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03/03/2011 12:11 CEST - Rassegna Stampa del 3 Marzo 2011

Che paura per Serena, operata per un'embolia polmonare (Perrone,Viggiani,Semeraro, Bisti, Retico)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Pericolo Serena

Roberto Perrone, il corriere della sera del 3.02.2011

«Una giornata dura» ha risposto Serena su Twitter all'amica attrice Kim Kardashian martedì notte. Toglietemi tutto, anche un'embolia, ma non il mio social network. Serena aveva appena abbandonato il gesso, dopo un consulto a New York con i medici che la seguivano per l'infortunio dal piede. «Attendevo questo momento da mesi e sono molto felice. Sto iniziando ad allenarmi come voglio. Tornerò al Roland Garros». Serena era stata avvistata al party che Elton John aveva organizzato domenica sera, dopo la cerimonia degli Oscar, per sostenere la sua Fondazione per la lotta all'Aids. In quell'occasione, alcuni testimoni la ricordano «stordita». Serena Williams, 29 anni, 13 titoli dello Slam, una delle più grandi tenniste di sempre, lunedì è stata operata d'urgenza per un'embolia polmonare al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles. II primo annuncio della sua agente Nicole Chabot spiega: «La causa era un ematoma apparso in seguito al trattamento di una situazione più critica». L'operazione iniziale, ha aggiunto il procuratore, «era destinata a togliere un grumo di sangue che bloccava le arterie polmonari». Vita in bilico: i medici «continuano a monitorare il suo stato per evitare altre complicazioni» ha aggiunto la sorella maggiore Venus, mentre mamma Oracene ha ringraziato tutti gli amici e i fan per il supporto: «Lei sta bene». La storia dell'ex numero 1, ora precipitata al numero 11, è costellata di infortuni e ritorni, di grandi successi e di finali «in proprio» con Venus: «Questa è una festa di famiglia» scrisse su uno dei suoi cartelli il padre Richard durante una finale di Tennis Si è sentita male dopo la festa di Elton John Serena che spavento Operata per embolia la carriera è a rischio Williams: «È dura, ma spero di tornare» Wimbledon. Ma anche di sgommanti retromarce. Serena ha sempre vissuto il tennis con una sorta di desiderio di fuga, forse determinato dalle scelte del padre che, per forgiare il carattere delle due sorelle, programmate per un destino da campionesse, le allevò a Compton, un violento sobborgo di Los Angeles. Fuori dal tennis i suoi interessi (moda, spettacolo, pubblicità, beneficenza) sono cresciuti pari passo con i suoi infortuni. Serena ha giocato il suo ultimo match il 3 luglio conquistando il suo quarto Wimbledon. In un ristorante di Monaco di Baviera, quattro giorni dopo, ha calpestato un bicchiere ferendosi gravemente:18 punti di sutura, due interventi. Ora che pensava di rientrare la sua carriera è a rischio. Lo ha capito anche lei, lo ha messo nero su bianco, prima di tornare a casa: «Io so che andrà tutto bene, ma prego e spero che tutto questo finisca presto alle mie spalle. Non posso fare promesse sul mio ritorno, spero che possa avvenire in estate. Detto questo, la mia priorità è stare bene, in buona salute». II match più importante.


