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15/02/2011 11:29 CEST - Tennis e denaro

ATP, WTA e USTA: che stipendi!

TENNIS - il CEO dell'ATP Helfant prende il doppio della chief WTA Allaster. Ma la federazione americana paga ancora meglio. Manager decisionisti ed equilibristi. I tornei combined e i dubbi degli sponsor. Il potere dei Federer e Djokovic. L'astuzia di Tiriac. Il bilancio ATP e gli stipendi dei board-members. Quanto è cara la Tennis Integrity Unit. Ubaldo Scanagatta.

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Amministrare come executive chairman l’Atp significa guadagnare il doppio (quasi) che coprire lo stesso ruolo per la WTA. Infatti dal bilancio presentato per l'anno 2009 dall’Atp _ e che qui riporto per intero _ si può notare come lo stipendio annuale di Adam Helfant sia 1,4 milioni di US dollari, mentre so per certo che quello di Stacey Allaster, la chief executive della Wta, è di 866,192 di US dollari.

Quel che non so è se anche Stacey Allaster ha un contratto che prevede incentivi tipo quelli di cui godeva Larry Scott, ex vice Atp quando il chief executive chairman era Mark Miles prima del disgraziato avvento di Mickey Mouse Etienne de Villiers.

Se non ricordo male Scott aveva il 10 per cento di quel procurava al circuito femminile, e quando firmò il contratto di 80 milioni di dollari con la Sony Ericsson intascò quindi una piccola commissione di 8 milioni di dollari. Non male eh? Molto di più dei guadagni della prima tennista del mondo.

Va detto, al tempo stesso, che per essere una grossa azienda multinazionale che amministra 63 tornei in 32 Paesi in tutti i continenti (12 negli Stati Uniti, 5 in Francia e Germania, 3 in Spagna, 2 Australia, Austria, Cina, Croazia, Olanda,Russia, Svezia e Svizzera, 1 in altri 19 Paesi Italia nclusa con Roma) per 92 milioni e 676.106 dollari di impegno finanziario garantito (e 78.646.044 di montepremi per 36 tornei sul duro, 22 sulla terra rossa, 5 sull’erba, per un totale di 46 outdoor e 17 indoor) lo stipendio che viene passato a Helfant non è spaventosamente alto. I grandi manager di compagnie con analoghi fatturati guadagnano cifre simili e anche di più.

Se poi se le meritano è un altro discorso. Come Miles e a differenza di De Villiers che ha tentato di incidere più del dovuto lanciando anche diverse discutibili iniziative (ricorderete il folle tentativo di trasformare i tornei ad eliminazione diretta in round robin per garantire più partite giocate dall'idolo di casa…. ma è a lui però che il circuito ATP deve la coraggiosa, e magari discutibile, decisione di retrocedere Amburgo per far posto a Madrid e forse anche l’apertura ai mercati orientali, Giappone e Cina) Adam Helfant sembra stia attento a mantenere soprattutto lo status quo, innovando quel poco che basta per evitare di correre il rischio del defenestramento toccato (anche se fu lui a dare le dimissioni per precederlo…) a de Villiers.

Sempre a de Villiers, in fondo, si deve la modifica dei punteggi del doppio, all’inizio contestata, ma in fondo oggi abbastanza apprezzata, soprattutto dai direttori dei tornei che dei doppisti (spese e problemi logistici a dismisura) avrebbero fatto volentieri a meno.

Anche l’insistenza di de Villiers a favore dei tornei combined, sembra aver fatto breccia nella mentalità comune. Così anche la nostra Federtennis si è trovata oggi per gli Internazionali d’Italia _ dopo molte perplessità iniziali sulla sua convenienza economica _ più o meno costretta ad accettare l’ipotesi del torneo combined, pur rimettendoci giorni di programmazioni e d’incasso (con un weekend televisivo che salta via canali nazionali…a favore di una tre giorni finali che a mio avviso non ha lo stesso valore, perché un venerdì non varrà mai quanto un sabato o una domenica) per non restare fuori dal …giro dei combined e raggiungere uno status che oggi, dagli Slam a Madrid, Miami e Indian Wells, sembra più….aristocratico e d.o.c.

