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13/02/2011 13:42 CEST - BRASIL OPEN

Almagro spegne i sogni di Dolgo

TENNIS – Lo spagnolo conquista l’ottavo torneo in carriera in dieci finali sulla terra battuta, il secondo a Costa Do Sauipe dopo la vittoria del 2008. In finale ha superato agevolmente in 1h e 29m con il punteggio di 6/3 7/6 Alexandr Dolgopolov alla prima finale in un torneo del ATP Tour. Da lunedì l’ucraino farà il suo ingresso tra i primi 30 del mondo. Giacomo Fazio

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(1) N Almagro b. (4) A Dolgopolov 63 76(3)

Solo qualche settimana fa, durante gli Australian Open, Dolgopolov veniva definito come una luce che abbagliava nell’ordinarietà del tennis moderno. Eppure di abbagliante nella finale sulla terra battuta di Bahia c’è stato davvero poco se si escludono i fari predisposti per la serata che hanno creato più di qualche problema ad entrambi i giocatori nei pressi della rete. Sarà stata l’esperienza di Nicolas Almagro su questa superficie (10 finali tutte sul rosso) e l’emozione per la prima dell’ucraino ma la partita ha offerto rare emozioni e una qualità di gioco ben al di sotto dell’aspettative. Erano in molti coloro che attendevano il primo sigillo del ragazzo di Kiev in un torneo del Tour ma naturalmente l’appuntamento è stato solo rimandato. I quarti a Melbourne nel 2011, la semifinale a Eastbourne e il Master 1000 di Madrid dello scorso anno hanno dimostrato che Dolgopolov può dire la sua su qualsiasi superficie.
 

Nella finale brasiliana non ha pagato soprattutto la tattica attendista dell’ucraino che è rimasto sempre 2-3 metri dietro la linea di fondocampo permettendo alla spagnolo di rimanere in controllo del gioco per tutta la durata del match. A nulla son servite le corse estenuanti da una parte all’altra del campo, spesso nei game in ribattuta i colpi non superavano la riga di metà campo, consentendo ad Almagro di chiudere i punti anche al volo. La differenza l’ha fatto soprattutto il servizio o, se la si vuole leggere diversamente, la risposta di Dologopolov che in due set non è mai andato a palla break ed è stato in vantaggio al massimo 15-30 sulla battuta dell’avversario.
 

Il primo set è stato deciso da un solo break arrivato all’ottavo gioco mentre il secondo parziale è stato più equilibrato anche se l’ucraino ha dovuto salvare due break points consecutivi sul 3-3 grazie ad un ace e una splendida smorzata. Questo è il momento in cui la torcida ha cominciato a farsi sentire per il timore che la partita potesse terminare troppo rapidamente, schierandosi apertamente per il talento ucraino. Una situazione che poteva anche trasformarsi in un capovolgimento di fronte pensando al tifo degli stadi brasiliani. Dolgopolov ritorna il mago che tutto hanno imparato ad apprezzare nonostante in alcune esecuzioni difetti ancora di una tecnica impeccabile. Il movimento del dritto termina sempre sopra la testa imprimendo molta rotazione sulla palla e troppo spesso perde la misura dei colpi. Il rovescio rimane probabilmente il colpo più devastante insieme alla palla corta ma bisognerà lavorare anche sul back che l’ucraino tende a tagliare molto e che sulla terra perde un po’ di efficacia quando non riesce a mantenere una traiettoria bassa e profonda.
 

Le variazioni, i tagli, le accelerazioni improvvise di Dolgopolov, costringono Almagro a servire due volte per rimanere nel secondo set sul 4-5 e sul 5-6 senza però essere mai impensierito da un avversario troppo lontano dal rettangolo di gioco. Si arriva così al tie break che si trasforma in un assolo dello spagnolo che scappa subito 4-0 prima di concedere due punti con un doppio fallo e un dritto finito largo. L’ucraino non riesce a sfruttare questo breve momento di defaiance e concede senza nemmeno crederci tre dei successivi quattro punti che portano Almagro a chiudere l’ultimo gioco 7-3.
 

E’ questo Dolgopolov, genio e sregolatezza. Capolavori balistici e conclusioni inspiegabili. Partite da incorniciare e prestazioni da dimenticare. Eppure aveva sorvolato l’intero torneo senza cedere un set e con solo 20 giochi persi lungo l’intera settimana. Avrà bisogno di un’ulteriore salto di qualità questo classe 88 per poter diventare un protagonista assoluto del circuito, nel frattempo potrà consolarsi da lunedì con l’ingresso tra i primi 30 giocatori del mondo. Non deve comunque sorprendere la sconfitta considerando che lo scorso anno al Roland Garros Almagro s’impose facilmente in tre set al terzo turno. Lo spagnolo aggiunge l’ottavo trofeo sulla terra battuta nel suo palmares, tutti i titoli vinti tra i tornei di Acapulco, Gstaad, Bastad, Valencia e Costa do Sauipe e per il sesto anno consecutivo conquista almeno una tappa del circuito ATP. Continua anche la tradizione del più importante torneo brasiliano che vuole un giocatore sudamericano o spagnolo vincitore dal 2004 ad oggi.
 

Giacomo Fazio

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