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31/01/2011 14:19 CEST - Australian Open

Grande Djokovic piccolo Murray

TENNIS - Australian Open. Giocando così avrebbe battuto anche Federer e Nadal. Murray però ha deluso: tre finali, 0 set su 9. Il serbo ha ceduto solo un set a Dodig. Finale senza emozioni ed ora Novak ha, come Hewitt, due slam in bacheca. E' l'unico in attività ad avere un palmares così importante dopo i due dominatori. In questa finale si è provata nostalgia per...Federer  Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato Ubaldo Scanagatta

MELBOURNE _ Una brutta finale, purtroppo, come temo possano essere brutte molte finali nelle quali non giochi Roger Federer. Mi sa che dovremo rimpiangerlo, più lui che Nadal perché Rafa _ che pure ammiro tantissimo _ non giocherà mai 30 serve&volley, 8 drop-shot e 15 rovesci slice stretti per aprirsi il campo e attaccare dall’altra parte in uno stesso match come Roger.

E poi Rafa, salvo che si faccia male, è più giovane di cinque anni, non dovremmo rimpiangerlo se giocherà come sa. Mentre inevitabilmente la strada di Roger non sarà certo in discesa nei prossimi anni _ spero che regga almeno questo e il prossimo _ anche se è prematuro cominciare a recitare il De Profundis. Il declino, soprattutto fisico, è forse già cominciato…

D’altra parte lo svizzero è l’unico (o uno dei pochissimi, via) che fa la vera differenza quanto a varietà di spettacolo, se dall’altra parte c’è un difensore o anche un attaccante dalla linea di fondocampo come ormai cercano di essere quasi tutti i top-ten.

Forse questo incipit può apparire sommamente ingiusto nel giorno in cui Djokovic si conferma come la più seria alternativa ai due dominatori dell’ultimo quinquennio e conquistando il secondo Slam della carriera diventa insieme a Lleyton Hewitt _ al di fuori dei soliti due “marziani”_ il solo giocatore ad averne vinti due fra quelli ancora in attività.

Non sarebbe giusto sminuire l’exploit del tennista serbo, campione anche di Coppa Davis, per il fatto che Andy Murray non è riuscito minimamente ad opporglisi, non lo ha mai messo seriamente in difficoltà, ha fatto appena sei punti per ciascuno dei primi due set sul servizio di Nole. Semmai il contrario. Con Benito Perez Barbadillo, il media p.r. di Novak, concordavamo subito dopo la partita sul fatto che stasera Djokovic era in una forma così straordinaria che avrebbe messo sotto tutti, da Federer (cui aveva dato 3 set a zero proprio come a Murray…e prima di lui anche a Berdych; così l’unico a strappargli un set, e soltanto 12 punti a 10 in un tiebreak, è stato il croato Dodig)… allo stesso Nadal. Per dirlo Benito, che di fronte ai suoi due pupilli non ha mai nascosto di nutrire umanamente un’ inevitabile predilezione per il connazionale Nadal, …è detto tutto.

Resta il fatto che una partita giocata da due tennisti che tirano soprattutto molto forte da fondocampo _ gli attacchi conclusi da volee o da smash sono stati pochissimi, ricordo un gran passante di rovescio in cross di Murray e 3 o 4 eccellenti di Djoker e basta, _ non è mai troppo divertente.

Inoltre questa, mancando anche di incertezza una volta che Novak ha vinto sul 5-4,15-30 e servizio di Murray uno scambio spaventoso e allucinante di una quarantina di colpi che per lo scozzese che l’ha perso è stato peggio di un knock-down, quasi un k.o., ed emozioni, non ci sono più stati momenti davvero emozionanti.

Ci si poteva esaltare per qualche recupero incredibile Djokovic, uomo di caucciù capace di spettacolari spaccate che facevano male a…solo guardarlo, ma non molto di più. Anche perché, una volta vinto il primo set Djokovic, dopo aver tenuto a zero il primo game di battuta ha strappato due volte di fila la battuta allo stralunato scozzese passando a condurre 5-0 e setpoint. Lì Murray ha approfittato dell’unico passaggio a vuoto di Nole per vincere due games di fila (con il serbo che lì ha subito il primo break e lo ha fatto a zero per non…confondersi; ne avrebbe subìto un altro paio, nel primo e nel sesto game del terzo set, quelli che avrebbero potuto illudere un Murray più in palla), ma quando Djokovic è passato dallo 0-1 al 3-1 alla settima palla break utile nel terzo set, le chances di murray erano davvero ridotte al lumicino.

