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28/01/2011 19:29 CEST - AUSTRALIAN OPEN

Appuntamento con la storia

TENNIS - L'atto conclusivo del torneo femminile vedrà opposte Kim Clijsters a Li Na. La belga ha la grande occasione per vincere il primo Major fuori dai cancelli di Flushing Meadows, eppure sembra la cinese ad avere tutto da perdere: la chance unica di vincere il primo Slam per il suo paese e divenire eroina di oltre un miliardo di persone. I precedenti dicono 4-2 per Kim, ma l’ultima volta… Roberto Paterlini

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[9] LI NA (CHN #11) vs. [3] KIM CLIJSTERS (BEL #3) – Clijsters leads 4-2
2006 SYDNEY HARD O R16 CLIJSTERS 63 61
2006 WIMBLEDON GRASS O QF CLIJSTERS 64 75
2007 SYDNEY HARD O SF CLIJSTERS 61 16 75
2007 MIAMI HARD O R16 LI 46 64 62
2009 US OPEN HARD O QF CLIJSTERS 62 64
2011 SYDNEY HARD O F LI 76(3) 63


Tutta la Cina - un miliardo trecentoquarantunomilioni e rotti di persone - avrà gli occhi puntati su di te, e tu lo sai. Come se non bastasse che tuo marito ha questo vizietto di russare e tenerti sveglia; come se non bastassero le tue aspettative, la prima finale dello Slam, quella sensazione che sia un treno che non passerà più - anche perché stai giocando a tennis come non avevi mai fatto - sei perfettamente consapevole che tutti ti staranno guardando, che molti di loro di tennis non hanno mai visto una partita, per cui si aspetteranno semplicemente che tu vinca, senza sapere che Kim Clijsters è una grande campionessa e una giocatrice molto più forte ed esperta di te, nonostante sia di un anno più giovane. Il telecronista della TV nazionale ricorderà che contro questa ragazza belga effettivamente hai perso 4 volte su 6, ma il pubblico sentirà solo che hai vinto l’ultima, appena un paio di settimane fa, recuperando eroicamente da 0-5 nel primo set. In pochi di loro sapranno che, accanto ai tuoi indubbi meriti, Kim inspiegabilmente si spense e iniziò a sbagliare come di solito non fa, e certo non le capiterà domani. Lei ultimamente è quasi imbattibile nelle finali, ne ha vinte 6 su 7 da quando è tornata al tennis poco meno di due anni fa. Lei è la regina del cemento - 3 US Open, 3 Master, 2 Miami e 2 Indian Wells, l’Open del Canada e Cincinnati, più innumerevoli altri titoli cosiddetti minori, 31 in tutto, appena 6 in meno della primatista Graf - e questo Australian Open è di fatto l’unico grande trofeo a mancarle tra quelli che si giocano sul duro. “Se ha battuto la numero 1 in semifinale - diranno, più che speranzosi - dovrebbe battere anche la numero 3 in finale.” Ovvio. Dovuto, quasi.

Sai che se vincessi ti trasformerebbero in un esempio per tutta la nazionale - hai studiato 2 anni giornalismo allo Huazhong Institute of Science & Technology, tra il 2002 e il 2004, quindi capisci chiaramente la portata che avrebbe l’evento - che il paese si fermerebbe al tuo ritorno per celebrarti, gli sponsor ti ricoprirebbero di denaro; che tutte le ragazzine ti guarderebbero come un modello e un obbiettivo a cui ambire, anche quelle che ragionevolmente non avrebbero nessuna possibilità - economica e sociale prima ancora che atletica o tecnica - di eguagliarti e nemmeno avvicinarsi a te. Soprattutto a loro pensi... D’accordo, sei già un modello, immensamente migliore di qualsiasi tennista maschio del tuo paese, sei stata la prima cinese a raggiungere i quarti in uno Slam (Wimbledon 2006, e a batterti, guarda caso, fu proprio Kim), la prima a vincere un titolo WTA (2004 Guangzhou), ad entrare tra le prime 20 e poi tra le prime 10 della classifica, di recente a sollevare il trofeo di un torneo Premier (Sydney), ma persino i sassi capiscono che il successo di domani rappresenterebbe tutt’altra categoria di primato. È evidente che un giorno, tra dieci o vent’anni, le vittorie cinesi nei tornei del Grande Slam non si conteranno più, ma proprio per questo motivo, l’occasione di essere la prima a farcela è un appuntamento con la storia che nessuno vorrebbe mancare, e non certo tu. Mal che vada raggiungerai il numero 7 del Ranking (se dovessi vincere il 5), manco a dirlo il posto più alto mai occupato da una giocatrice o un giocatore del tuo paese, ma anche questo a ben vedere poco importa. Conta vincere e basta.

