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30/01/2011 06:27 CEST - Australian Open

Clijsters regina ma la Cina è vicina

TENNIS - Australian Open: Kim Clijsters trionfa superano la cinese Li Na in tre set, vince il suo quarto slam in carriera, il terzo dopo il rientro, il primo non all'US Open. "Ora potete davvero chiamarmi Aussie Kim". La storica vittoria di una cinese in uno slam è rimandata, ma per quanto? Una belga vince anche singolare e doppio junior. E l'Italia dov'era?  da Melbourne, Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato Ubaldo Scanagatta

MELBOURNE _ “Ora potete chiamarmi Aussie Kim, perché ho vinto questo titolo!” E giù applausi come se fosse il diluvio. Eh sì, la fiamminga ex fiamma di Lleyton Hewitt, amatissima Down Under anche se quella love-story è finita male, qui ha sempre avuto tutto il pubblico dalla sua parte anche se ha sposato un cestista americano di serie B e l’ha avuto, in grande maggioranza, anche oggi che pure aveva di fronte una simpaticissima cinese, Na Li, che avrebbe potuto conquistare una vittoria storica, il primo Slam in singolare per il suo Paese che oggi l’ha seguita in oltre 500 milioni di telespettatori sintonizzati sulla CCT (Central China Tv).

Na è il nome di battesimo, Li il cognome di famiglia…ma viene più facile chiamarla Li Na e così difatti l’hanno chiamata anche quando l’hanno invitata a salire sul palco. Per coerenza poi avrebbero dovuto chiamare la vincitrice del quarto Slam in carriera (dopo 3 US open) …Clijsters Kim. Per fortuna, e per ignoranza, non l’hanno fatto.

Se nelle notti scorse Na Li non era riuscita a dormire perché il marito-coach russava troppo, per qualche notte ora forse non dormirà perché quando si è avanti un set, 6-3, e poi 3-2 nel secondo, è impossibile non pensare che si sarebbe potuto vincere.

Un punteggio maledetto quello: per informazioni chiedere a Francesca Schiavone, avanti 6-3,3-2 con la Wozniacki, e poi alla stessa Wozniacki, avanti 6-3,3-2 con Na Li (anche se magari Caroline si soffermerà più sull’incubo del matchpoint). Per inciso invece il punteggio di questa finale, 3-6,6-3,6-3 è lo stesso subito dalla Schiavone con la Wozniacki e dalla Pennetta con la Kvitova. Corsi e ricorsi quasi storici.

Il meritato successo di Mamma Kim _ 2,2 milioni di dollari australiani il primo premio per il suo torneo n.41, beata lei che ne aveva già vinti oltre 21,5 in US dollari_ , visto attraverso una lente azzurropatriota, quantomeno non dà adito a grandi rimpianti dal momento che la Schiavone con Kim non ha mai vinto neppure una volta. Avesse vinto invece Na Li beh sarebbe stato normale ricordare che Francesca aveva battuta la ragazza cinese al Roland Garros e non solo lì (con l’accento e la elle minuscola). Fra Francesca e Na Li il bilancio dei testa a testa è 2 a 2, mentre contro Kim è 0-11 e la milanese non ha mai vinto un set.

La Clijsters _ che un po’ dice di voler giocare full-time per il 2011 e poi dedicarsi alla famiglia, ma un po’ aggiunge invece di tenere parecchio alle Olimpiadi 2012 a Wimbledon  (vedi la mia domada in conf.stampa, quando le ho chiesto scherzosamente anche se pensava di fare un altro figlio nel 2013 e di tornare a giocare nel 2015_ ci ha messo un po’ tanto, per la verità, a capire che non avrebbe dovuto cercare di sfondare Na Li sul ritmo, facendo a pallate. Avesse continuato così, avrebbe perso anche il secondo set, così come le è accaduto nel primo.

Invece ogni volta che, dal secondo set in poi, ha provato a cambiare ritmo, e sono state otto se non ho contato male, ha sempre fatto regolarmente il punto. Bastava poco per mandare fuori giri la cinesina, assolutamente formidabile invece quando poteva giocare in progressione, i diritti incrociati oppure i rovesci…di tutti i tipi, in cross come lungo linea…

Ma alla fine la maggior esperienza di Kim a livello di finali _ era la sua ottava finale, aveva perso tutte le prime quattro, ha vinto le ultime quattro _ le devono aver suggerito la tattica più intelligente, più giusta. Quella che quand’era ancora una ragazzina non riusciva ad applicare: buttò via così una prima finale tutta belga e quasi vinta al Roland Garros lasciando il passo a una più attenta e determinata Justine Henin. Buttò via una semifinale già vinta qui a Melbourne con Serena Williams…insomma era una Clijsters più sciupona, più incostante, decisamente meno rilassata e matura di come è oggi, anzi di come è dacchè ha ripreso a giocare nell’estate del 2009.

