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22/02/2011 22:27 CEST - IL PERSONAGGIO

Lo strano mondo di..."Petkorazzi"

TENNIS – Alla scoperta di Andrea Petkovic, il personaggio più curioso del tennis femminile. Ama la politica, la musica e il giornalismo. Figlia di serbi scappati in Germania, sogna di fondare un partito e rimpiange la figura di Helmut Schmidt. "In Germania nessuno pensa ai problemi dei giovani" . Ma è anche un’ottima giocatrice: “I quarti all’Australian Open? Sono solo l’inizio…”. Riccardo Bisti

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In occasione di San Valentino, la WTA ha chiesto ad alcune giocatrici di raccontare come sarebbe stata la loro giornata perfetta. Caroline Wozniacki ed Ana Ivanovic hanno parlato di fiori, cioccolatini, cene al lume di candela e passeggiate sulla spiaggia. Tutto regolare. Poi è arrivato il turno di Andrea Petkovic. La 23enne tedesca di origini balcaniche ha gelato tutti: “Odio San Valentino: è una festa troppo sdolcinata per i miei gusti. Il mio appuntamento perfetto sarebbe andare ad un concerto, fare qualche salto in giro e poi andarsi a bere una birra”. Andrea Petkovic è imprevedibile. Non sai mai cosa può dire. Oltre ad essere un personaggio fuori dalle righe, oggi è uno dei volti nuovi del circuito dopo che all’Australian Open ha battuto Maria Sharapova e si è spinta fino ai quarti di finale. Il tennis, tuttavia, è solo uno dei suoi interessi. Studia Scienze Politiche e ti sorprende quando le chiedi chi sono le persone che più ammira. “Johann Wolfgang von Goethe, un genio nello scrivere, ed Ernesto Che Guevara, un genio nel combattere”. Andrea vuole creare un partito politico e diventare una giornalista. Già che c’è, incide qualche canzone insieme ai suoi amici (suona batteria e chiatarra) e ha attratto migliaia di appassionati con il suo video blog, in cui impersona il personaggio fittizio “Petkorazzi”. Ne ha fatte di tutti i colori: un TG in cui annuncia la sua scomparsa, una “corruzione” a Djokovic e uno in cui insegna i passi della “Petko-Dance”, il rituale balletto dopo ogni vittoria.

“Nessun partito rappresenta le idee di tante persone”
Nata in Bosnia da genitori serbi, si è trasferita in Germania da bambina. Era appena iniziata la Guerra dei Balcani. I suoi genitori decisero di fuggire dopo che una bomba aveva devastato la casa dei nonni a Tuzla. Nessuno rimase ferito, ma fu l’occasione per raggiungere il papà di Andrea (ex giocatore di buon livello), che già lavorava in Germania, a Dalmstadt. “Ho sempre detto che il mio modo di pensare e agire è tedesco” racconta Andrea “Ho un buon rapporto con tutte le giocatrici serbe, che mi prendono spesso in giro. Dicono che sono più tedesca dei tedeschi…Tuttavia credo di avere un cuore serbo, perché sono molto più emotiva dei tedeschi. Ho un forte temperamento, anche se cerco di tenerlo sotto controllo. Ai tornei frequento spesso i serbi, mi riesce più più facile. Naturalmente sono buona amica anche delle giocatrici tedesche”. Sebbene abbia subito mostrato un buon talento, la Petkovic frequentava la scuola con successo. Per questo ha avuto più di un dubbio se intraprendere la carriera professionistica. Come detto, è iscritta a Scienze Politiche e la ritiene una buona opzione per il futuro. “Ho scelto questo indirizzo perché seguo l’attualità e avevo già letto diversi libri di politica”. La sua lucidità e disarmante, specie se paragonata a quella di molti colleghi. “In tanti mi chiedono quali sono le mie idee e per chi voto. Io rispondo sempre che nessun partito rappresenta per intero ciò che molte persone pensano. In Germania molti giovani ottengono contratti di lavoro a termine: due, tre, massimo sei mesi. E poi? Nessuno può pensare di mettere su famiglia perché non hanno sicurezza finanziaria”. Una situazione che ricorda vagamente quella italiana…

