. Non può perdere dalla Niculescu. E vorrebbe battere Justine Henin in ottavi. Da Melbourne, Ubaldo Scanagatta Guarda, in basso a destra, il video della racchetta che "vola via" dalle mani della Radwanska

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MELBOURNE _ Una maschera di tensione. Con quella calata sul viso per quasi tutto il match, e perfino quando avrebbe dovuto rilassarsi sul 5-3 del secondo set e poi sul 5-4 40-15 e servizio. Due matchpoints gettati, il primo addirittura con un doppio fallo, il secondo con un rovescio buttato fuori ma a seguito di una riposta aggressiva della Marino, prima di sciuparne anche un terzo, stavolta con il dritto.

Sul Margaret Court attraversato dal vento e anche da una serie di ombre _ i pali dei riflettori _ che non facilitavano certo la visibilità, una Francesca Schiavone nervosa e assai poco lucida ha rischiato grosso, molto grosso, complicandosi terribilmente la vita in un match con Rebecca Marino, una cavallona canadese (con tanto di coda di cavallo…appunto) che può far danni quando le entra il servizio _ batte anche sopra i 190 km l’ora _ ma resta una tennista abbastanza mediocre, seppur assai possente. Tanti gli errori gratuiti, davvero troppi, da una parte e dall’altra.

Alta un metro e 85, proprio come Venus Williams (“Forse un cm di più” dice lei smentendo il Media Guide che la …“stazza” 6 foot, 1 m.83, nonno siciliano, Giuseppe, papà mezzo italiano e mezzo canadese “Joseph Angelo…ma non gli piace che lo si chiami Angelo” mi dice spalancando gli occhioni verdi in un viso appuntito ma carino, pelle chiara tendente al rossiccio: “Da parte di mia madre erano un po’ irlandesi e un po scozzesi”) l’avevo vista giocare proprio contro Venus all’ultimo US open, quando l’aveva messa severamente in difficoltà per tutto il primo set: aveva condotto 3-1 nel tiebreak, prima di perdere 6 punti di fila e 6-3 il secondo set.

A fine secondo set, il collega canadese di Globe&Mail Tom Tebbutt mi chiedeva: “Ma cos’ha Francesca, non l’ho mai vista giocare così male di recente…”. E Rino Tommasi sentenziava: “Fino all’anno scorso partite come queste francesca avrebbe finito per perderle…oggi magari la vince ancora”.

Buon profeta.

E’ andata infatti davvero bene a Francesca, tre volte a due punti dalla sconfitta nel terzo set nel quale la Marino è stata avanti costantemente per via del servizio e ha rischiato di perdere in almeno due occasioni, 4-3 (con due palle break salvate sul 3 pari grazie ad un servizio e a un rovescio out di Franci), 5-4, 6-5 (ma sul 5 pari aveva salvato un’altra palla break con uno dei tre aces messi a segno nel game), 7-6.

La Marino picchiava duro, ma sbagliava anche tanto. E se Francesca riusciva a farle muovere i piedoni, un bel 43, la canadese soffriva parecchio. Difatti sui servizi slice della “nostra” sbagliava molto risposte.

Sul 5-4 per lei, però, servizio Schiavone e 30 pari la Marino _ per la prima volta a due punti dal match _ ha fatto due regali incredibili di dritto su palle che Francesca, contro vento, non era riuscita a spingere oltre la metà campo: tutta la panchina azzurra, da Sergio Palmieri con la solita maglietta marroncina (ma quante ne ha?) a Corrado Barazzutti (che persiste nel togliermi il saluto), a Stefano Barsacchi (ottima persona e bravo preparatore atletico che mi ha rilasciato l’intervista che potete sentire sulle condizioni di Francesca), a Umberto Rianna che ormai respira quasi più spesso l’aria federale che quella del Blue Tennis Team (anche di lui c’è l’audio a vostra disposizione…anche se è stato evasivo sulla possibilità di vederlo “impiegato” a Tirrenia quando Furlan sarà impegnato a seguire per 22 settimane Simone Bolelli).

Anche sul 7-6 15-30 la Schiavone si è ritrovata a due punti dal baratro: una steccata della Marino e un attacco tempestivo di Francesca seguito da una volee con testa alta della racchetta, stile benedizione, salvano la possibile frittata

Per buona sorte di Francesca sul 7 pari la Marino commette due doppi falli, sul primo e sull’ultimo punto (la Schiavo, sentirete nell’audio, ricorderà di aver fatto tre risposte aggressive: più di due, in realtà, non poteva farne, visto che gli altri due punti sono stati, appunto, doppi falli).