Da fondocampo non faceva i punti, a rete veniva infilzato, lo smash _ ne ha sbagliati tre tutt’altro che impossibili _ era incerto e Djokovic era capace di alzare dei candelotti difensivi che finivano sempre nei pressi della riga di fondo. I 26 vincenti di Djokovic contro i 21 di Murray non erano tanto sorprendenti quanto i 33 errori gratuiti di Djoker contro i 47 di Murray: per solito Murray sbaglia molto meno dei suoi avversari. Non oggi.

Nemmeno il provvisorio equilibrio, il 3 pari raggiunto da Murray alla terza palla break del match su quattro _ Djokovic ne ha conquistate 18! Anche se ne ha trasformate …solo sette _ poteva mutare lo scenario.

Già alla fine del primo set, alcuni inglesi erano scesi in sala stampa per scrivere. E alla fine del secondo li aveva imitati Malcolm Folley del Mail on the Sunday _ la cui accorata intervista potete seguire sull’audio nella home inglese _ dicendomi: “Se non lotta Andy…perché dovremmo lottare ancora noi!”

Il solo Simon Barnes, del Times, è rimasto fino all’ultimo minuto, allo scoccare delle due ore e 39 minuti. Ma c’era da capirlo. Era l’unico inviato giunto stamani, partito in volo da Londra non appena Andy si era qualificato per la finale venerdì sera. Stessa cosa aveva fatto lo scorso anno. E anche lì Murray, come già con Federer anche all’US Open, non aveva vinto nemmeno un set. Forse l’anno prossimo, dovesse Andy qualificarsi ancora per un’altra finale, resterà a Londra.

Noavk Djokovic intanto festeggia con i suoi amici, e fra questi c’è anche quel Marian Vajda che è qualcosa più di un coach: “Lo scorso anno ho tentato di affiancargli Todd Martin, ma con due coach non funziona. Martin è stato un gran giocatore e un ottimo coach…ma l’esperimento non ha funzionato. D’altra parte se non avessi provato non l’avrei saputo…” ha detto Novak che nel corso della conferenza stampa ha risposto a 5 mie domande, inclusa la prima nel corso della quale si è interrotto …quando gli è stato portato il Norman Brookes Trophy che lui aveva vinto già 3 anni fa e che ciò nondimeno ha cominciato ad accarezzare con altrettanta dolcezza di quanto avrebbe fatto con Yelena, la sua ragazza da tanto tempo (quella che ha studiato alla Bocconi a Milano e che parla bene italiano e quella che Novak ha voluto ringraziare pubblicamente …anche per evitare che qualcuno speculasse ancora con qualche gossip sulla presenza nel suo box di Ana Ivanovic, “Mia grande amica da quando avevamo cinque anni”).

Nel corso della conferenza stampa Djokovic (leggila fra le interviste, in italiano, tradotta da Rossana Capobianco) ha spiegato:

a) di sentirsi di poter recuperare qualsiasi palla b) di riuscire facilmente a trasformare una situazione di difesa in una d’attacco, c)di servire piuttosto bene quando era più necessario, d) di battere spesso esterno per aprire il campo e poter tirare un vincente dall’altra parte e) di essere paziente quando serviva esserlo f) di cambiare il ritmo “perché so che lui preferisce dettare i ritmi e controllare la partita enon volevo consentirglielo”.

Si ha la sensazione, da come parla Novak, che al suo angolo Marian Vajda abbia lavorato bene. Mentre la confusione tattica di Andy può certo essere imputata a lui stesso, ma anche al fatto che _ essendo rimasto in Europa il suo coach part-time Alex Corretja _ forse mamma Judy e l’amico venezolano Dani Vallverdu…(mai stato tra i primi 700 atp-players) forse non sono all’altezza del loro compito.

E’ vero che in sei anni Andy ha cambiato diversi coach, Pato Alvarez, Mark Petchey, Brad Gilbert e MacLagan…ma forse sarebbe giunto il momento di averne uno full-time. Non è Federer che a 29 anni potrebbe anche far senza.