Kim ha solo il piccolo Belgio sulle sue spalle. Eppure, a suo tempo, le ci sono volute ben 5 finali dello Slam - la prima persa con Capriati al Roland Garros del 2001, poi altre tre con Henin - prima di vincerne finalmente una. Dopo tutti i suoi titoli e quelli di Justine, nel suo paese non farà certo una grande differenza averne uno in più o in meno. Suo marito non russerà e sua figlia Jada dormirà tutta notte come un angioletto… Le ragazzine belghe già guardano a lei come un modello, e in ogni caso tutti sarebbero d’accordo con te nel dire che in Belgio c’è meno bisogno di un’eroina di quanto non ce ne sia in Cina (e fa pure rima). Persino in classifica, per Kim vincere o perdere non farebbe alcuna differenza, sarebbe comunque numero 2, e comunque lei è già stata numero 1 (per la prima volta nell’Agosto del 2003, e per un totale di 19 settimane).

Il primo titolo del Grande Slam per te e il tuo paese - in realtà sarebbe il 4°, ma anche in Cina doppio e doppio misto contano molto meno - il quinto posto in classifica, una valanga di soldi e fama… eppure gli esperti hanno il coraggio di dire che, siccome Kim è favorita, sei tu quella a non aver niente da perdere. Come se non bastasse…

Forse, però, anche tu come Vera Zvonareva, guardi a Francesca Schiavone come un esempio, e pensi che se ce l’ha fatta lei a scrivere il lieto fine della sua favola, ce la potresti fare anche tu. Francesca è diventata la meno giovane tennista a vincere il suo primo Slam nell’era Open - non conto Ann Jones, che ne aveva già vinti prima - e tu saresti la quarta, a 28 anni, 11 mesi e 4 giorni. Anche tu come Francesca ti sei guadagnata il tuo posto in finale con pieno merito, battendo Azarenka e Wozniacki su tutte, salvando un match-point a quest’ultima. Forse, anche tu come i tuoi connazionali, vedi in quest’episodio un segno del destino, e la prova che questa settimana, questo torneo, questo momento saranno i tuoi.

A pensarci bene, Kim, se non a tratti, è parsa meno invulnerabile di altre volte. Si è fatta trascinare al tie-break da Cornet, Makarova e Radwanska, ha detto lei stessa di sentirsi piuttosto stanca, e tra il ritiro definitivo della sua nemica-amica (a proposito, complimenti per il tempismo!) Justine Henin e le quote dei bookmakers, forse anche lei sentirà di dover sostenere il peso del suo paese tutta da sola e aver tutto da perdere.

Forse il tuo coach/marito, troppo agitato questa volta, non russerà né in realtà dormirà, lasciandoti riposare e accumulare tutte le energie di cui avrai certamente bisogno. Forse Kim - anche se certo non glielo auguriamo - incapperà in una di quelle giornate no come l’anno scorso proprio qui (fece appena un game contro Nadia Petrova negli ottavi), oppure tu riuscirai ad esprimere al massimo quel tennis alla Davidenko - o alla Agassi, come sostieni tu stessa - di cui hai già dato prova. Forse. Forse. Forse.
 

Roberto Paterlini

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