Due ore e 26 minuti _ con almeno un’ora… gratis che non ci sarebbe stato alcun bisogno di giocare _ e Francesca si è potuta buttare sulla sedia-panchina (c’è rimasta diversi minuti…aveva la nausea e crampi allo stomaco, voleva vomitare...ci sarebbe riuscita soltanto nel corridoio verso gli spogliatoi!), mentre la ragazzona canadese usciva dal campo con gli occhi arrossati per la delusione: “Ho mancato una grande opportunità, ma ho 20 anni e spero, anzi penso, che non sarà l’ultima”. Più tardi si sarebbe tranquillizzata, parlandomi di nonno Joe e scusandosi se non conosce altre parole italiane che pasta e spaghetti: “Il nonno era siciliano, ma non so di quale città o zona…”.

Non è affatto tranquilla invece Francesca neppure quando, dopo essersi ripresa dalla svomitazzata (“Grazie a Dio ce l’ho fatta! Perché mi hanno preso i crampi? Non lo so, non me lo so spiegare…” ) e prima di sottoporsi ad un massaggio alla schiena un poco dolorante (“Quando uno è teso…ti fanno male tutti i muscoli” avrebbe spiegato Barsacchi) è arrivata in sala stampa. Con una malcapitata giornalista canadese, Stephanie Myles della Montreal Gazette che ha avuto la sfortuna di porle le prime domande Francesca, nera come un calabrone, è stata di una scortesia imbarazzante. Risposte tronche, mozze finchè la Myles si è alzata ed è uscita dalla stanza con l’aria un po’ perplessa: “Meno male che ho seguito per tanto il baseball…e ci sono abituata, Francesca a Montreal con me era stata deliziosa”.

L’audio dell’intervista con i giornalisti italiani lo potete sentire, e così i toni, anche se via via Francesca si è un po’ tranquillizzata. Salvo nel finale quando ha respinto perfino l’intervista televisiva con Angelo Mancuso che pure, legittimamente, insisteva. Non ha voluto sentire ragioni. “Sti ca…” ha risposto e se ne è andata. E’ anche vero che poco prima aveva vomitato. E che Francesca va presa così. A San Diego aveva dato fuori di matta quando aveva perso il match che avrebbe dovuto portare il punto decisivo, e chiunque era incappata nei suoi paraggi, dal presidente Binaghi che aveva osato entrare negli spogliatoi (e che pure a Parigi non le aveva fatto un regalino da poco…e quindi si sentiva autorizzato a parlarle sempre e comunque) al “capitano” Barazzutti, non si era salvato. Tutti erano stati mandati allegramente, so to speake, a quel Paese.

Ho cercato di sollevare il morale di Francesca facendole presente che Monica Niculescu, rumena n.85 del mondo e dal gioco sghimbescio, dritto con presa continentale e tutto tagli sotto la palla (assolutamente unico in questo panorama infestato dalle top-spinare), aveva battuto la bulgara Pironokova, n.36 e quindi una cinquantina di posti più su _ della Pironkova si ricorda la semifinale all’ultimo Wimbledon nonché due vittorie (mica una) su Venus Williams in due Slam, proprio qui a Melbourne 2006, primo turno, e a Wimbledon 2010 _ e un po’ di sorriso le è tornato.

“Non sono assolutamente contenta di come ho giocato, avrei dovuto vincere 6-3,6-4…e mi sono complicata la vita con un’avversaria che è di un livello più basso. Di positivo c’è solo che ho vinto in una giornata in cui non ho giocato bene, salvo forse che al servizio che mi ha retto bene nel terzo set…” diceva Francesca prima di ammettere : “Con la Niculescu l’iniziativa l’avrò io e questo non mi dispiace.”

Quando poi le ho teso la trappolona sull’eventuale avversaria degli ottavi, aggirando la domanda diretta con un…_ Chi vedi favorita fra Henin e Kuznetsova? Non sembrano in grandissima forma…Lei ha ribattuto: “A me invece sembra che stiano giocando molto bene…”. _Vabbè ma chi preferiresti incontrare eventualmente? “No, a questo non rispondo, non mi interessa…(o qualcosa del genere…se ricordassi ogni parole che registro…non sarei Ubaldo)” e devo dire che lì è stato pronto Martucci a chiedergli: “Ma chi vorresti battere?” E lei allora, senza esitazione: “Justine!”.

 

Ubaldo Scanagatta

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker