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28/02/2011 15:20 CEST - IL RACCONTO

Non dire gatto se non ce l'hai nel...

TENNIS - Wilmer Lawson Allison fu un gran doppista, ottimo singolarista e recordman in Davis. Una volta giocò in Italia, vincendo una partita contro De Stefani...che si mangiò 18 match-balls! Ma gli dei del tennis sono burloni, e l'anno dopo Allison perse dall'istrionico Borotra non sfruttando 4 palle match, stavolta a suo favore... Enos Mantoani

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Wilmer Lawson Allison è un nome che non dirà granchè agli appassionati, eppure è stato un personaggio di spicco nel primo dopoguerra. Uno che vale la pena ricordare. Anche per portare avanti il filone...doppistico della nostra rubrica. Nato nel 1904 in Texas, vinse gli US Open del 1935 in singolare, ma ha riportato i maggiori successi come doppista. Erano altri tempi: i giocatori potevano cimentarsi in singolare, doppio e doppio misto con altrettanta versatilità e senza incorrere in usura fisica nel corso dei tornei, Allison vinse in doppio misto gli US Open del 1929 e del 1930, in doppio maschile Wimbledon nel 1929 e nel 1930 e gli US Open nel 1931 e nel 1935, stesso anno in cui trionfò in singolare.

Abituale compagno di John Van Ryn, per oltre 50 anni detenne un record significativo: 14 vittorie contro 2 sconfitte in Coppa Davis (senza però mai vincerla), migliorato solo dalla strabiliante coppia McEnroe/Fleming con lo score di 14-1. Uno dei suoi colpi migliori fu la volée di dritto; Jack Kramer, uno che se ne intendeva, scrisse che Allison era il migliore, seguito sul suo personalissimo podio da Budge Patty e John Newcombe. Ad ogni modo, nel 1931 la semifinale di Davis vedeva gli USA contro l'Italia e Allison contro Giorgio De Stefani. De Stefani, veronese, fu il primo italiano a raggiungere la finale a Parigi (1932, perdendo da Cochet) e a giocare da ambidestro, quindi passandosi la racchetta dalla sinistra alla destra (era mancino) e non giocando mai un rovescio e specializzandosi in fulminei passanti...

In quella semifinale De Stefani fu quasi sempre avanti nel punteggio, ma la partita si risolse al quinto. Vinse l'americano 10-8 al quinto, annullando la bellezza di 18 matchpoint! Bisognerebbe chiedere alla Schiavone cosa significhi vincere dopo aver salvato tante palle match e quanto carattere bisogna avere... per togliere dal sacco un gatto che già era mezzo intrappolato!

Curiosamente, un anno dopo, Allison perse in finale la Davis contro Borotra allo stadio del Roland Garros non sfruttando quattro palle finali a suo favore...L'andamento della partita, tuttavia, fu falsato da macroscopici errori di arbitraggio, più o meno intenzionali, e dal comportamento istrionico di Jean Borotra. Non a caso, secondo Bill Tilden, era il "moschettiere": “più artista e il ciarlatano; senza dubbio il più grande showman e il maggior imbroglione della storia del tennis”. Il nostro Allison invece era un uomo tutto d'un pezzo e, da buon americano anni '30, non avvezzo alle scene madri europee. Infatti, dopo il suo definitivo ritiro dovuto a un infortunio all'addome, si arruolò nell'esercito divenendo colonnello e partecipando alla Seconda Guerra Mondiale per poi dedicarsi all'insegnamento sportivo e del tennis in particolare all'Università del Texas. Entrò infine nella Texas Sports Hall of Fame nel 1957 e nel 1963 nella International Tennis Hall of Fame di Newport.

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