Per un'embolia polmonare Serena Williams che paura è stata operata d'urgenza


Mario Viggiani, il corriere dello sport del 3.02.2011

Dove eravamo rimasti, con Serena Williams? Ah, sì, al 22 febbraio scorso, quando aveva ufficializzato l'ennesima rinuncia: «Non parteciperò all'esibizione dell'8 marzo». A Eugene, all'interno dell'Università dell'Oregon, era attesa finalmente in campo per un doppio misto con Maria Sharapova, Rafa Nadal e Roger Federer. Finalmente perché è esattamente da otto mesi ormai (3 luglio 2010, finale di Wimbledon) che Serenona non scende in mezzo al pubblico per una vera partita di tennis. E invece niente, tra cinque giorni al suo posto giocherà Victoria Azarenka. L'ultima apparizione di Serena con la racchetta resta quindi un'altra esibizione, quella del 27 dicembre in Florida per un doppio tutto al femminile, sempre benefico, nel quale erano stata coinvolta Brenda Schultz, più o meno illustre ex, e un paio di sconosciute giocatrici. La notizia di ieri però è ben più preoccupante e dice che lunedì la Williams è stata operata d'urgenza a Los Angeles per «un ematoma che bloccava le arterie polmonari, comparso a seguito di una terapia ner curare una situazione pii( grave». L'ennesimo mistero che si aggiunge ai tanti che hanno accompagnato gli ultimi otto mesi della vita di Serena. Infatti la "situazione più grave" alla quale si accenna è stata poi indicata dalla sua portavoce, Nicole Chabot, come un'embolia polmonare per la quale la settimana scorsa, tornata da New York, Serena avrebbe fatto avanti e indietro dall'ospedale, senza però mai essere ricoverata. Anzi: si trattava della settimana degli Oscar, consegnati lunedì sera, e così la Williams sabato aveva partecipato al party della rivista "Vanity Fair" e domenica a quello della fondazione anti-Aids del cantante Elton John. Prima di questi fatti, Serena si era recata a New York per risolvere quello che è il grande mistero che l'accompagna ormai dall'estate scorsa. L'ex n. 1 del mondo è fuori dal circuito per un oscuro episodio che si sarebbe verificato in un ristorante di Monaco, in Germania, quando le schegge di un bicchiere caduto e finito in frantumi avrebbero ferito gravemente il piede destro della Williams. Il "condizionale" è d'obbligo, perché a fronte di un incidente così balordo e di conseguenze così gravi per l'attività sportiva di Serena non si è mai avuta notizia, per esempio, di un'azione legale per danni contro il ristorante. Da allora ci sono stati un paio di interventi per il recupero della sensibilità tendinea del piede, oltre che qualche ritocco estetico (al naso, ma forse non solo). Di sicuro si sono alternati annunci di partecipazione e rinunce a esibizioni varie (tranne che per quella effettivamente disputata con Schultz Si c.). E di tanto tanto alcuni proclami di ritorno, ma a lungo termine,nel circuito, mentre altrettanto laboriosamente proseguiva l'attività agonistica della sorella Venus, dagli US Open a inizio settembre iapparsa giusto a metà gennaio per gli Australian Open e poi sparita di nuovo. Forse questo sciagurato episodio servirà a fare chiarezza su tutto quanto sta accadendo a Serena da otto mesi a questa parte. O forse no, se l'indiscussa star del tennis mondiale si proteggerà ulteriormente dietro il sacrosanto diritto alla privacy. Magari basterebbe sapere come mai, a fronte di un'embolia polmonare, la sua settimana si sia invece conclusa sabato e domenica con un paio di party. E chissà se a questo punto, come già dicono negli Usa, finirà qui la sua carriera agonistica, per la quale a dicembre era arrivata ad allenarsi restando seduta ma quasi in bilico su uno strano trabiccolo che era un mix tra un triciclo e un monopattino.