Può anche essere che nei prossimi anni si riveli una scelta più indovinata di marketing, ma aver scambiato due settimane di tennis per 10 giorni significherà avere minor spazio su tutti i media (comunque per più breve tempo) e non so se anche gli sponsor ad oggi coinvolti nell’operazione, da BNL agli altri, siano così contenti della decisione presa dalla Fit (persuasa da Sergio Palmieri che ricordo bene essere di diverso avviso un paio d’anni fa…per carità, cambiare idea è lecito se il vantaggio è della Federtennis e più in genere del tennis italiano).

Il nuovo calendario per il 2012 e 2013 approvato dall’ATP mi ha lasciato molto perplesso sul conto di Helfant e dei suoi principali collaboratori, anche se i giocatori di punta _ i soliti privilegiati _ apprezzano naturalmente il prolungamento della off-season, le vacanze natalizie: sette settimane. Così se vogliono giocarsi delle esibizioni possono farlo. Se vogliono riposarsi e fare un programma atletico idem.

Ma la decisione di sacrificare il Masters 1000 di Bercy, piazzato la settimana immediatamente precedente alla Masters Cup di Londra (vedrete quanto ne risentirà la partecipazione del torneo parigino, una volta che i giocatori saranno già qualificati matematicamente per il torneo a 8 _ oppure per quei giocatori che non avranno comunque la possibilità di qualificarsi ) lasciando la settimana precedente a Parigi-Bercy al torneo di Basilea, m’è parsa una sorta di tributo dell’Atp a Roger Federer e al torneo di casa sua. Considerato che nel 2013 Federer avrà 32 anni, mi è parso un clamoroso autogol, non giustificato neppure dalla riconoscenza che l’Atp certo deve ad un grandissimo campione come lo svizzero.

Fossi la federtennis francese sarei furibonda con Helfant e l’Atp. Ma Federer all’interno dell’Atp…ha probabilmente più peso della federazione francese che, grazie a Philippe Chatrier a suo tempo ha grandi meriti se i quattro Slam sono diventati quello che sono, i tornei decisamente più importanti, quelli cui nessun giocatore (o sindacato giocatori) si sente di imporre condizioni

Si dice che a suo tempo de Villiers sia stato molto (forse troppo…) influenzato da quel vecchio marpione di Ion Tiriac che è riuscito con il tempo e a costo zero a conquistarsi date importantissime (spostandosi a suo piacimento da un Paese all’altro, da una stagione all’altra, da una superficie all’altra) ai danni di sedi consolidate e molto più tradizionali, condizionando negativamente i destini di molte altre imprese organizzative-commerciali.

Adam Helfant, ex uomo Nike che aveva avuto a che fare sia con Federer e Nadal fin dall’epoca dei loro primi contratti _ e difatti dai loro manager era stato certamente “sponsorizzato” quando l’Atp era alla ricerca di un successore di De Villiers _ è molto sensibile ai desiderata dei giocatori più importanti dell’Atp. Così i vari Federer, Nadal e Djokovic (la cui famiglia ha conquistato una data nel congestionato calendario internazionale primaverile sulla terra battuta…) sono molto ascoltati nei quartieri alti. E’ anche comprensibile, visto che i tre leader del ranking hanno anche deciso di assumere un ruolo più attivo nella gestione del circuito.

Come quando, ad esempio, si schierarono apertamente contro De Villiers che voleva declassare il torneo di Montecarlo. Ci riuscì, infatti, soltanto in parte, cancellando l’obbligatorietà della partecipazione a quel torneo per i top-ten. Ma Montecarlo ha comunque mantenuto lo status di 1000 che gli stavano per togliere. E per il torneo di Franulovic è stato un successo. Tanto le presenze dei vari Hewitt e Roddick per lui volevano dire ben poco. Semmai manca Federer...a meno che il main sponsor Rolex non ci metta bocca.

