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10/02/2011 12:26 CEST - Campioni

Monfils e la prova "Sampras"

TENNIS - Lunedì pomeriggio, a San José, è andato in scena un match assolutamente “ atipico”: l’ex numero 1 mondiale ha perso con onore dal leader transalpino, lasciandogli una porta aperta riguardo alla vittoria di un torneo Slam: “è ancora molto giovane, ce la può fare”. Christian Turba

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Il programma del “piccolo” torneo ATP 250 di San José, per l’edizione 2011, è stato arricchito da un evento particolare, che ha visto radunarsi sui campi in cemento dell’SAP Open due tennisti che più opposti di così non si può: la testa di serie numero 2 del torneo, Gael Monfils, ha infatti sfidato l’icona tennistica americana degli anni’90 e “padre putativo” di Roger Federer, Pete Sampras.

Un vero e proprio scontro di generazioni tennistiche, tecnica e modi di stare in campo: l’aplomb, la compostezza, l’eleganza tennistica dell’americano contro l’irruenza, l’esplosività e la guasconeria del francese (curioso, si parlasse di altri campi si potrebbe essere indotti a pensare il contrario!) . Alla fine, come ampiamente pronosticabile, il match è stato vinto dal più giovane e scattante franco-antillano con il punteggio di 7-6(4) 6-4, dopo un’ora e 19 minuti di gioco; terminato il match, per “immortalare” questo momento, lo stesso Monfils si è messo dietro l’obiettivo e ha fotografato il suo avversario “in action”.

Per questo torneo post-Australian Open, probabilmente penalizzato dalla sua collocazione all’interno del tentacolare calendario ATP, si tratta di un ulteriore successo, dopo l’edizione 2006 che aveva visto il trionfale “coming back” di Big Mac, vincitore della prova di doppio insieme a Jonas Bjorkman e primo uomo ad aggiudicarsi un torneo ATP in 4 decenni differenti. Per il numero 12 del ranking mondiale, l’esibizione di lunedì è stata una partita un po’ più speciale delle altre: “ giocare con lui è stato un po’come un sogno”, ha confessato Gael, che grazie a quest’esibizione potrà ora esordire –opposto alla wild card locale Bradley Kahn nel match di questa notte- con una buona dose di “ allenamento” supplementare alle spalle.

Quanto a Sampras, che nella terza città californiana ha trionfato per due anni consecutivi (1996 e 1997, sconfiggendo in finale rispettivamente il rivale storico Andrè Agassi e Greg Rusedski), questa era la sua seconda apparizione come “guest-star” nella cornice dell’HP Pavillon: l’anno scorso, infatti, il dominatore degli anni’90 si era scontrato con l’iberico Fernando Verdasco, uscendone battuto con il punteggio di 6-3 7-6 (2). Rispetto alla prima esibizione, Pete si è mostrato relativamente più contento della sua performance: “Ho giocato leggermente meglio dell’anno scorso e tenuto come potevo –ha affermato l’ormai 40enne di Washington- ma fisicamente non è stato facile, perché ho giocato il maggior numero di serve and volley degli ultimi sette anni!”. E, in effetti, il sette volte vincitore di Wimbledon si è difeso con tutte le sue armi, sprecando 4 break-point nel primo parziale e portandosi a condurre 3-2 nel secondo, prima di perdere –proprio lui!- il suo game di servizio ed esporsi al secondo e decisivo break da parte di Monfils.

Non son mancate parole d’elogio per il giovane avversario: “Gael si muove alla grande, risponde bene e mi fa sudare sui miei di servizio –ha dichiarato l’ex numero 1 mondiale, che ha aggiunto che “ non solo si muove bene, ma scivola, il che lo aiuta a coprire meglio il terreno”. Inevitabile che, a questo punto, a un plurivincitore di Slam come lui venisse chiesto quante probabilità di vincere un Major abbia il 24enne parigino. “Se si guarda a Roger, a Rafa, a Novak in questo momento, si può dire che giochino ad alto livello con più facilità e meno sforzo, mentre con Gael c’è più lavoro da fare”; questa l’enigmatica risposta di Pistol Pete, che ha pio corretto il tiro affermando che"ha talento, ha gioco, serve bene, sa avanzare quando occorre, risponde abbastanza bene: deve solo mettere tutto insieme, gli ci vorrà del tempo. Per vincere i Major bisogna essere molto, molto speciali: lui è ancora giovane, ha 24 anni e ancora molto tempo per arrivarci”. Detto da una vera e propria referenza in termini di titoli Slam vinti, c’è da stare sereni nell’angolo di La Monf..
 

Christian Turba

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