Serena, il male misterioso. In pericolo c'è la carriera

Stefano Semeraro,la stamp del 3.3.2011

Un colpo al cuore. Serena Williams ha sofferto di un'embolia polmonare, lunecfi è stata ricoverata d'urgenza a causa di un ematoma e solo ieri pomeriggio, nella notte in Italia, è stata dimessa dall'ospedale di Los Angeles («mi sono presa una grande paura» ha detto), anche se resterà sotto stretto controllo dei medici. La salute è in pericolo, il tennis rischia grosso e attorno alla sua vicenda umana e sportiva si infittisce il giallo che dura ormai da 8 mesi, ovvero da quando appena dopo Wimbledon la Pantera ha dovuto (o voluto?) sospendere la sua attività a causa di un misterioso incidente al piede. Nicole Chabot, la sua addetta stampa, ieri ha rivelato a «People Magazine» che la ex n.l del mondo la scorsa settimana era stata visitata più volte al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles, l'ospedale dei divi reso famoso anche dal telefilm «Beverly Hills 90210», a causa del problema vascolare che si era manifestato all'improvviso: «Serena era stata a New York, dove si era fatta visitare dal suo medico per verificare le condizioni del piede. Al ritorno a Los Angeles ha scoperto l'embolia (spesso causata da un coagulò di sangue, ndr) e lunedì, ha dovuto sottoporsi a un trattamento di emergenza per l'ematoma che si era formato». Un paio di giorni fa Serena aveva depositato su Twitter l'ultimo, malinconico commento («che giornataccia...»), poi un giorno di silenzio e la notizia shock. Ma come spesso accade quando in ballo c'è Serena, la faccenda puzza di giallo. Si stenta a capire, infatti, come Serena, colpita da embolia, un malanno molto serio, sia riuscita nel weekend a farsi vedere e fotografare a un paio di party organizzati da Vanity Fair e dalla fondazione anti-Aids di Elton John in occasione della cerimonia degli Oscar. Inoltre l'ematoma dovrebbe essere più una causa che una conseguenza dell'embolia: inesattezza del comunicato o voluta ambiguità per «coprire» qualche altra magagna? Già sull'infortunio al piede, del resto, che Serena ha detto di essersi procurata dopo la vittoriosa finale di Wimbledon camminando su un vetro rotto in un ristorante tedesco e che avrebbe richiesto due operazioni, esistono versioni contrastanti, condite da una smentita ufficiosa del suo manager e dalle reticenze della sorella Venus e de] padre Richard. Qualcuno nei mesi scorsi aveva persino ipotizzato che si trattasse in realtà di una scusa per mascherare un intervento di chirurgia estetica. Di certo c'è che Serena negli ultimi mesi è apparsa ripetutamente in pubblico con tutori e ingessature all'arto «infortunato» e che a dicembre si era fatta ritrarre mentre si allenava con la gamba appoggiata a un curio- so treppiede. Pochi giorni fa, dopo mesi di rientri annunciati e rimandati, aveva comunicato via internet....Dice di essersi infortunata batte nettamente in pestando un vetro rotto finale la russa Zvonareva in un ristorante ci Monaco te liberata dal gesso e che il piede era guarito: ripresi gli allenamenti, contava di ripresentarsi in campo a maggio per il Roland Garros. Difficile ora capire se la 29enne Black Lady del tennis mondiale, scesa nel frattempo al numero 11 della classifica Wta, potrà rispettare la scadenza o sarà invece costretta addirittura a un addio definitivo. Con la salute non si scherza e anche un'attrice nata come Serena, che l'anno scorso si è fatta ritrarre da finta morta in una bara per una campagna sull'Aida, dovrebbe saperlo.

Embolia polmonare grande paura per Serena Williams

Riccardo Bisti, leggo del 3.03.2011

Potrebbero chiamarla «la maledizione del vetro». Tutto è cominciato a luglio, pochi giorni dopo la quarta vittoria a Wimbledon. Serena Williams si trovava a Monaco di Baviera, in attesa di volare a Bruxelles per giocare un match d'esibizione. Uscendo da un ristorante, appoggiò incautamente i piedi su alcune schegge di vetro e si ferì in modo piuttosto grave. Ufficialmente, è quello l'episodio che origina il ricovero d'urgenza cui la ex n. 1 del mondo (attualmente undicesima) è stata sottoposta lunedì scorso presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles. Motivo: un ematoma causato da un precedente trattamento medico per guarire un'embolia polmonare. Come ha rivelato la portavoce Nicole Chabot: «Serena ha avuto un'embolia polmonare (un coagulo di sangue nei polmoni ndr), di cui si è resa conto al suo ritorno a Los Angeles. Era reduce da New York, dove aveva incontrato un medico per verificare lo stato del piede infortunato». E' stata dimessa ieri sera: «Questa volta è stata davvero dura - ha detto - mi sono presa una bella paura». Difficile che un'embolia polmonare possa colpire un'atleta che non pratichi immersioni subacquee, ma tant'è. In un periodo in cui le cronache sportive raccontano della terribile vicenda del ciclista Riccò (che sembra abbia praticato un'autoemotrasfusione che l'ha spedito all'ospedale con un blocco renale), l'episodio di Serena desta oreoccunazione. Qualcuno rumoreggiò dopo la sua vittoria all'Australian Open 2007, colta dopo un lungo periodo di stop (era n. 81 prima del torneo), ma il suo nome non è mai stato realmente associato alla parola «doping». Un paio d'anni fa si è lamentata per le nuove norme Wada (l'agenzia mondiale antidoping), secondo cui i tennisti devono essere reperibili per almeno un'ora, 365 giorni l'anno. Se non ci si rende disponibili per tre volte in 18 mesi, si può essere squalificati come accaduto ai belgi Malisse e Wickmayer (poi scagionati). «Una volta ero fuori a cena e vennero a casa mia per testarmi. Sono regole molto invasive. Però riconosco che salvaguardano la reputazione del nostro sport». Spulciando i dati resi noti dall'Itf, la federazione internazionale, si scopre che negli ultimi anni è stata controllata 13 volte (4 nel 2008, 9 nel 2009, non ci sono ancora i dati del 2010). Oltre ai semplici test delle urine, le hanno controllato il sangue ed è stata tra i pochi tennisti a sottoporsi al test per rilevare la presenza di Epo, effettuato appena 21 volte su un totale di 2126 controlli. In due occasioni, tra l'altro, Serena è stata sottoposta a un test a sorpresa al di fuori delle competizioni. Insomma, non si può certo dire che la Wada l'abbia trattata con i piedi di piombo. Nel frattempo sono gia centinaia i messaggi d'affetto dei fan, che invitano la vincitrice di 13 Slam a non mollare. E a tornare il prima possibile.