Se Federer, Nadal, Djokovic hanno preso parte a certe discussioni “organizzativo-manageriali” del circuito, così non era successo con i migliori tennisti degli anni passati. Ve lo immaginate un Connors, un Borg, ma anche in tempi più recenti, un Sampras, un Agassi mettersi ad un tavolino con i capi Atp? Non ci pensavano nemmeno! Perché se ne fregavano _ e in questo sono certo più da apprezzare i giocatori più responsabili di questi nostri giorni _ e perché non avevano nulla da chiedere per loro stessi (non sono così sicuro che sia così anche per i giocatori di oggi…).

L’Atp ha sempre pubblicato i guadagni dei giocatori, anno per anno e per carriera: così basta consultare l’ATP Media Guide per vedere i guadagni ufficiali di tutti i giocatori, dai 61 milioni e 60.000 dollari intascati ufficialmente (al loro da tasse e spese) da Roger Federer a fine 2010, ai 37 milioni, 396.000 e spiccioli di Nadal, per arrivare ai 2 milioni e 914.000 di Seppi, ai 2 milioni e 719. 000 di Starace, ai 2 milioni e 695.000 di Volandri, al milione e 305.000 di Fognini (che ha sei anni meno di Starace e Volandri).

Credo che possa essere interessante sapere _ ricordato che all’interno della federazione americana, la USTA, i presidenti federali si succedono adesso ogni due anni, ma diventa presidente chi è stato vicepresidente per i due anni precedenti, quindi c'è un quadriennio di esperienza dirigenziale....da noi in Italia si va dai 20 anni di Galgani ai 10 anni, per ora, di Binaghi! _ che il chief business officer dell’USTA, Pierce O’Neill, che ha recentemente dato le dimissioni ed era un ex manager dell’IMG prendeva 1,5 milioni di dollari. Un altro ex dirigente IMG, che non mi ha mai dato l’impressione di essere un genio, Jim Curley, US open director, prende 1,2 milioni di dollari, mentre Gordon Smith USTA executive director prende 100.000 dollari in più, 1,3 milioni.

Patrick McEnroe, fratello minore di John e per diversi anni capitano di Coppa Davis, prende per il suo nuovo ruolo di direttore tecnico del tennis statunitense 1,1 milioni _ ma ha mollato la Davis _ cui aggiunge naturalmente i compensi che prende dalla CBS come commentatore televisivo durante l’US Open. Durante l’anno lavora anche per Tennis Channel e arrotonda mica male. Con sponsorships varie è uomo da 2 milioni di dollari l’anno. Se si considera che Bud Collins, grande giornalista (forse il più grande, columnist del Boston Globe e spesso telecronista tv per ABC prima che per ESPN ) e ottimo commentatore per la parte “fantasia”, non ha quasi mai guadagnato più di 100.000 dollari l’anno, si capisce che i tempi sono cambiati. Molto.

Sports Illustrated ha pubblicato tempo fa il bilancio denunciato dall’ATP per l’anno 2009: da lì emergono i ricavi di un anno di gestione.

Io non so leggere bene i bilanci, tantomeno quelli americani e confesso da un lato la massima ignoranza, dall’altra la poca voglia di approfondire non avendo tempo sufficiente per farlo, motivo per cui anche se mi pare di capire _ ma leggete voi stessi se vi interessa _ che il fatturato lordo possa essere valutabili all’incirca in un centinaio di milioni di dollari (o soltanto 68?)_ mi parrebbe di poter dire che ci siano incassi di 87 milioni di dollari , spese per 60 e utile di gestione di 27 milioni di dollari (ma forse sbaglio, perché mi sembrano troppi: mica faccio il commericialista! C’è qualcuno che ci si vuole addentrare? Ci scriva….), quel che riesco ad individuare rapidamente sono invece gli stipendi più consistenti dei 61 dipendenti fissi dell’ATP che ha la sua base a Pontevedra, ma dipendenti sparsi fra Pontevedra, Sydney, Montecarlo e Londra.

