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22/02/2011 22:26 CEST - ATP DUBAI

Il nuovo Novak Djokovic

TENNIS - Torna in campo Novak Djokovic. Il serbo si è preso un periodo di riposo a Montecarlo: "Adesso sono piu' maturo, Melbourne mi ha dato tantissima fiducia. So come gestire la pressione". Pero' frena sul numero 1: "Quello e' ancora lontano". A Miami giochera' in doppio con Andy Murray. Paul Newman, "The Independent", trad. di Nicola Gennai

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Non ci sono molti luoghi dove un vincitore di una prova del Grande Slam puà trovare pace e riposo, ma Novak Djokovic ne ha uno tutto suo. Il 23 enne serbo, che ritorna in campo questa settimana a Dubai, ha passato buona parte delle settimane successive all’incredibile vittoria di Melbourne nella sua residenza “adottiva” (nonchè effettiva, nota di chi traduce), il Principato di Monaco.“Dopo l’Australian Open ho deciso di prendermi un periodo di relax. Per me Montecarlo è una delle piu’ belle localita’ del mondo. E’ un luogo discreto. dove nessuno disturba la tua privacy. Inoltre, gode di un clima particolarmente dolce anche in inverno, tanto che, durante una settimana di sole, ho potuto anche allenarmi all’aperto”. Essendo divenuto una celebrità in Serbia, Djokovic non può vivere in modo “normale” a casa sua: “E’ uno dei motivi per i quali non passo molto tempo in Serbia. Non posso avere una vita privata, cosa che invece trovo a Monaco. Sono tornato a casa solo per salutare la mia famiglia, poi mi sono trasferito nel Principato”. 
 

Molto è cambiato rispetto a tre anni fa, quando, dopo la sua prima vittoria australiana, arrivò a giocare a Dubai dopo uno scontro di Davis con la Russia e un torneo indoor a Marsiglia. Quest’anno, ha deciso di pianificare al meglio i suoi eventi. Si è cancellato da Rotterdam e arriva negli Emirati fresco e riposato.
Tra le sue due vittorie del Grande Slam, Nole non ha mai passato momenti di vera e propria crisi (non è mai uscito dalla top4 ed ha vinto tornei importanti), ma I momenti difficili non sono comunque mancati. Uno di questi, l’ultimo in ordine cronologico, sono stati i primi sei mesi della scorsa stagione, quando raggiunse una sola volta l’atto conclusivo di un torneo e si trovò a lottare contro il cambiamento del movimento di servizio. Tutto è cambiato dopo lo Us Open e il trionfo della Serbia in Coppa Davis. “Non mi sentivo bene”, ricorda Djokovic. “Non mi presentai al meglio alla stagione su terra rossa, che per noi europei è molto importante e faticosa. Inoltre, ci furono anche alcune questioni private e mentalmente non ero abbastanza stabile”.
 La svolta è coincisa col mese di luglio, con la semi a Wimbledon. “Ho cominciato a sentirmi meglio dopo Wimbledon, dove ho finalmente ritrovato buone sensazioni sul campo. Ero di nuovo aggressivo”.

Tornando un attimo indietro con la memoria, il serbo prova ad analizzare il perchè di 3 anni tra uno Slam e l’altro: “Quando sei giovane non senti la pressione. Giochi più sciolto, più libero. Nel 2008 non sentii troppo il peso di dover vincere un Major. Il difficile è venuto dopo, nel 2009 e nel 2010, quando ho dovuto affrontare situazioni che non avevo mai trovato prima davanti. Mi ci è voluto un po’ di tempo per guadagnare quell’esperienza necessaria a gestire momenti del genere”.
Djokovic ammette di avere provato un grande sollievo nell’aver vinto il suo secondo Slam lo scorso mese: “Ci ero andato vicino altre volte, con alcune semifinali e una finale. Quando vinsi tre anni fa pensai che a quel punto avrei potuto avere molte possibilità di trionfare ancora, specie sul cemento, dove sentivo di avere le qualità per poter battere tutti i miei avversari. Il problema sono stati i molti alti e bassi nei successivi Major. Ogni volta che avevo una chance di portarne a casa uno, la mancavo. Adesso, mi sento molto più maturo a livello mentale. So quello che devo fare.”
 

Raggiungere il numero 1 è ancora un obiettivo? “Il primo posto nel ranking è ancora lontano”, si schermisce il serbo. “So che ho vinto uno Slam e so di essere in grandissima forma, ma se vuoi diventare numero 1 non puoi limitarti a vincerne uno, devi fare come Roger e Rafa, che continuano a vincere Slam su Slam ogni anno”.
Riferendosi all’incredibile livello di gioco espresso in Australia, Nole afferma di “non avere mai giocato in quel modo. E’ stato il miglior torneo di tutta la mia carriera. Per giocare così bene devi essere fresco mentalmente e in grande forma fisica. E’ molto incoraggiante sapere di potermi esprimere su certi livelli nelle grandi occasioni”.
Tornando al presente, anche Djokovic, come Federer, prepara a Dubai i primi tornei dell’anno. Ed è felice di poterci tornare: “E’ un luogo ideale dove testare il proprio stato di forma in vista dei Master Series di Indian Wells e Miami. Il meteo è perfetto. Nè troppo caldo nè troppo freddo”.
 

C’è anche tempo per una rivelazione finale. A Miami infatti, Novak giocherà il doppio insieme ad Andy Murray. I due sono molto amici sin da quando erano junior, (durante Arsenal – Barcellona lo scozzese inviava al serbo delle foto della partita) e si sono affrontati proprio nella finale di Melbourne. Djokovic ha parole dolci per Andy: “Mentalmente è molto forte. Forse ha bisogno di un altro po’ di tempo per trovare la strada giusta per vincere uno Slam, ma ha tutte le qualità per farlo. E' uno dei migliori giocatori del mondo, e col suo gioco, specie sul cemento, avrà molte altre opportunità’”.
 

Paul Newman, "The Independent", trad. di Nicola Gennai

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