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24/01/2011 06:53 CEST - PROTAGONISTI

Il fenomeno Milos Raonic

TENNIS - La vittoria su Youzhny ha portato alla ribalta del grande tennis il montenegrino naturalizzato canadese, unico non europeo ancora in gara. Analizziamo ai raggi-X chi è e quali sono le prospettive di questo giocatore di grande talento e notevole personalità, approdato agli ottavi di finale di questo Australian Open 2011. Dotato di grande potenza e un servizio notevole, qualcuno lo ha paragonato a Mark Philippoussis. Cesare Boccio

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Sul campo numero tre del Melbourne Park è nato, anzi si è rivelato agli appassionati, il nuovo fenomeno del tennis mondiale. Il russo Youzhny, giocatore dal talento cristallino anche se piuttosto discontinuo, viene letteralmente dominato per lunghi tratti dell'incontro dal canadese Milos Raonic e finisce per essere sconfitto in quattro set. E' vero che lo sport, e il tennis in particolare, produce a getto continuo false promesse, giocatori che si improvvisano eroi di un solo giorno per poi finire nel dimenticatoio, ma qui siamo di fronte a qualcosa di diverso. Analizziamo il perchè.

Le origini di Raonic
Nato a Pogdorica in Montenegro il 27/12/1990, il piccolo Milos si trasferisce in Canada con i suoi genitori (i signori Dusan e Vesna, entrambi ingegneri) alla tenera età di tre anni. Comincia a praticare il tennis a otto anni e, una volta naturalizzato canadese, entra nel mondo del professionismo a partire dal 2008. Attualmente residente a Toronto, professa di essere un grande tifoso dei Raptors (quindi anche del nostro Bargnani) e del Real Madrid. Sul piano tennistico dice di ispirarsi al grande Pete Sampras e di aver registrato tutti o quasi gli incontri del suo idolo!

I precedenti risultati di rilievo
Esploso in questi giorni a 20 anni, alto 1,96 cm per 88,6 Kg quindi con un fisico perfetto per il tennis, Raonic è il frutto di un progresso tecnico-agonistico molto lento e sereno; non essendo mai stato pressato dalle aspettative dei connazionali, ha potuto crescere con calma, tanto è vero che nei primi anni di professionismo sono pochi i suoi risultati di rilievo. In particolare, nel 2009 si qualifica per il Masters 1000 di Montreal perdendo al primo turno dal numero 10 ATP Gonzalez per 4-6, 7-6, 6-4 al termine di un incontro molto equilibrato. Nel 2010 fa il suo esordio in Coppa Davis in Colombia dove viene sconfitto in entrambi i singolari ma vince il doppio in coppia con Daniel Nestor. Ottenne una wild card per il Masters 1000 di Toronto ma esce al primo turno da Hanescu. Si qualifica per l'Open degli Stati Uniti perdendo però dall'australiano Ball sempre al primo turno. Il primo traguardo di una certa importanza lo raggiunge all'ATP di Kuala Lumpur dove perviene ai quarti superando Kunitsyn 7-6, 6-4 e la testa di serie n. 7 Stakhovsky per 6-7, 7-6, 6-2 per poi uscire sconfitto da Igor Andreev. Qualificatosi all'ATP di Tokyo perde da Rafa Nadal con il punteggio di 6-4, 6-4 al secondo turno, suscitando notevole impressione al fuoriclasse spagnolo il quale ebbe modo di affermare che Raonic "Può diventare un ottimo giocatore. Non so quando, ma arriverà molto vicino alle posizioni di vertice”.

L'avventura di Melbourne
Pensate che Raonic si è presentato ai “nastri di partenza” dell'Australian Open solamente come testa di serie numero 26 del torneo di qualificazione, quindi con pochissime aspettative di entrare nel tabellone principale. Invece non ha nessun problema nel vincere i primi due incontri, mentre deve soffrire fino al terzo set nell'ultimo e decisivo turno contro lo slovacco Martin. Nel primo match del tabellone (64esimi di finale) batte molto facilmente il tedesco Phau per 7-6, 6-3, 7-6 ma, essendo stato confinato nel campo numero 13, pochi si accorgono di lui, soprattutto la stampa locale impegnata nell'esaltare Tomic e gli altri australiani che cercano di risollevare le sorti infauste del tennis di casa. Al secondo turno (disputatosi sul campo numero 3, quindi sotto copertura televisiva) supera l'ostico e talentuoso francese Llodra, particolarmente a suo agio sulle superfici veloci, sempre in tre set con punteggio identico al precedente. Nella mattinata di sabato il sogno sembrava essersi svanito visto il livello dell'avversario, quel Mikhail Youzhny capace di battere chiunque se in giornata di grazia. Al contrario Raonic entra in campo con una tale tranquillità e convinzione nei propri mezzi da superare l'illustre contendente in quattro set per 6-4, 7-5, 4-6, 6-4; un punteggio che non rende affatto l'idea della differenza dei valori in campo, ben più ampia di quanto possa apparire a prima vista.