Na Li avrebbe poi assicurato di non essersi sentita sotto pressione, condizionata dal nervosismo per la prima finale, ma è un fatto che l’ha cominciata perdendo i primi 8 punti in un battibaleno.

Poi, ok, si è ripresa e ha vinto il primo set con la Clijsters che ha ceduto la battuta sul 3 pari e sul 3-5 perseguendo quella condotta di gara dissennata.

Ma dopo è cambiato tutto: Na Li, incapace di attuare un piano B, non riusciva più a tenere i suoi turni di servizio: nel secondo set ne avrebbe persi 4 su 5 e nell’unico vinto avrebbe dovuto salvare 2 pallebreak. Eppure la sua percentuale di prime palle non era affatto male: 72 per cento di prime palle in campo vuole 3 su 4. Ma non è bastato.

Kim ha dimostrato ancora una volta, nonostante l’età ormai non più verdissima, 28 anni a giugno, e la maternità, ha ancora una condizione atletica straordinaria: ha corso e recuperato, con quelle sue caratteristiche spaccate che suscitano ogni volta ohhh di ammirazione e meraviglia, decine di bordate semi-imparabili.

La sua vittoria nel terzo set non è mai stata davvero in discussione: 2-0, 3-1 e 4-1, 5-2,5-3,6-3 cedendo appena un punto negli ultimi tre turni di servizio, giusto quel che le serviva per tenere a distanza una Na Li calata decisamente di tono e convinzione. 13 break in 27 giochi dicono però che non è stata una partita di livello eccelso, anche se fra le donne i break spesso si sprecano (quando non giocano le Williams...)

Ma il boom del tennis in Cina è ormai solo questione di tempo. Negli ultimi anni sono stati costruiti 30.000 campi e il giro d’affari intorno al tennis è stimato intorno ai 4 mila miliardi di dollari. E la presidentessa della federcinese ha detto che in tv lo sport della racchetta grande (da non confondere con quelli delle racchette piccole, ping-pong e badminton) è già il terzo nel Paese dopo il calcio e il basket, “anche se 14 milioni di praticanti abituali sono una goccia nell’Oceano in un Paese popolato da un miliardo e 300.000 di abitanti”.

Anche se il primo tennista maschio cinese, Zhang Ze, è solo n.317 del mondo, le ragazze cinesi fra le prime 100 sono quattro _ sono state anche sette _ e così la Wta non si lascerà sfuggire quello straordinario mercato per far conoscere il proprio prodotto: linee di abbigliamento tennistico con il marchio WTA sono già distribuiti nei 6.000 outlet che si trovano in Cina.

Stacey Allasters, l’executive director della WTA, non sta certo con le mani in mano: “l’Asia e la Cina sono Paesi strategicamente prioritari per noi”. E la presidentessa della federtennis cinese, Sun Jinfang, è consapevole che buona parte del boom che il tennis avrà nel suo grande Paese è dovuto agli exploit ripetuti di Na Li: “E’ uno dei nostri campioni All-Time più grandi sempre” dice.

Oggi ha vinto Kim, coetanea di Na Li, prendendosi la rivincita per la sconfitta subita Sydney, ma Na Li è un tipo tosto, non il tipo che si accontenti di essere arrivata ad essere la prima cinese in tanti traguardi.

Oggi ha conquistato il suo best ranking, n.6. Ma potrebbe anche non fermarsi lì. L’esempio Schiavone, che raggiunge il suo best ranking, n.4, a 30 anni passati, docet.

Per quanto riguarda il tennis belga, invece, gode di buona salute, anche se proprio questa settimana Justine Henin ha annunciato il proprio ritiro. Ann-Sophie Mestach, fiamminga che parla anche il francese, ha vinto singolare junior sulla portoricana Puig e poi anche  doppio con un'altra ragazza olandese, Demi Schuurs sulle giapponesi Kato e Hozumi (6-2,6-3). Al torneo junior l'Italia, così ben distintasi fra le senior con Schiavone e Pennetta protagoniste di eccellenti imprese, ha purtroppo brillato per la propria assenza. Eppure erano rappresentate 25 nazioni. Sbagliano loro o noi?

Ubaldo Scanagatta

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