Politica e video-blog
Andrea è incontenibile. “In Germania ci sono 20 milioni di pensionati. Ho l’impressione che i partiti facciano politica esclusivamente per chi va a votare. Ma c’è una vasta cerchia di persone che non si sente minimamente rappresentata. Mi piacerebbe aumentare l’attenzione su questa tematica. Magari fondando un partito politico, o realizzando una rivista di politica esclusivamente destinata ai giovani”. La Petkovic apprezza Barack Obama per il suo mix di idealismo e pragmatismo, ma quando le si chiede chi è il suo politico preferito non ha dubbi: Helmut Schmidt, cancelliere della Germania Ovest tra il 1974 il 1982. Colui che contribuì a fondare il sistema monetario europeo (antesignano dell’euro) nel 1979. “Fu cacciato perché rimase fedele a se stesso” dice la Petkovic “Adesso però lo adorano tutti”. “Petkorazzi” pensa di giocare a tennis fino alle Olimpiadi del 2016, poi ha altri progetti. Prima di lanciarsi in politica vorrebbe entrare nel mondo del giornalismo. Vorrebbe frequentare la Henri Nannen School di Amburgo, dove si forma buona parte dei giornalisti tedeschi, e poi avere un ruolo in TV. Un ruolo dove parlare di politica, società e lavoro. Difficilmente la vedremo come spalla tecnica nelle telecronache tennistiche, insomma. Sta prendendo confidenza con le telecamere grazie al suo video-blog, in cui ha fatto divertire con alcune gag davvero simpatiche. Durante l’Australian Open ha girato un filmato con Novak Djokovic, in cui gli ha chiesto chi gli sarebbe piaciuto essere nel mondo. E lui risponde: “Di sicuro Petkorazzi: è la più bella, la migliore e di gran lunga la più divertente sul campo”. Il filmato si conclude con lei che prende un fascio di banconote e lo consegna a Djokovic. “Quando vedo i match di tennis noto sempre volti tesi, concentrati, protesi alla conquista del punto – dice – Ma fuori dal campo i tennisti sanno essere divertenti come i ragazzi della loro età. Vorrei semplicemente far conoscere anche questo lato dei professionisti”.

La “Petko-Dance”
La musica riveste un ruolo importante nella vita di Petkorazzi. Lei sostiene che suonare la batteria migliori la coordinazione sul campo da tennis. Un suo amico, tra l’altro, ha adottato il testo di una canzone per creare una colonna sonora della “Petko-Dance”, la cui prima apparizione risale allo Us Open. “Fu una scommessa con il mio coach. Avevo giocato male durante l’estate e mi capitò Nadia Petrova al primo turno. Allora lui mi disse che se avessi vinto avrei dovuto fare qualcosa di speciale”. Ok, ma cosa di speciale? “Una danza della vittoria”. Dopo la vittoria, è stata la prima cosa che miè venuta in mente. E va avanti ancora oggi”. Alcuni critici sostengono che la Petkovic sarebbe una tennista ancora migliore se si fosse concentrata soprattutto sul tennis e meno sui suoi mille interessi extra. “Ma io rispondo che se non avessi fatto tutte queste cose, beh, non sarei mai diventata una buona giocatrice. Sono il tipo di persona che ha bisogno di allenare non solo il corpo, ma anche la mente e l’anima”. Tra l’altro ritiene che i suoi interessi le permettono di non essere sterilmente focalizzata sull’analisi del suo tennis. Parlando di tennis (giusta, fa anche la tennista…), la Petkovic non si è posta particolari obiettivi di classifica. Ma crede di avere ancora importanti margini di miglioramento. “Sono stata molto felice del mio risultato a Melbourne. Però poi tutti i giornalisti tedeschi mi chiedevano se fosse il torneo della mia vita. Ho risposto di no. Io voglio ottenere molto di più di un quarto di finale. Questo è solo l’inizio”. Sempre che tra una lettura, un video e un concerto con gli amici…resti un po’ di spazio per il tennis.
 

Riccardo Bisti

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