Il tennis di Raonic
Per capire il gioco praticato da questo ragazzo, attualmente allenato dal canadese Frederic Niemeyer, è opportuno cominciare con alcuni dati statistici davvero impressionanti. Nel primo incontro con Phau ha servito il 65% di prime palle con l'84% di punti vinti, collezionando anche ben 27 ace! Contro Llodra il 67% di prime e l'88% di punti conquistati (56 su 64!) e ha segnato 21 ace. Non solo, i dati evidenziano che la velocità media della prima di Raonic è pari a 203 Km/h, con un massimo di 230 Km/h. Infine ieri contro Youzhny il 68% di prime di servizio di cui il 71% di punti vinti e 31 ace. Anche in questa ultima partita la velocità del servizio si è attestata sui 203 Km/h di media con la punta di 225 Km/h. Altri numeri di primaria importanza mostrano come il canadese non basi il proprio gioco esclusivamente sul servizio, ma abbia altresì una discreta propensione per il gioco a tutto campo, come evidenziato dal dato dei punti vinti a rete; 24 su 38 discese (63%) contro Llodra e 15 su 31 (48%) nei confronti di Youzhny. Chiaramente, sul piano percentuale non siamo ancora sui livelli di un grande giocatore serve & volley, è comunque interessante notare come Raonic sia in grado di variare il gioco durante l'incontro non fossilizzandosi sul palleggio da fondo campo. I suoi fondamentali sono davvero molto buoni; il diritto è sinceramente devastante, quasi come il servizio. E' molto abile nel giocarlo in tutte le “salse”: lungolinea, con traiettoria ad uscire, incrociato con angolo strettissimo, e soprattutto colpisce la pallina con una potenza ed una scioltezza nel movimento tali da far sembrare il tennis il gioco più facile di questo mondo. Il rovescio bimane non è ancora al livello del diritto ma, in tutta sincerità, non è nemmeno lontano parente del rovescino insulso del Roddick prima maniera; al contrario, nelle partite disputate fino ad ora ha mostrato di saper tirare dei vincenti anche sul lato sinistro, pur restando un colpo piuttosto falloso anche se talvolta alterna rovesci molto potenti in top spin ad altri giocati in back ad una mano per rallentare il ritmo dello scambio. In linea generale, Raonic è eccellente sul servizio, ottimo a fondo campo e discreto a rete, ma presenta notevoli margini di miglioramento. Soprattutto sul piano tattico il canadese mostra ancora il vizietto tipico dei giocatori emergenti, ossia l'impulso di tentare quasi sempre il colpo vincente, magari dalla risposta. Contro il russo, a mio parere, avrebbe potuto chiudere la partita in tre set se non avesse sciupato molti punti per la smania di chiudere presto lo scambio (solamente in questo incontro ha raggiunto la ragguardevole cifra dei 64 colpi vincenti, compreso il servizio, parzialmente neutralizzati da ben 54 errori gratuiti). In questo sarà molto importante il ruolo del suo coach.

L'aspetto mentale
A parte l'aspetto tecnico-tattico, ciò che mi ha più colpito è il suo atteggiamento psicologico. Mostra grande maturità, ma allo stesso tempo una grinta che non sfocia mai in gesti inopportuni o inutili proteste al giudice di sedia. La sicurezza nei suoi mezzi è testimoniata dalla sua ultima conferenza stampa post-match dove, tra l'altro, ha affermato senza mezzi termini: “So di poter giocare bene, e sono consapevole di saper giocare a questo livello. Sapevo che lui era il favorito ma sapevo anche di essere preparato a lottare su ogni punto....Non sono per nulla sorpreso di essere qui”. Anche Rino Tommasi è rimasto favorevolmente impressionato dalla sua dialettica, tanto che nel suo ultimo pezzo scritto per Ubitennis ha affermato letteralmente che “in conferenza stampa ha dimostrato una personalità ed una proprietà di idee e di linguaggio sorprendenti“.

Le prospettive
In termini di prospettive bisogna distinguere quelle a brevissimo termine, ossia dove può arrivare a Melbourne, rispetto alle previsioni a lungo termine per i prossimi anni. All'Australian Open negli ottavi affronterà lo spagnolo David Ferrer, numero 7 del seeding e osso durissimo. Ferrer ha evidenziato una condizione eccellente sia in Australia che in precedenza ad Auckland, perciò partirà favorito. Comunque non è affatto inverosimile pensare che l'incontro possa essere molto equilibrato e che si arrivi addirittura al quinto set. Invece, per quanto concerne le prospettive di carriera, Raonic è un tennista che al massimo entro i prossimi due o tre anni potrà ragionevolmente entrare tra i top 20; anzi, ad essere sincero, sarei molto sorpreso se un giorno non riuscisse a classificarsi tra i primi 10. Ha tutte le carte in regola per arrivarci, dipende solo da lui e da chi curerà la sua preparazione.
 

Cesare Boccio

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