Ricordandovi che si tratta del rendiconto relativo al 2009, motivo per cui alcuni personaggi non ci sono oggi più e oggi ce ne sono di nuovi,… dietro a Adam Helfant con 1,446 mila dollari, arrivano 6 dirigenti con oltre 500.000 dollari, Mark Young con 611.000 dollari e responsabile in particolare della Sezione Stati Uniti, l’ex giocatore australiano Brad Drewett con 585.000 dollari (lui è, fra l’altro, il direttore del torneo che rappresenta l’introito più interessante per l’Atp, la Masters Cup), Richard Davies e Laurent Delanney (entrambi responsabili delle proprietà immobiliari e non dell’Atp uno degli USAe l’altro dell’Europa)e Philip Galloway, responsabil finanziario dell’Atp.

Poi ci sono una serie di “funzionari-direttori” che viaggiano sopra i 280.000 dollari. Fra questi l’ex Supervisor Gayle Bradshaw (che qualcuno ricorderà protagonista della famosa gaffe relativa ai 5 giocatori italiani “indagati” per le scommesse, Starace, Bracciali, Di Mauro, Galimberti e Luzzi: fu un documento scritto da Bradshaw che finì in qualche modo nelle mani dei cronisti de Le Journal de Dimanche che fece sapere dell’indagine in corso; Bradshaw è il responsabile del rispetto di “Rules&regulations”), Phil Anderton (chief del marketing) e anche il Media Direction Manager Nicola Arzani che ne ha fatta di strada rispetto a quando, in cerca di lavoro, portava a Rino Tommasi, Gianni Clerici e il sottoscritto, dei fogliettini con su scritte alcune annotazioni relative ai protagonisti dei match che noi commentavamo per Tele Capodistria prima e per Tele+ poi (quando ancora Roberto Lombardi non si era unito al nostro terzetto originario). Va tenuto conto, a proposito di questi compensi che al di là dello stipendio di 154.000 dollari il resto è frutto di rimborsi spese per i vari viaggi affrontati, di incentivi etcetera. Ma di fatto, così come per gli introiti dei Road Manager dell’Atp, questi “funzionari” possono mettere da parte buona parte di quel che guadagnano, perché girano il mondo a spese dell’ATP e sono in giro per 36-40 settimane l’anno.

Ben 2 milioni e 365.000 dollari sono i costi dei viaggi rimborsati ai dipendenti dell’ATP ( e qualcosina in più, 2 milioni e mezzo di dollari, sono le spese legali di varie azioni che hanno visto l’Atp coinvolta: penso le cause ancora in corso con Amburgo e altre situazioni: lo stduio nuovayorkese di 1585 Broadway, Proskauer Rose fa la parte del leone, 1 milione e 704.000 dollari, l’altro studio legale Smith Hulsey&Busey di Jacksonville in Florida si accontenta di 276.000 dollari). Quasi un milione di euro gli investimenti in tecnologia (sito internet etcetera), 2 milioni e 784.000 i costi di promozione pubblicitaria.

Bravo dunque Arzani che ha saputo crearsi una strada professionale che se avesse realizzato quello che era il suo iniziale sogno professionale, il giornalista di tennis, non avrebbe mai potuto essere così ben retribuita. 3 milioni a varie società affiliate.

Sottoposti ad Arzani otto media-manager, cinque uomini e tre donne. Sei sono invece i supervisors Atp, undici gli arbitri full-time, dieci i fisioterapisti.

Ci sono gli Atp board-member del 2009 fra i quali David Egdes (sudafricano a capo anche di Tennis Channel…posizione strategica mica male per mettere le due strutture in contatto), l’altro sudafricano Gavin Forbes (agente) il neozelandese Graham Pearce che non ho mai capito come faccia ad essere sempre eletto dai direttori dei tornei (non m’è mai sembrato un genio), l’ex tennista croato Zeljko Franulovic, direttore del torneo Atp Master 1000 di Montecarlo, l’ex tennista Justin Gimelstob (ex tennista simpatico ma …folcloristico che ha spesso preso posizioni assai discutibili, almeno per essere un dirigente board-member dell’ Atp), Ivan Ljubicic che era il direttore fino al 2009 ma ha poi ha dato le dimissioni per concentarsi nuovamente sul tennis, e infine l’ex road-manager romano (e romanista…) Giorgio Di Palermo, socio anche di Benito Perez Barbadillo in una società di media p.r. (Benito segue da vicino e da sempre Rafa Nadal e Novak Djokovic) che entrò in carica a metà anno.