Quanto a Djokovic oltre che a Vajda andrebbe complimentato seriamente Milyan Amanovic, il suo preparatore atletico. Non ricordo di aver mai visto un giocatore _ forse solo Nadal, che ha per fisio Rafael Mayno _ nella condizione atletica di Novak stasera. C’erano 36 gradi all’inizio della partita, gli organizzatori avevano quasi pensato di chiuder il tetto, poi per fortuna non l’hanno fatto e si stava bene, ma insomma in 2 h e 39 minuti Novak ha avuto _ ma mentalmente, non fisicamente _ soltanto un 4/5 minuti di black-out. Per il resto ha corso come una lepre, instancabile, irriducibile, forse imbattibile contro l’amico Andy con il quale aveva giocato il doppio insieme la prima volta che erano venuti in Australia e a proposito della cui amicizia potete leggere l’articolo di Ale Mastroluca in questa stessa home page.

Djokovic ha anche detto, con grande umiltà: Rafa e Roger sono ancora i migliori giocatori del mondo. Non si discute su questo. Non potete paragonare i successi miei e di Murray con i loro. Loro due sono stati i tennisti che hanno dominato il gioco per un bel po’. Va dato loro tutto il credito possibile. E’ simpatico vedere che ci possono essere anche altri nuovi tennisti nelle fasi finali di uno Slam che lottano per un titolo, questo solo posso dire…”

Djokovic domattina (australiana) andrà a fare le foto di rito, mentre gli organizzatori hanno noleggiato due elicotteri per portarlo ai 12 Apostoli, sulla Great Ocean Drive, a 3/4 ore di auto da Melbourne. Uno scenario suggestivo dove, sempre in elicottero (ma da lì) e facendosi noi le fotografie, siamo stati anni addietro anche Stefano Semeraro ed io. Mi pare che i media, però, trascurassero quella nostra “trasferta”. Credo che Novak Djokovic riscuoterà maggior attenzione.

Lui già alle 19 deve salire sull’aereo della Emirates per far ritorno a Montecarlo. Poi fra un settimana giocherà a Rotterdam, quindi a Dubai.

Dalla conferenza stampa, e l’acuto spirito di osservazione di un collega, Chris Barrow, è emerso che se Novak corre come un leprotto…è anche grazie a due plantari che devono aver corretto qualche suo problemino ai piedi. Quando, infatti, ha colto l’ultimo punto, prima si è tolto la maglietta, ma poi _ prima di lanciare anche la racchetta _ al momento di togliersi le scarpe e lanciarne una a una in mezzo alla folla, ha avuto la lucidità di togliere le preziose suolette ortopediche. Insomma, è stato proprio lucido fino in fondo. Onore a lui (insieme ai 2,2 milioni di dollari) e grandi congratulazioni anche a Head (che non poteva perdere perchè anche Murray usa quella racchetta, sia pur con un modello diverso) e a Sergio Tacchini che ha investito tanto nel tennista serbo e probabilmente ha fatto la mossa giusta perché Novak potrebbe diventare, almeno sui campi in cemento, l’uomo da battere. Forse, anzi, lo è già.

E Murray? Ha perso la terza finale senza vincere un solo set in tre finali: 9 set a zero sembra quasi un verdetto inequivocabile, una sentenza durissima.

Ma _ a parte il fatto che chissà quanti Paesi e quanti giocatori sottoscriverebbero la chance di avere un tennista di 23 anni protagonista di 3 finali _ forse varrà la pena ricordare che anche Ivanisevic aveva perso tre finali di Slam prima di vincere Wimbledon nel 2001 quando nessuno lo credeva più capace, a 30 anni e con una spalla mal ridotta, mentre Ivan Lendl ne perse addirittura quattro, di cui tre da favorito (due con Connors all’US open 1982 e 1983, una con Wilander all’Australian Open 1983 sull’erba di Kooyong….mentre non c’era granchè da fare nell’81 contro quel mostro di Bjorn Borg). Insomma date tempo al tempo e vedrete che uno Slam o due, prima o poi, li vincerà anche Andy Murray (che, oltretutto, stasera secondo me aveva un problemino ad una gamba e non correva come al solito).

Djokovic b.Murray 6-4,6-2,6-3.

 

Ubaldo Scanagatta

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