Il mistero di Serena operata d'urgenza ha rischiato la vita.

Alessandra Retico, la repubblica del 3.03.201

Era Serena, ora non più. La più piccola delle Williams, le sorelle nere del tennis, è finita d'urgenza in ospedale a Los Angeles lunedì. Per salvare un polmone: embolia. Terapia d'urgenza, forse un intervento vero e proprio, una paura da impazzire. È rimasta a lungo II, sotto osservazione. Poi ieri sera è stata dimessa, sta meglio. «Questa volta è stata davvero dura, mi sono presa una bella paura. Sono a casa, e sto già lavorando con i medici per cercare di mantenere tutto sotto controllo». Rimane una brutta storia. Sono mesi che è una brutta storia per l'ex numero uno delle racchette rosa, adesso undicesima, 29 anni e tredici Slam in carriera, l'ultimo titolo a Wimbledon a luglio scorso, giocò che non ce ne fu per nessuno. Poi una strana lenta eclissi. Il timore che qualcosa all'improvviso si fosse spezzato. Mercoledì 7 luglio, quattro giorni dopo Londra, esce da un ristorante di Monaco di Baviera e mette il piede destro su cocci aguzzi di bottiglia, si sfascia parecchio: 18 punti e una lesione al tendine. Eppure gioca un paio di giorni dopo un'esibizione, con Kim Clijsters. Poi però salta Us Open e l'Australia, si opera almeno due volte. Zoppica, porta garze e cerotti, pure coi tacchi: sta lontana dai campi ma non dalle feste. L'ultima domenica scorsa, a quella organizzata dalla fondazione anti-Aids di Elton John, dove ha seguito la notte degli Oscar, poi a ballare a un party di Vanity Fair. Il giorno dopo finisce boccheggiante al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles. Scrive su Twitter: «Giornata tosta». Che è successo e che succede? La sua agente, Nicole Cha-bot, racconta che Serena la settimana scorsa è andata a farsi controllare il piede a New York, poi è tornata sulla West Coast. Lì le è presa l'embolia. Varie visite in ospedale, niente che possa far preoccupare veramente, poi di colpo un aggravarsi della situazione e il ricovero in fretta e furia lunedì: «Potrebbe avere come causa un coagulo stacca-tosi da un trombo delle vene e finito nei polmoni, con rischi mortali». L'hanno tenuta tre giorni II, sotto la lente. «I medici continuano a tenerla sotto stretto controllo per evitare il sopraggiungere di complicazioni». Vai a capire. Di recente aveva detto che non vedeva l'ora di tornare dopo tutto questo tempo, ultimo match il 3 luglio sul prato verde e luccicante di Wimbledon. Dopo la faticosa rinuncia all'Australia, disse: «Ho imparato che riprendere gli allenamenti troppo presto mi ha causato un ulteriore danno. Mentre voglio disperatamente tornare in campo e alle competizioni nel primo Grande Slam dell'anno. Devo continuare a lavorare con i miei medici per garantire che il mio piede guarisca completamente, la mia salute è fondamentale adesso. Questa decisione anche semi pesa, è quella giusta». Voleva prepararsi per il Roland Garros a maggio. Invece, periodaccio. Per molti, carriera finita. Per il dolore del corpo, per qualche altra stortura. Lei: «Prego per una sana ripresa e prometto ai fan nel mondo che tornerò migliore di sempre appena potrò». Non sembra, anzi. Serena si è ammaccata da qualche parte, ma non dove si vede.
 

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