Almeno fino al 2010 lo stipendio annuale per i board-members era di 56.292 US dollari all’anno. Di Palermo, entrato dopo il primo semestre ha potuto contare su 29.157 dollari.

Oggi, nel 2011, l’Atp board of directors ha quali tre rappresentanti dei giocatori Giorgio di Palemo, David egdes e Justin Gimelstob. Come rappresentanti dei tornei Gavin Forbes, Charles Smith e Mark Webster. Mark Miles si faceva vanto di non votare mai quando i voti delle due rappresentanze erano in parità, 3 a 3. Cercava costantemente di trovare un compromesso fra diversi interessi.

Etienne de Villiers invece era un decisionista. Se c’era il 3 pari fra i board-members, lui prendeva posizione. Facile intuire perché il primo sia rimasto in sella per 10 anni e il secondo nemmeno per 3.

Adam Helfant, 46 anni, subentrato ufficialmente a de Villiers nel gennaio 2009, per 4 anni _ dopo il suo incarico di 12 anni in seno alla Nike come vicepresident della Global Sports Markting _ è stato per 4 anni avvocato alla NHL, la National Hockey League: tipo assai prudente, evita di sbilanciarsi troppo e sembra molto più orientato ad assumere comportamenti temporeggiatori piuttosto che decisionisti. Vedrete che resterà su quella poltrona più a lungo di De Villiers.

Del player council dell’Atp fanno parte quattro giocatori compresi tra i top50: Roger Federer, Fernando Gonzalez, Rafael Nadal e Sam Querrey. Poi due compresi tra il 50mo e il 100mo posto, Peter Luczak e Jarkko Nieminen, due dei top100 del doppio, eric Butorac e Nenad Zimonjic, due doppisti ..non vincolati da classifica, Yves Allegro (l’amico di Federer) e l’australianoAshley Fisher. Poi un “alumni” Jgancio Hingoyen.

Spulciando ancora fra le carte del nilancio 2009…quel Jeff Reel che percepisce 150.000 dollari, e che viene definito assistent general counsel, è in realtà il capo di quella famosa Integrity Tennis Unit che ha il compito di controllare che i tennisti non si vendano le partite., i famosi match-fixing. E’ dalla sua Integrity Tennis Unit che partono le lettere ai vari indagati. Di questa Unit fanno parte cinque invstigatori, lui incluso. E i loro compensi sono suddivisi fra ITF, Wta e Comitato dei 4 tornei dello Slam. Non so se gli altri organismi paghino qualcos’altro a Reel, oppure se essi si siano fatti carico degli stipendi degli altri investigatori dividendoseli. Vedo che nel bilancio ATP figura una bella sommetta, di 744.084 dollari che se fosse soltanto una quota parte di un quarto fra quanti contribuiscono alla sussistenza di questa Unit vorrebbe dire che costa quasi 3 milioni di dollari l’anno, un bel mucchio di soldini per risultati quanto meno dubbi, direi…Anche se non c’è dubbio che beccare qualcuno in flagrante non è facile. Infatti vengono spedite un sacco di lettere a destra e manca, ma si rivelano quasi tutte bolle di sapone, o quantomeno avvertimenti che dovrebbero indurre i destinatari a stare almeno attenti.

E’ probabile che nella ricostruzione di tutte queste pagine di dati io possa essere incorso in qualche errore, e quindi vi pregherei di ricordare che a far fede è il bilancio Atp allegato, in tutte le sue parti, e non mie interpretazioni magari erronee. Mio figlio Giancarlo, che ha appena preso 30 all’esame di bilancio alla Bocconi, non sarebbe certamente incorso in alcuni miei errori. Ma spero ugualmente che questa lettura possa essere essere stata interessante.

Ubaldo Scanagatta

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