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06/02/2011 11:02 CEST - AUSTRALIA-ITALIA

Una Pennetta da incorniciare

TENNIS - La Pennetta batte la Stosur per la quarta volta e rimedia all'inopinata (ma non del tutto inattesa) sconfitta della Schiavone contro la sorprendente Jarmila Groth, nata slovacca e naturalizzata australiana. Flavia ha giocato uno dei suoi migliori match di sempre. La sfida è ancora in grande equilibrio: non è escluso che si arrivi a un drammatico doppio di spareggio. Rino Tommasi

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Il campo ha confermato le impressioni e le preoccupazioni della vigilia. Non era stato difficile prevedere che l’incontro di primo turno di questa edizione delle Fed Cup sarebbe stato più complicato ed impegnativo delle due finali vinte contro una squadra americana che, senza le Williams, aveva già compiuto un miracolo a raggiungere la finale per due anni consecutivi (c’è da chiedersi se non ci sia qualcosa di sbagliato nella formula di questa competizione). C’è voluta una magnifica prestazione di Flavia Pennetta per riequilibrare un confronto che si era messo male per noi dopo l’inopinata (ma non del tutto sorprendente) sconfitta di Francesca Schiavone di fronte alla seconda giocatrice australiana, la slovacca Jarmila Groth.

Francesca non poteva essere nelle condizioni ideali sul piano fisico e mentale dopo le fatiche dell’Australian Open. Ha tenuto un set, vinto comunque al tie-break, prima di cedere alla distanza di fronte ad un’avversaria più giovane (compirà 24 anni nel prossimo aprile) e più motivata.  Dopo aver esordito in Fed Cup nel 2003 a soli 16 anni giocando per la Slovacchia un doppio a risultato già deciso contro il Belgio, Jarmila Gojdosova ha sposato nel febbraio del 2009 il tennista australiano Sam Groth ottenendo nel novembre successivo la cittadinanza del suo nuovo paese. Un percorso già compiuto da molte ragazze dell’Est Europeo.
Nel 2006 a 19 anni è entrata tra le prime cento della classifica mondiale ma quest’anno vincendo proprio ad Hobart, sullo stesso campo dove si è giocato in Fed Cup, il suo secondo titolo WTA (aveva già vinto l’anno scorso a Gunagzhou) è già salita al numero 31.

Nel primo torneo della stagione, a Brisbane, la Groth aveva già battuto la Stosur per 6-2, 6-4 mentre ad Hobart ha vinto il torneo senza perdere un set lasciando solo tre giochi alla nostra Vinci. Tutto questo spiega perché non si può considerare del tutto una sorpresa la sconfitta della Schiavone che peraltro dopo aver vinto oil primo set era andata in vantaggio per 2 a 0 nel secondo. Per fortuna ha rimesso la situazione in equilibrio (anche psicologico, all’interno della nostra squadra) la Pennetta che credo abbia giocato una delle sue migliori partite. Flavia ha vinto il primo set al tie-break dopo essere stata in svantaggio per 3 a 5, ha perso il secondo per 7 a 5 (con un doppio fallo), anche qui rimontando dal 3 a 5 ma è stata bravissima a rimanere in partita nel terzo. Ha avuto la palla per il 5 a 3 ma dal 4 pari si è aggiudicata gli ultimi due giochi comandando gli scambi da fondo campo. E’ vero che la Pennetta aveva già battuto la Stosur tre volte su tre incontri senza perdere un set ma essere riuscita a confermarsi in questa difficile situazione rimediando splendidamente alla sconfitta della Schiavone è stato molto importante. Flavia ha sbagliato qualche volee di troppo ma ha giocato e servito con coraggio disputando a mia memoria, una delle sue migliori partite. A questo punto si attende una prova di orgoglio da parte della Schiavone contro la Stosur perché non si può dare per scontata la vittoria della Pennetta su una Groth che deve sentirsi un po’ la salvatrice della sua nuova patria tennistica ed avrà quindi il morale a mille. Sarebbe importante evitare la verifica crudele del doppio, che in Fed Cup si gioca come ultimo e quinto incontro.

Rino Tommasi

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